Cenni storici sulla Città di Bronte
Bronte e la devozione alla Madonna Annunziata di Bruno Spedalieri La Città di Bronte in Sicilia ha due Santi Patroni: San Biagio, che è il Patrono tradizionale, e la Madonna Annunziata, che è la Patrona per adozione. Conosciamo la storia della commissione delle statue della Madonna Annunziata e dell’Angelo e del loro arrivo a Bronte nel 1543. Ci chiediamo tuttavia perché è stata adottata proprio la Madonna Annunziata e non un’altra immagine mariana. La devozione alla Madonna Annunziata si è diffusa in Sicilia prima e poi anche nel Nord Italia per opera dei Padri Carmelitani tra il dodicesimo e il tredicesino secolo. I Carmelitani sono un Ordine di Monaci, molto antico, sorto in origine sul Monte Carmelo, in Palestina, da cui ha preso il nome. Il Monte Carmelo in Palestina è ritenuto un luogo sacro. Su di esso infatti il Profeta Elia con un gruppo di fedeli al Dio d’Israele, sconfisse i seguaci del dio Baal. Il monte sorge nel nord della Galilea, accosto al promontoio di Haifa e dominante la pianura sud in cui sorge a quaranta chilometri di distanza, la cittadina di Nazaret. Attratti forse dalla santitá del luogo e dalla sua vicinanza a Nazaret, su quel monte si raccolsero, nei primi secoli della Chiesa, degli eremiti cristiani che poi si riunirono in comunitá monastica. Quando nel 1099 giunsero in Palestina i Crociati, trovarono sul Monte Carmelo dei monaci cristiani che si ritenevano successori dei discepoli del profeta Elia e che seguivano chi la regola di San Marone e chi la regola di San Basilio. Ambedue San Marone e San Basilio erano vissuti nel IV secolo dopo Cristo. Quei religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle e la dedicarono alla Vergine; presero quindi il nome di “Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo”. La vicinanza con Nazaret, la cittadina della Madonna e di San Giuseppe, e luogo della Annunciazione ispirò in quei Frati Carmelitani la devozione verso la Madonna Annunziata. Una devozione che divenne un fulcro di preghiera in quella comunitá e che vi rimase sempre viva. I Frati Carmelitani furono presto osteggiati dai mussulmani. Nel 1099 giunsero in loro aiuto i Crociati; ma questo non bastó a porre fine alle incursioni ottomane ed i Carmelitani presero a migrare verso luoghi piú sicuri. Li troviamo in Sicilia, a Marsala, giá nel 1155. Nei primi tre secoli del secondo millennio la Sicilia assistette ad un continuo movimento di Crociati, di Monaci Carmelitani e di membri degli Ordini Cavallereschi degli Ospedalieri e dei Templari tra il continente europeo, il Nord Africa ed il Medio Oriente, particolarmente la Palestina. Piazza Armerina di fatto divenne il Quartiere Generale e il Centro di smistamento e di riferimento dei Crociati, dei Cavalieri e dei Carmelitani. Con l’arrivo dei Frati Carmelitani in Sicilia prese a diffondersi la devozione alla Madonna Annunziata. Non vi era Convento Carmelitano senza una Statua dell’Annunziata e non vi era insediamento di Cavalieri Ospedalieri senza avervi vicino una chiesa dedicata a San Giovanni Battista ed un convento di Carmelitani. Spesso i nomi Carmine e Annunziata erano associati in un unico denominatore. Nel 1238 troviamo i Carmelitani a Messina e con essi il Convento dedicato alla Madonna Annunziata. Nel 1300 troviamo a Trapani un Convento dell’Annunziata fondato dal Carmelitano Sant’Alberto. Tra il XV e il XVI secolo quasi tutti i Conventi Carmelitani si ornavano delle opere scultoree dei Gagini. Elenchiamo: - Il Carmine di Erice - L’Annunciazione di Nicosia - La Chiesa del Carmine a Buscemi - La Chiesa del Carmine di Calascibetta - La Chiesa del Carmine-Annunciazione di Modica - Il Santuario dell’Annunciazione di Trapani - L’Annunciazione di Mompileri-Mascalucia - L’Annunziata di Bronte. Alle opere dei Gagini si aggiungevano quelle di altri artisti: - L’Annunziata di Marco Lo Cascio a Castronovo di Sicilia - L’affresco dell’Annunziata a Delia, Chiesa del Carmine-Annunciazione - La tela di Costantino Carasi, nella Chiesa del Carmine di Scicli - La tela del Filomena a Catania, Santuario SS. Annunziata – Carmine. La Città di Bronte, influenzata dalla corrente Carmelitana-Annunziata si iscrive nel periodo Gaginiano cinquecento–secentesco. Nel 1535 l’Imperatore Carlo V aveva visitato Bronte ed aveva constatato lo stato miserando della spopolata cittadina che contava allora appena 250 abitanti. Aveva compreso allora che il benessere ed il futuro di quel povero centro urbano potevano solo essere assicurati con l’unificazione dei casali sparpagliati per la vasta zona etnea. Diede dunque al suo consigliere, il Nobile Nicola Spitaleri (o Spedalieri) l’incarico di promuovere il raduno delle famiglie sparse per i boschi etnei entro il centro di Bronte. Don Nicola prese del tempo per vagliare quale fosse il miglior modo per rendere effettivo l’ordine imperiale. Ricusò di usare la costrizione, preferì invece seguire la via della persuasione. Quei poveri paesani debilitati dalle malattie e dalle sventure erano tremendamente sfiduciati, ed erano divenuti ostili verso l’autorità costituita. Solo la fede poteva fare leva su quei cuori depressi. E fu su questa leva che Don Nicola fece pressione. Si recò dal più famoso scultore della Sicilia di quel tempo: Antonello Gagini, ed andò ad osservare e ad esaminare di persona alcune delle opere fatte dall’artista. Il Nicola rimase estasiato davanti alle effigi della Madonna Annunziata e dell’Angelo Gabriele di Mompileri-Mascalucia (vedi a destra le illustrazioni e la somiglianza). Ordinò una copia delle stesse allo scultore Antonello Gagini. Antonello purtroppo morì pochi mesi dopo l’incontro e fu il figlio Antonio (o Antonino) Gagini che si assunse la responsabilità della commissione. Don Nicola Spedalieri voleva che lo scultore gli facesse una copia perfetta come quella che aveva visto nella Chiesa dell’Annunziata di Mompileri-Mascalucia. Quel composito scultoreo veniva sepolto dalla lava dell’Etna lo stesso anno in cui Antonello Gagini moriva: 1537. Parti del gruppo marmoreo dell’Annunziata di Mompileri vennero alla luce durante gli scavi che furono condotti nel 1700. La somiglianza dei due volti delle statue rinvenuti durante gli scavi di Mompileri con i volti della Madonna e dell’Angelo del gruppo della Annunziata di Bronte è strabiliante. Sembra chiaro che siano opera dello stesso scultore. Forse Antonello aveva avuto il tempo, prima di morire di scolpire i volti della Madonna Annunziata e dell’Angelo del gruppo brontese. Diversamente dovremmo dire che Antonio Gagini aveva saputo riprodurre con grande fedeltà l’opera paterna. |