Il primo rappresentante della Famiglia, Mario Sciavarrello (numero progressivo 1 dell’albero genealogico), compare nei registri di Matrimonio della Chiesa Madre nel 1792 in occasione del matrimonio del figlio Mariano (1.1.) con Prestipino Maria, avvenuto il 5 giugno 1792 nella Parrocchia della SS. Trinità di Bronte. Non si riesce a desumere quale fosse la sua attività lavorativa, ma il titolo di Mastro lo pone in un certo rango sociale. Dal matrimonio di Mariano con Maria nascono 11 tra figli e figlie (7 femmine e quattro maschi). La prima a formarsi una famiglia è la primogenita Anna Illuminata (nata il 23 maggio 1800, n. progr. 1.1.5): il 23 agosto 1815 si unisce in matrimonio con Vincenzo Basile e genera 10 figli che vanno a costituire il ramo Basile-Sciavarrello. Segue, nel 1817, il matrimonio della sorella Gesualda Rosalia Illuminata (1.1.6.) che sposando Vincenzo Gatto mette al mondo 10 figli; si forma il ramo Gatto-Sciavarrello. L’ultimo figlio maschio, il decimo, Giuseppe Graziano (1.1.10), si sposa a vent’anni, nel 1833, con la coetanea Carmela Ciraldo figlia di Nunzio e Maria Burrello. Hanno otto figli: Maria (1835), Illuminata (1836), Maria (1838), Mariano (1839, che nel 1875 sposa Gaetana Saitta), Antonino (1842), Nunzio (1845), Ignazia (1847) e Maria (1849). Il settimo figlio, Nunzio Graziano Saverio (5/3/1806, n. progr. 1.1.7), nel 1855 sposa la diciottenne Nunzia Russo figlia di Biagio Russo e Spitaleri Nunzia. Anche questa coppia è prolifica e genera dieci figli, tre maschi e sette femmine: Nunzio (1831), Nunzia (1833), Salvatore (1835), Anna (1837), Antonina (1841), Giuseppa (1844), Giuseppa (1845), Vincenza (1847), Antonino (1848) e Maria (1857). Di questi la prima a sposarsi, nel 1855, è la ventiquattrenne Nunzia (1.1.7.2) con Vincenzo Rizzo, figlio di Giuseppe e Angela Modica, e la famiglia si accresce di altre 6 unità dando origine al ramo Rizzo-Sciavarrello. Seguono i matrimoni - di Antonina (1.1.7.5), nel 1863, con Giuseppe Sanfilippo figlio di Illuminato e Maria Gulino (generano 6 figli, dando origine al ramo Sanfilippo-Sciavarrello), - di Giuseppa (1.1.7.7), nel 1871, con Giuseppe D’Aquino, figlio di Mastro Giuseppe e Maria Cincunzi (nascono 6 figli), - di Vincenza (1.1.7.8), nel 1874, con Ignazio Lo Re figlio di Pietro e Agati Vincenza (nascono 6 figli) ed infine quello - di Maria (1.1.7.10), nel 1876, con Sebastiano D’Aquino figlio di Mastro Giuseppe e Maria Cincunzi (con 6 figli). Le due sorelle, Giuseppa e Maria, insieme ai due fratelli D’Aquino, danno origine al ramo D’Aquino-Sciavarrello. Il fratello Antonino (n. progr. 1.1.7.9), nono figlio e primo dei maschi che si sposa, il 29 gennaio 1876 si unisce in matrimonio con Anna Ponzo figlia di Giuseppe e Filippa Marullo. Dalla coppia nascono 5 figli: Nunzia (1877), Biagio (1878), Antonino (1881), Giuseppe (1885) e Nunziata (1887). Biagio (1.1.7.9.2), il secondo figlio, nel 1906 si unisce in matrimonio con Nunzia Petralia, figlia di Luigi e Francesca Schiros. Dalla coppia nascono otto figli: Francesca (1906), Antonino (1908), Luigi (1911, morto dopo pochi mesi), Giuseppe (1913, nel 1954 sposa Anna Spanò), Luigi (1915, nel 1960 sposa Anna Bellacicco), Nunzio (1918, nel 1953 sposa a Venezia Anna Maria Dimino), Anna (1923) e Vincenzo (1924, nel 1943 sposa Hannelore Gottshich). Diciamo che il matrimonio di Biagio e Nunzia Petralia è un matrimonio anche politico in quanto, essendo gli Sciavarrello in prevalenza mugnai, sovrintendevano a quasi tutti i mulini ad acqua della zona di Bronte, lungo il fiume Simeto. I Petralia, al contrario, erano pastai e panettieri. Col matrimonio di Biagio e Nunzia veniva a crearsi quindi una complementarietà delle attività molitorie e pastaie che soddisfacevano senz’altro le necessità imprenditoriali delle due famiglie. Tanto è vero che alla morte di Antonino Sciavarrello, la signora Anna Ponzo, rimasta vedova con 3 figli (Antonino, Giuseppe e Nunziata), il 9 giugno 1888 si risposa con Giuseppe Bonsignore figlio di Mastro Nunzio Bonsignore (Gioppu) e Nunzia Sanfilippo, dal quale ha i figli Bonsignore Nunzia, Filippa, Giuseppa Francesca, Alfio, Nunzio e Giuseppe. Anche la famiglia Bonsignore è attiva nell’attività molitoria e quindi viene così a supplire alla mancanza nell’azienda dell’apporto del marito morto prematuramente. Il figlio di Antonino, Biagio (1.1.7.9.2) il primo dei maschi, subentra nell’attività paterna e dopo avere sposato Nunzia Petralia, incrementa la famiglia con la nascita di 8 figli che rappresentano gli attuali eredi della Famiglia, insieme ai figli, nipoti e pronipoti che seguiranno nell’Albero genealogico con, nella settima generazione, l'ultimo arrivato: Italo Sciavarrello (n. progr. 1.1.7.9.2.4.2) nato nel 2008 da Biagio e Oana Gorban. Dei miei ricordi d’infanzia quello che più mi è rimasto impresso è la preparazione, nell’immediato dopoguerra, all’Azione Cattolica, di una commedia musicale cui dedicò molte delle sue ore libere serali, Peppino Sciavarrello, che, buon conoscitore della musica e utilizzando un “Armonium” piuttosto scassato e sfiatato e con la collaborazione di Umberto Isola, ci fece debuttare con discreto successo con “Una gara in montagna” sotto la regia del signor Michelangelo Gliozzo nella quale recitavamo io, i miei fratelli, Adolfo e Francesco, i fratelli Ghiozzo, Totò e Pippo, Pippo Immormino e altri che non ricordo più. Nunzio Longhitano Maggio 2008

Gli otto figli di Biagio e della signora Nunzia
di N. Lupo Il caro amico Prof. Nunzio Longhitano mi ha fatto la gradita sorpresa di ricordarmi che a breve compie 90 anni il Maestro Prof. Nunzio Sciavarrello che tanto lustro ha dato a Bronte con la sua arte pittorica, conosciuta ed apprezzata in Sicilia e in Italia, e mi ha chiesto un mio ricordo sulla di lui famiglia, di cui sta preparando la genealogia in suo onore. Naturalmente non solo ho gradito l’invito, ma ho accettato con l’entusiasmo di un quasi novantenne che desidera festeggiare un amico e “uno scoperto parente”, suo coetaneo. La famiglia di Biagio Sciavarrello era notissima a Bronte perché operava al centro, dato che il padre era barbiere con bottega al Corso Umberto, angolo Via Annunziata, ed annessa edicola di giornali, mentre la moglie signora Nunzia gestiva una merceria quasi di fronte. I due si erano sposati nel 1906, quando la vita in paese era dura perché non c’era corrente elettrica, non c’era riscaldamento, se non ‘a conca per chi se la poteva permettere, o il focolare che fungeva anche da cucina. E allora, i giovani sposi andavano a letto presto e, quindi, con scadenza quasi fissa, ogni due o tre anni, mettevano al mondo una creatura per la cui nascita non si ponevano, come si fa adesso, il problema del costo, perché erano fiduciosi nella divina provvidenza e dicevano che “ogni figlio è una grazia di Dio”. |