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Le ultime sulle elezioni comunali

Giugno 2002

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News dei mesi precedenti


2002 - IL  «DOPO ELEZIONI»

Risultati Elettorali del: 1° TurnoBallottaggio - Il programma elettorale di Leanza - Caccia alle "figurine" - Ricorso contro Leanza
 

Giugno 2002

L'articolo-intervista su Salvatore Leanza è tratto dalla rubrica "Un sindaco al mese" del  periodico "La Provincia di Catania" organo ufficiale della Provincia Regionale,  Giugno 2002.

Il socialista doc tifa Rossazzurro

Forza di volontà: tanta! Voglia di riscatto: infinita! Un riscatto inseguito più sul piano personale che su quello politico, dopo varie disavventure di natura giudiziaria che una decina di anni fa hanno travolto Turi Leanza, già assessore nonché vicepresidente della Regione Siciliana. Una vicenda lunga e travagliata, ceneri che sembravano sabbie mobili e dalle quali il nostro interlocutore è riuscito a riemergere, sino a riconquistare in modo evidente la considerazione dei suoi concittadini.

Nelle ultime consultazioni elettorali, infatti, Turi Leanza ha vinto il ballottaggio per l'elezione a primo cittadino di Bronte, superando il candidato del centrodestra. Una elezione fortemente voluta dal popolo, dalla gente umile, semplice, spontanea. "Quegli stessi miei concittadini - ha dichiarato Lenza - che mi hanno convinto alla candidatura in un momento in cui pensavo invece di aver definitivamente chiuso con la politica. La "mia" gente ha premiato la coerenza politica, essendo rimasto sempre fedele al credo socialista, prima nelle file del Psi adesso in quelle dello Sdi. Sinceramente credevo di aver chiuso con la politica, dopo le svariate vicissitudini giudiziarie a cui ho dovuto fare fronte, seguite ad una quindicinale esperienza quale deputato all'Ars, assessore ai Lavori pubblici, industria, artigianato, pesca nonché vice dell'allora presidente Rino Nicolosi". E nella sua esperienza politica, ora esaltante ora negativa, Turi Leanza si è sempre ritrovato accanto amorevolmente la famiglia. Soprattutto nei momenti difficili, gli affetti più cari sono risultati determinanti.

"Mia moglie Rita - ha affermato compiaciuto il sindaco di Bronte - mi ha aiutato tanto a superare i momenti bui, pur in un periodo di separazione. E' sempre stata un mio preciso punto di riferimento, come d'altronde i miei figli Iole (31 anni) e Antonio (28 anni). Proprio la mia famiglia mi ha spinto a cercare una rivincita in campo politico, a ritrovare la fiducia nelle situazioni difficili, a rimettermi in gioco".

Cinquantacinque anni, dirigente d'azienda e imprenditore, Turi Leanza ha la passione per i viaggi e, manco a dirlo, per i colori rosso azzurri del Calcio Catania. "Appena posso, scappo subito allo stadio. Anche nelle domeniche decisive per la mia elezione, ho seguito da vicino le vicende di Edy Baggio e compagni, condividendo alla fine la doppia gioia della mia elezione a sindaco e della promozione del Catania in Serie B. Riccardo Gaucci è da lodare per i risultati raggiunti e al presidente vanno tutti i miei sinceri complimenti, anche se avrei preferito che la massima espressione del calcio catanese non fosse...colonizzata!" Guardando al suo paese, Leanza mira ad un rilancio in grande stile. Innanzitutto - a detta del sindaco -bisognerà sfruttare il filone turistico-culturale, coltivando le tradizioni, esaltando il rinomato pistacchio e l'impareggiabile Castello di Nelson, rinvigorendo la peculiarità di trovarsi baciati dal Parco dell'Etna così come dal Parco dei Nebrodi.

"Il mio rapporto con la gente è franco, leale. Come promesso in campagna elettorale, ho deciso di abitare nella città etnea e per almeno metà settimana sono disponibile in Municipio sottraendo - ovviamente - tempo alla mia attività imprenditoriale e alla famiglia. Il mio obiettivo è quello di dare voce a chi non ha voce, di fare di Bronte un polo di sviluppo intendendo il comune come una vera e propria azienda di 19.000 abitanti e dotata di un territorio assai vasto.

La mia esperienza di vita condotta sinora - conclude il primo cittadino - mi ha segnato, certo, ma ha contribuito a sbloccarmi, a gettare via un peso psicologico". E allora, non resta che augurare buon lavoro al neo sindaco di Bronte. I numeri sembrano esserci tutti! E, poi, non è forse vero che solo chi cade è in grado di rialzarsi con più vigore, amore e determinazione di prima? [Francesco La Rosa]



30 giugno 2002

Intervista all’ex sindaco dott. Mario Zappia

Dott. Zappia rifarebbe oggi la scelta di andare nell'UDC?
Sì, l'ho voluta perché alternativa nel Centro-destra a Forza Italia. E' nota la mia antipatia nei confronti di Berlusconi, io sono per un progetto politico più alla Casini. Comunque, mi auguro una crescita dell'UCD fino a farlo diventare partito leader della coalizione di Centrodestra.

Nel 1996 lei ha avuto un plebiscito con una coalizione di centrosinistra, non pensa di aver tradito il mandato che gli elettori le avevano dato?
Voi di “Candido” mi avete definito camaleontico... La mia scelta fu dovuta alla mia delusione nei confronti della Sinistra, non mi riferisco ai compagni di viaggio amministrativo della sinistra di Bronte, ma ad un progetto che si era tentato di attuare nel Centrosinistra siciliano tutto, progetto in cui, ad un certo punto, non ho più creduto. Il Centrosinistra siciliano non è diverso, è anzi peggiore, nel modo di operare, del peggiore dei Centrodestra.

In quest'ultima campagna elettorale hanno parlato male di lei, amici e nemici, perché?
Ritengo, con tutto il mio staff, di avere cercato di operare con equilibrio ed imparzialità. Questo ha provocato l'allontanamento di molti amici che non accettavano la mia concezione della politica che non prevede favori e trattamenti particolari per nessuno. I nemici sono nemici.
Il sindaco Leanza ha detto di lei peste e corna, l'ha accusata, tra le altre cose, praticamente di rubare, dicendo che lei faceva viaggi a Roma con i soldi del comune. Vuole dire qualcosa in merito?

L'intervista è tratta dal gior­nalino "CANDIDO" (N. 6), "Bollettino ufficiale del movi­mento Sinistra Brontese", distri­buito Domenica 30 giugno lungo il Corso Umberto (da questo numero la pungente rivista è a pagamento: mezzo euro). Il movimento, costituito da un gruppo di dirigenti locali dei Ds insieme ad alcuni militanti dell'Ulivo e di Rifondazione Comu­nista, nella passata campa­gna elettorale sosteneva il candi­dato sindaco Maurizio Gorgone.

 

Vorrei essere più cattivo, ma oggi ti dico soltanto che invito il nuovo sindaco a provare una sola delle sue affermazioni. Voglio aggiungere che, in nove anni, tante accuse mi sono state mosse tranne quella di rubare. Leanza, evidentemente, pensa che altri operino come lui. D'altronde lui non può vantarsi di tradizioni migliori!! Inoltre penso sia un uomo vigliacco ed invidioso, perché ha sempre parlato in mia assenza, dicendo cattiverie ingiustificate.

Turi Leanza e Pino Firrarello si sono incoronati principi di Bronte, hanno praticamente detto che Bronte esiste grazie a loro: si sono sbracciati per prendersi il merito di questa o di quell'opera pubblica. Lei, dott. Zappia, avrà pur fatto qualcosa! Vuole indicarmi la cosa che più rappresenta il suo lavoro di sindaco?
Il mio obiettivo principale era quello di raggiungere un livello e una qualità di vita, per tutti i cittadini, degna di un paese civile: ho realizzato servizi ed infrastrutture (che non voglio elencare perché sono sotto gli occhi di tutti i cittadini) che servissero allo scopo di migliorare la vita sociale delle nuove generazioni, quindi dei bambini e di tutto il nucleo familiare. Penso, in nove anni, di essere riuscito a cambiare il volto di questo paese, di averlo reso più vivibile e civile.

Mi indichi, ora, la cosa peggiore di questi nove anni da sindaco.
Non essere stato deciso nel cambiamento e forse essere stato poco o niente cattivo con chi oggi lo è con me.

Il senatore, in un delirante comizio, ha rimproverato i Brontesi perché molto ingenerosamente, secondo lui naturalmente, non lo hanno votato. Lei se la sentirebbe di rimproverare i nostri concittadini per l'esito elettorale?
Per l'esito finale si, perché, come avete detto voi di "Candido", questa giunta è frutto di una porcata politica, ma io rispetto la democratica espressione di voto dei cittadini, convinto però che abbiano votato e guardato soltanto una faccia della medaglia di cui vedranno, nel corso dei prossimi cinque anni, l'altra brutta e triste faccia.

Nello stesso comizio il senatore ha dato del ciarlatano, per quattro o cinque volte, senza per altro mai nominarlo, ma tutti abbiamo capito, all'on. Catania. Per lei chi è il ciarlatano o l'imbonitore della politica brontese?
Turi Leanza.

Alcuni esponenti socialisti, che hanno fatto parte del consiglio comunale e della sua giunta, sono stati durissimi nei suoi confronti, durante tutta la campagna elettorale. Perché e perché sono usciti allora dalla maggioranza?
Pretendevano la vicesindacatura e il siluramento di un assessore, proveniente dallo stesso gruppo socialista, che evidentemente non gradivano più. Al solito: richieste personali e non politiche.

L'associazione della parola "parcella" al nome Turi Leanza cosa le suggerisce?
Il motivo dell'astio di Turi Leanza nei miei confronti. Cerco di spiegare nel modo più breve possibile e, comunque, potrò dare spiegazioni più chiare ed approfondite con chi me lo chiederà in altra sede. Oggi, in poche parole ti dico: uscendo assolto da uno dei suoi processi, Turi Leanza chiedeva al comune di Bronte il pagamento di una parcella di quarantacinque milioni di lire (se non ricordo male) per i suoi avvocati, pagamento che noi, con giusti e giustificabili motivi, abbiano negato, d'altronde la Regione Siciliana non riconosce indennità per il pagamento degli avvocati. In pratica, Turi Leanza chiedeva al paese e ai cittadini, che lui dice di amare così tanto, di pagargli gli avvocati difensori.

Per concludere, si definisca con un aggettivo.
Preferisco usare due parole: moderato, ma decisionista.

Lo stesso faccia per Leanza.
Indefinibile.

Ora per il senatore Firrarello.
Machiavellico (N.d.R. difficoltà nella ricerca del termine).

Franco Catania?
Spietato.

Giuseppe Castiglione?
Arrabbiato.

Dott. Zappia vuole aggiungere qual cos'altro?
L'intervista, in quanto intervista, non permette di dilungarsi e di approfondire tanto gli argomenti, ma sono disponibile con voi di "Candido” e con tutti i cittadini ad affrontare tutti i problemi di vita politica e sociale nel nostro paese, cosa che certamente farò in Consiglio comunale.

La ringrazio per la sua disponibilità, che altri non hanno avuto, e per il caffè che mi ha offerto. Arrivederci... e che viva il lupo! [Roberto Spitaleri]



18 Giugno 2002

Il "Comizio di Ringraziamento" della Casa delle Libertà di domenica 16 Giugno

«Gli errori fatali» di Firrarello

Sul palco c'è Nunzio Calanna, c'è Mario Zappia sindaco uscente, c'è il vice presidente della Regione Giuseppe Castiglione. Soprattutto c'è lui il senatore Pino Firrarello. Piazza Spedalieri è stracolma di cittadini e aficionades. I fedelissimi sotto il palco. Il suo discorso, quello del Senatore, uno dei più pungenti della sua lunga carriera politica è stato applaudito una ventina di volte. L'esordio è stato duro. «Stavolta sarà opposizione dura, non ci saranno sconti».

E poi il senatore è passato a togliersi tutte le pietre dalle scarpe che questa dura campagna elettorale aveva propinato. Lo ha fatto con un po' di emozione sapendo di parlare alla sua Bronte, ma lui si è riferito a quella Bronte che stavolta ha seguito le sirene che lo volevano battere.

Il Senatore si è chiesto più volte quale possa essere stato l'errore fatale: in senso metaforico. «Forse ha sbagliato a far approvare una legge di sdemanizzazione che ha consentito a mille brontesi di avere la casa?» «O forse ho sbagliato nel rinforzare la distribuzione d'acqua rischiando denunce per avere dato con un pozzo ulteriori 25 litri al secondo di acqua? » ( E Dio sa quanto sia importante l'acqua in questo periodo). Ha elencato con dovizia di particolari le cose fatte.

«È stato un errore forse portare lavoro a Bronte e rendere Bronte una delle capitali politiche della Sicilia?». Il senatore Firrarello sapeva che qualora si fosse andati al ballottaggio Calanna rischiava di perdere e per questo il massimo sforzo è stato fatto al primo turno. [A. B., Giornale di Sicilia]

A destra una vignetta di Ciccio De Luca pubblicata da "Candido", il "Bollettino ufficiale del movi­mento Sinistra Brontese". Il movimento, costituito da un gruppo di dirigenti locali dei Ds insieme ad alcuni militanti dell'Ulivo e di Rifondazione Comu­nista, nell'ultima campa­gna elettorale sosteneva il candi­dato sindaco Maurizio Gorgone. Il bollettino era distribuito, gratuitamente e senza alcuna periodicità, la domenica lungo il Corso Umberto. Alla fine  (dal Giugno 2002) la pungente rivista passò a pagamento (solo mezzo euro).

Fu una bella meteora nella vita politica locale, dal tono scanzonatorio, pungente ed irriverente e con vignette graffianti ben disegnate da Ciccio De Luca. Lottava contro "il naturale masochismo del popolo brontese" e "per dare alla gente la possibilità di votare secondo coscienza"; cessò di vivere con il numero 7 di Domenica 20 Ottobre 2002  pubblicando, come ultimo "dono", il delizioso "Calendario Sinistro 2003 di sberleffi". Tratte da Candido il nostro sito ha pubblicato diverse vignette firmate da Cicciodeluca (fra le altre, Ci sarà una storia d'amore..., L'Ippoterapia, Il buono, il brutto e il cattivo, Cogli l'attimo!, Ho deciso di candidarmi..., L'equilibrista di Centro-Destra-Sinistra, Il maestro Perboni), gli "Auguri" dil Natale" del 2003 ed un'intervista al sindaco uscente Zappia del 23 Giugno 2002.



Dal Sabato, 15 Giugno 2002

A Bronte un risultato inaspettato alla vigilia

La vittoria di Leanza. Il neo sindaco indica il percorso della sua azione amministrativa

Nuovo sindaco di Bronte è l'on. Leanza

È il 15° dalla costituzione della Repubblica. Contro ogni previsione è riuscito a superare il candidato della Casa delle Libertà sorretto dal senatore Firrarello, dal vice presidente della Regione Castiglione e dall'ex sindaco Zappia. Con il beneplacito, dicono in tanti, del deputato azzurro Franco Catania

Il risultato del paese del pistacchio era atteso per il risvolto che può provocare non solo a livello politico locale. Alla fine i cittadini hanno scelto per il loro concittadino Salvatore Leanza, già vice presidente della Regione Siciliana negli anni '90 e deputato regionale per tre legislature fino al 1996, che ha voluto impostare la sua campagna elettorale come una svolta rispetto al sistema di potere che da anni imperava nella città, con il duopolio familiare del senatore Firrarello (suocero) e del vice presidente della Regione on. Castiglione (genero), e ponendosi in discontinuità con il sindaco uscente Zappia, eletto per ben due consiliature da un cartello di centrosinistra e nell'ultimo anno transitato nel centrodestra, e precisamente nell'Udc, partito con il quale si è candidato a consigliere comunale.

Sono state queste le argomentazioni che hanno permesso all'on. Leanza di superare il confronto con il suo avversario, espressione della Casa delle Libertà avv. Calanna, che al primo turno si era imposto con il 44.5% dei consensi contro il 30,4 dello stesso Leanza. Mentre al turno di ballottaggio Salvatore Leanza si è imposto con il 54,8% dei consensi (pari a 6.205 voti) contro il 45,2%, staccando così di ben nove punti il suo avversario.

Il risultato, tutt'altro che atteso alla vigilia, ha sorpreso lo stesso vincitore che, nel pomeriggio del 10 giugno, è stato festeggiato da un fiume di folla per tutta la centrale via Umberto. A pesare sul risultato sono state le divisioni interne all'interno della Casa delle Libertà che nella fase pre-elettorale è stata segnata da una divisione interna tra l'on. Franco Catania e la corrente Firrarello-Castiglione, e che si è consumata sino al ballottaggio, contraddistinguendo la campagna elettorale di risvolti clamorosi con la discesa in campo del senatore Marcello Dell'Utri in sostegno di un candidato a sindaco diverso da quello di Forza Italia. Sull'esito elettorale un ruolo chiave lo ha svolto l'on. Franco Catania il quale, prima del ballottaggio, ha invitato il suo tradizionale elettorato a scegliere liberamente tra Leanza e Calanna.

Lo stesso Leanza contattato dalla nostra testata su tale questione puntualizza: «Non c'e stato alcun apparentamento con le forze che al primo turno sostenevano il dott. Indriolo, ma con un gioco d'anticipo e, in ossequio alle disposizioni della legge elettorale, ho attinto in quel bacino scegliendo come designati assessori quelle personalità di cui peraltro mi pregio in passato di avere avuto rapporti di natura personale, politica e professionale».

Questi gli assessori del neosindaco: Alfio Paparo, Nino Leanza, Francesca Reale, Sara Costanzo, Vincenzo Sanfilippo, Antonello Caruso.

L'on. Leanza guarda avanti e parla del futuro della città: «La prima cosa che affronterò sarà l'annoso problema dell'acqua ma in linea generale mi comporterò come sindaco di tutti e nel rispetto dei rappresentanti istituzionali presenti a Bronte. Infatti appena insediato inviterò a Palazzo di Città, che è la casa di tutti, la deputazione brontese regionale e nazionale e il vice presidente della Regione per sedersi tutti insieme attorno ad un tavolo ed affrontare nel rispetto delle proprie competenze i problemi prioritari della città. Tutti dovranno fare la loro parte, compresi i consiglieri comunali eletti, ed avere come metro l'esclusivo interesse della comunità brontese che hanno dato loro la fiducia».

Problemi ne avrà da affrontare il neo sindaco Salvatore Leanza: e infatti, dovrà vedersela con un Consiglio Comunale senza maggioranza poiché la Casa delle Libertà ha fatto il pieno conquistando 14 consiglieri su 20. Notevolmente soddisfatti il gruppo dei Socialisti Democratici Brontesi che vedono dopo trent'anni un socialista alla carica più alta della città. Esprime la sua emozione il suo capogruppo Salvatore Pizzuto: «Per noi è una grande vittoria di gruppo, del tutto inaspettata, che ci permette di coronare anni di impegno politico con l'elezione di Salvatore Leanza, ma è anche un giorno storico per i socialisti, che a Bronte hanno avuto sempre un profondo radicamento culturale e sociale. Risale al 1969 l'ultimo sindaco di estrazione socialista, con l'avv. Antonio Venia».

E gli avversari? L'on. Calanna non digerisce la sconfitta, denuncia convivenze politiche del centrosinistra con una parte di Forza Italia e presenta ricorso per una presunta ineleggibilità di Salvatore Leanza, avendo quest'ultimo fatto a suo tempo un patteggiamento che per la legge equivarrebbe ad una condanna.

Ma la Prefettura in merito si è già pronunciata precisando come la legge che equipara il patteggiamento ad una condanna è del 13 dicembre 1999, mentre il caso del neosindaco Leanza si riferisce a parecchio tempo prima: nessuna legge può essere retroattiva. Si ricorda inoltre che il patteggiamento secondo la giurisprudenza non equivale ad una ammissione di responsabilità: infatti, il patteggiamento sulla pena è uno dei diversi procedimenti speciali previsti dal nostro legislatore. Ma al di là di tutto ciò, non può passare inosservato il risultato elettorale che vede Salvatore Leanza vincitore contro ogni previsione. Un risultato che è stato salutato dai cittadini, dalla gente comune e libera, la quale ha dimostrato il proprio affetto al neosindaco con un bagno di folla nel comizio di ringraziamento in piazza Spedalieri. [G.D.G.] 

Il commento di Salvatore Agati

La caduta dei (pre)potenti?

Finalmente, sono caduti, dirà qualcuno. Sì, era ora che i cosiddetti “ducetti" di provincia - uomini e donne peraltro senza scrupoli per le disonestà di cui giornalmente si rendono responsabili, senza rispetto alcuno nei confronti del prossimo, o meglio nei confronti di quel "popolo sovrano" che li ha elevati a reggitori della res publica, senza rossore per le infamie che continuamente "mettono in scena"... - subissero l'umiliazione della sconfitta. Per avere caparbiamente imposto la loro volontà, anzi, la loro (pre)potenza, che poi, in parole povere, non è altro che il gesto, l'azione di chi è (pre)potente, e cioè di colui che vuole imporsi a tutti i costi sugli altri, che fa valere con la forza e l'arroganza la propria volontà. Uomini e donne che al momento di farsi eleggere pietiscono il consenso popolare per poi utilizzarlo proprio contro chi quel consenso ha loro accordato. E quindi, un consenso che finisce per tradursi in un vero e proprio atto di oltraggio e di violenza, non nuovo, per la verità, nella storia della giovane democrazia italiana. E non solo italiana, a dar fede alle tante cronache che i mezzi d'informazione, giorno dopo giorno, ci "elargiscono ".

Sicché, alla luce degli ultimi responsi elettorali, di quelli cioè venuti fuori dalle urne in questa ultima settimana, possiamo facilmente affermare che il "popolo sovrano" non è poi così "pecorone, come vorrebbero i molti (pre)potenti che risiedono nei cosiddetti "palazzi del potere".

Nient'affatto. Semmai, dirà sempre qualcuno, sono questi ultimi a esser si illusi di poterla fare sempre franca, visto che, dopo avere imposto - come candidati a sindaco, ad assessori e a consi­glieri comunali - persone di loro fiducia, hanno finito per essere scaraventati a pancia all'aria. Sì, hanno finalmente "assaporato" la tragedia della sconfitta, il fiele buttato loro in faccia dagli elettori. All'improvviso, senza neppure accorgersi. E invece non è per nulla scontato che i (pre)potenti abbiano perso definitiva­mente il treno. Ma quando mai! Avranno, fuor di dubbio alcuno, da qui a poco nuove "carte" da giocare. Finiranno per avvicinarsi agli avversari, con il solito passo felpato. Per offrire loro un nuovo "patto d'azione': per venire incontro alle esigenze delle comunità amministrate. Così diranno. Quando, invece, d'altro si tratterà. Di veri e propri inciuci, alla faccia del "popolo sovrano" che finirà, ancora una volta, per essere circuito, sbeffeggiato, turlupinato. Anche se in maniera meschina. Alla stessa maniera di come fanno i prestigiatori. D'altronde, che differenza passa tra costoro e gli scaltri professionisti della politica?

Sono le prime battute d'avvio a darci la certezza di ciò che abbiamo sin qui affermato. Frasi del tipo: «Con la maggioranza che ci ritroviamo in consiglio comunale, faremo la nostra parte», «Non si illuda, il sindaco, di poter fare quello che vuole, perché noi, con i nostri consiglieri comunali sapremo difen­dere gli interessi della comunità», «Non è detto che noi non collaboreremo per la risoluzione dei problemi d'interesse generale»... lasciano chiaramente intendere che non tutto si ritiene perso da parte di quanti oggi si sono ritrovati nella polvere. Che ci sono sempre possibilità d'incontro tra chi ha vinto e chi ha perso. Sono, se si vuole, frasi volutamente cifrate. Per addetti ai lavori. Proprio così: perché Lor Signori sanno quel che dicono, sanno quel che fanno!

E poi ancora: chi potrà mai vietare agli eletti, così come d'altronde è avvenuto nella nostra provincia negli ultimi tempi, di saltare il fosso, per ritrovarsi pacificamente accanto ai nemici giurati di prima? Un gioco, questo, ormai all'ordine del giorno, al contrario di prima, quando cioè i partiti erano una cosa seria. Anche se, per la verità, non sempre riuscivano a frenare gli appetiti dei loro dirigenti. [Salvatore Agati]

 

13 Giugno 2002

L'INCHIESTA SU “TAVOLIERE” E “GARIBALDI”

Appalti. Il pm: 25 a giudizio

Richiesta per imprenditori, manager e politici

Castiglione: “Sorpreso ma fiducioso nei giudici” - Firrarello: “Mai percepito tangenti o interferito negli appalti”

Le inchieste sugli appalti per il «Tavoliere» (alloggi per studenti universitari) e per il secondo lotto dell'ospedale «Garibaldi», approdano, a tre anni di distanza dai fatti che portarono all'arresto di uomini politici e amministratori, professionisti e dirigenti d'azienda, funzionari. e imprenditori, davanti al giudice per l'udienza preliminare che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai Pm Nicolò Marino e Francesco Puleio per i venticinque «protagonisti» di quelle vicende che squassarono l'ambiente politico nazionale, scatenando polemiche istituzionali. Basti pensare all'arresto dell'allora sottosegretario al Tesoro, Stefano Cusumano {ed era la prima volta che un rappresentante del Governo finiva in carcere), e dell'assessore regionale all'Industria, Giuseppe Castiglione, oltre al coinvolgimento del senatore Pino Firrarello. I due appalti miliardari sarebbero stati, secondo l'accusa, gestiti da uomini politici e pubblici amministratori con esponenti di Cosa Nostra.

Agli atti dell'inchiesta ci sono le testImonianze dell'Imprenditore lombardo Giulio Romagnoli, che alcuni mesi dopo il suo arresto collaborò con i magistrati, illustrando l'iter dei due appalti, Tavoliere e Garibaldi, vinti, il primo dalla «Cogeco», il secondo dalla «Cgp». L'appalto del secondo lotto dell'ospedale sarebbe legato come un cordone ombelicale a quello degli alloggi universitari. L'uno e l'altro dimostrerebbero - a sentire i magistrati - che la mafia controllava il settore dei lavori pubblici in Sicilia grazie a «politici di riferimento» amici. (...)

«Certamente vengo colto di sorpresa dal provvedimento formulato dai Pm anche perchè quattro anni di indagini ritengo siano stati ampiamente sufficienti per chiarire ed acclarare la mia posizione», commenta in una nota l'on. Giuseppe Castiglione, oggi vice presidente della Regione siciliana. «Ritengo che i tempi per la formulazione della richiesta di rinvio a giudizio - aggiunge Castiglione - da soli commentano l'assoluta mia estraneità ai fatti contestati, Comunque, confermo la mia fiducia nella magistratura e mi adopererò perchè finalmente ed urgentemente un giudice possa nel più breve tempo possibile decidere ed acclarare la mia posizione che comunque emerge con nitidezza da questo lungo periodo di indagine». Dal canto suo il sen. Giuseppe Firrarello ribadisce in una nota di non aver «mai percepito tangenti e mai interferito nella gestione degli appalti dell'ospedale Garibaldi o di altri appalti».

«Malgrado l'incidente probatorio - aggiunge il parlamentare - abbia dimostrato la mia totale estraneità, la Procura insiste a formulare la richiesta di rinvio a giudizio. Nonostante questa forte insistenza, questi fatti non reggeranno sicuramente al vaglio dell'esame del giudice e finalmente sarà accertata la mia innocenza». (La Sicilia)
 

 

Novembre 2004, Assolto Castiglione  /  Giugno 2009, Firrarello, il gip archivia l’accusa di mafia  /  Ottobre 2012, Prescrizione per Firrarello


 

Giovedì 13 Giugno

DOPO SOLO TRE GIORNI DALLE ELEZIONI COMUNALI

Blitz ieri nei capannoni di Franco Catania

Carabinieri e Guardia di Finanza hanno, di buon mattino, effet­tuato ieri un vero e proprio blitz nelle aziende mani­fatturiere dell'on. Franco Catania, circondando i capan­noni, ispezionando i locali ed i registri contabili ed inter­rogando di dipendenti.

13 Giugno 20022

CATANIA. IL CASO GARIBALDI

Chiesto il rinvio a giudizio per Firrarello e Castiglione

I pubblici ministeri titolari dell'indagine sugli appalti sospetti del nuovo ospedale «Garibaldi" hanno richiesto il rinvio a giudizio del senatore di Forza Italia Pino Firrarello e del genero Giuseppe Castiglione, vicepresidente della Regione. Il rinvio a giudizio è stato richiesto anche per altri 23 personaggi coinvolti nell'inchiesta, compreso l'ex sottosegretario al Tesoro Nuccio Cusumano.

I reati contestati dai sostituti procuratori Nicolò Marino e Francesco Puleio comprendono il concorso in turbativa d'asta, il concorso esterno in associazione mafiosa e la corruzione, accusa sollevata solo nei confronti del senatore. L'attenzione degli investigatori è puntata sul sistema di aggiudicazione dell'appalto per la realizzazione del nuovo plesso dell'ospedale “Garibaldi”, alla periferia di Catania. Un meccanismo che i pm etnei hanno scandagliato servendosi dapprima delle dichiarazioni di un personaggio legato al clan Santapaola, Giuseppe Mirenna, che avrebbe parlato di appalti “pilotati” e, successivamente, delle imbeccate fornite dall'imprenditore milanese Giulio Romagnoli. «Ritengo che non ci siano le condizioni per richiedere il rinvio a giudizio - risponde Angelo Pennisi, difensore di Firrarello -. Per quanto ci riguarda, mancano gli elementi di prova. Lavoreremo per risolvere la questione in udienza preliminare. [Clelia Coppone, Giornale di Sicilia]

IL CASO

Richiesta di rinvio a giudizio per il senatore Firrarello, il vicepresidente della Regione Castiglione ed altre 23 persone fra cui l’ex viceministro Cusumano e l’ex manager Mangione. Una vicenda ancora oscura

Si riaccende il “caso Garibaldi”

Lo "scandalo" del nuovo ospedale “Garibaldi” continua a calamitare l'attenzione della Procura etnea.

La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai magistrati catanesi nei confronti dei personaggi illustri coinvolti nel terzo troncone dell'inchiesta - compresi il vicepresidente della Regione Giuseppe Castiglione e il suocero, il senatore Pino Firrarello, entrambi di Forza Italia - arricchisce di un altro capitolo la già intricata vicenda che ruota attorno alla costruzione del nuovo plesso dell'ospedale, a Nesima. Il rinvio a giudizio è stato richiesto dai pubblici ministeri Nicolò Marino e Francesco Puleio anche per altre 23 persone rimaste invischiate nell'indagine. Tra questi, l'ex sottosegretario al Tesoro Stefano “Nuccio” Cusumano, il funzionario regionale Valerio Infantino (ex commissario straordinario dell'Iacp catanese), Roberto Mangione, già direttore generale dell'azienda ospedaliera “Garibaldi”, Vincenzo Randazzo, titolare della Cogeco, e l'ingegnere palermitano Claudio Li Vigni. Personaggi eccellenti, quindi, che, nell'aprile del 1999, furono arrestati nel corso di un blitz condotto dagli investigatori della Dia e del nucleo operativo dei carabinieri su ordine della Procura.

Una vicenda particolarmente complessa, che riunisce in un unico calderone appalti aggiudicati in maniera "sospetta" - quello del secondo lotto del nuovo edificio del “Garibaldi” e della residenza studentesca del “Tavoliere”, nel capoluogo etneo - e possibili connivenze tra il mondo della politica e le organizzazioni mafiose. La spartizione degli appalti tra le imprese edili che fanno riferimento al milanese Giulio Romagnoli (la Cgp) e a Vincenzo Randazzo (la Cogeco) sarebbe stata "chiarita" nel corso di una riunione romana, che ebbe luogo nell'ottobre del 1997.

Lo stesso Romagnoli, uno degli "indagati eccellenti", raccontò agli inquirenti di aver incontrato casualmente Castiglione su un aereo in volo per Roma e che questi gli avrebbe richiesto un appuntamento per conto del suocero. L'incontro ebbe luogo in tempi strettissimi all'hotel Nazionale e, stando a quanto riferito da Romagnoli nel '99, oltre al vicepresidente della Regione, erano presenti il senatore Firrarello, l'ex sottosegretario Cusumano e Randazzo, la cui ditta - la Cogeco - si era aggiudicata l'appalto miliardario del 'Tavoliere'.

La riunione, quindi, avrebbe avuto lo scopo di lenire le 'ire' di Romagnoli, che si era visto soffiare l'appalto del ‘Tavoliere’ proprio da Randazzo. L'imprenditore milanese avrebbe dovuto considerare l'aggiudicazione dell'appalto per il secondo lotto del "Garibaldi" una sorta di "ricompensa" per la precedente 'sconfitta'. Castiglione, in quel frangente, si sarebbe dimostrato prodigo di consigli ed avrebbe invitato Romagnoli a rinunciare al ricorso già presentato al Tar. [Clelia Coppone, Giornale di Sicilia]



12 Giugno 2002

“Così ho battuto i capataz di Forza Italia”

Ma contro Turi Leanza, il redivivo di Sofia, c'è un ricorso per ineleggibilità

Una dozzina di anni fa voleva lasciarsi morire in terra straniera, aveva faxato per far sapere che avrebbe atteso nella lontana Sofia la «dama vestita di nero», e invece, macché morto, è resuscitato, facendosi eleggere a sorpresa sindaco di Bronte, lui socialista in un feudo di Forza Italia. E' Salvatore Leanza detto Turi, naso di Cirano, già vicepresidente del governo regionale. Non solo ha vinto con una coalizione di Centrosinistra, ma ha pure dato una strigliata al senatore Pino Firrarello, capataz di Forza Italia, e al genero Giuseppe Castiglione, assessore all'Agricoltura, entrambi di Bronte, che non è solo la patria del pistacchio, ma anche un singolare laboratorio politico.

Come ci sia riuscito con oltre seimila voti (54,8%), Turi Leanza lo spiega così: «Sulla carta il Centrodestra aveva l'80 per cento dei voti, sommando quelli di Firrarello, di Castiglione, di Franco Catania e dell'ex sindaco Zappia. Io in partenza potevo contare su un 15%, sarebbe stato sciocco sfidare un blocco così forte, e così avevo detto di non volermi candidare. Poi però ho visto che loro non si mettevano d'accordo. C'è stata la prevaricazione nei confronti di Franco Catania che era il fondatore di Forza Italia e che aveva indicato Indriolo come sindaco. Invece Firrarello, Castiglione e l'ex sindaco Zappia hanno ritenuto di poter imporre un loro candidato, l'ex deputato regionale Nunzio Calanna, nato e cresciuto socialista assieme a me e poi approdato in Forza Italia da tre mesi. Quando ho visto che la spaccatura era insanabile ho deciso negli ultimi giorni di presentarmi».

- E com'è riuscito ad avere tanti voti?
«Ho sfruttato i loro errori. Pensavano che al ballottaggio sarebbero entrati da una parte Calanna e dall'altra Indriolo. Solo che Indriolo sì è fermato al 20% mentre io sono arrivato al 30% e così sono andato al ballottaggio, pur non avendo alcun apparentamento e nessun accordo. Solo contro tutti. Ho rotto gli schieramenti rivali anche perché ho scelto sei assessori che provengono dalla società civile e che in alcuni casi avevano fatto parte del campo avverso. La gente tra l'altro voleva chiudere con il passato e io rappresentavo l'elemento di discontinuità».

Ma adesso vogliono rifilargli una polpetta avvelenata perché è stato presentato un ricorso per invalidare la sua elezione, avendo fatto a suo tempo un patteggiamento che per legge equivale ad una condanna. Il pretore di Bronte Bellanova s'è visto perciò depositare sul tavolo la spinosa questione che avrebbe trasmesso al prefetto di Catania. Cosa accadrà? Replica Turi Leanza: «Preciso che la legge che equipara il patteggiamento ad una condanna è del 13 dicembre del '99, mentre io il patteggiamento lo feci parecchio tempo prima e nessuna legge può essere retroattiva. Quindi sto tranquillo, la mia elezione è pienamente legittima».

I problemi non sono mai mancati a Turi Leanza, che ha sofferto anche il carcere. «Quello che mi è capitato - dice - non lo auguro ai miei peggiori nemici. Io me ne stavo tranquillamente a Malta, quando sento i notiziari delle televisioni catanesi e apprendo che sono ricercato con un mandato di arresto. Sono caduto nel panico. Che dovevo fare? Potevo finire in carcere? E così, invece di fare rientro a Catania, sono partito per la Bulgaria. Non sapevo nemmeno io cosa avrei dovuto fare, per questo ho scritto quella lettera in cui preannunciavo la mia morte. Sono stato latitante per un anno, abbandonato da tutti, macerandomi giorno dopo giorno, poi sono rientrato, ho fatto il carcere fino a quando la Cassazione non ha annullato il mandato di cattura e sono stato assolto».

- Riguardava le sovvenzioni all'area artigianale di Villafranca Tirrena?
«Non c'era solo quel processo, ma un'altra decina. E sono stato assolto da tutto, tranne in un processo in cui ho accettato il patteggiamento, perché allora, ripeto, patteggiare non significava ammettere la propria colpevolezza».

- Poi di Turi Leanza non s'è parlato più per lungo tempo.
«Mi portavo dentro questo peso. A Bronte ci andavo raramente, mi recavo alla sede del partito, giravo un po', ma vedevo che mi stavano lontano anche persone che pure nei miei confronti avrebbero dovuto avere motivi di gratitudine. Non avevo alcuna intenzione di candidarmi a sindaco se non avessi visto il Centrodestra spaccato e non fosse venuta da me tanta gente a chiedermi di presentarmi. Allora ho preso coraggio, ho raccontato il mio dramma personale in piazza, loro hanno capito e io mi sono finalmente sbloccato».

- Bronte è una piccola città di ventimila abitanti, tra l'altro con tradizioni culturali di grande prestigio. Insomma, ce n'è da lavorare.
«Solo che non ho la maggioranza al Consiglio comunale. Quindi mi attendo ostacoli, boicottaggi, cercheranno di provocare le mie dimissioni. Il ricorso contro la mia elezione è un primo segnale. Sarà una vita amministrativa piena di ostacoli. Ne ho passate tante, passerò anche questa». [Tony Zermo, La Sicilia]

 

13 Giugno 2002

Bronte, Castiglione:

“Opposizione istituzionale alla Giunta Leanza”

Salvatore Leanza è stato proclamato sindaco di Bronte ieri pomeriggio, nella sede staccata del Tribunale

E mentre Leanza si prepara a prendere in mano le redini del paese, in Forza Italia si discute ancora sull'esito elettorale che ha visto la coalizione sulla carta più forte perdere la battaglia più importante. In particolare, il vice presidente della Regione siciliana, on. Giuseppe Castiglione, difen­de la scelta di Nunzio Calanna candidato primo cittadino: «Prima di scegliere il candi­dato - afferma Castiglione - tutti i parlamentari di Forza Italia si sono riuniti e hanno deciso che chiunque fosse stato indicato sarebbe stato votato da tutti. La scelta di Calanna è stata fatta all'unanimità dalla coalizione, ma, nono­stante ciò, sono state presentate delle liste civiche a noi avverse. Abbiamo considerato il primo turno come elezioni primarie, per sce­gliere chi poi doveva essere il candidato da appoggiare a un eventuale ballottaggio; ma alla fine questo non è avvenuto».

Sul risultato, Castiglione commenta: «L'esito delle elezioni del Consi­glio dimostra co­me il Polo sia largamente maggioritario a Bronte. In campagna elettorale conosce­vamo i problemi di candida­bilità del sindaco del centrosinistra, ma non abbiamo sollevato la questione. La nostra è una battaglia di natura politica, non giuridica». Poi sul rischio che Leanza subisca dal Consiglio un'opposizione solo strumentale affer­ma: «La giunta Leanza è politicamente debole, ma il sindaco non dica neanche che non lo faranno governare. Negli ultimi 9 anni siamo stati all'opposizione e non abbiamo mai fato ostruzionismo. Atteggiamento analogo terremo con Lenza: una collaborazione istituzionale, ma nessun patto politico. Non siamo disponibili però a nessun "paterac­chio rosso-azzurro". Bisogna capire il prima possibile - conclude guardando le forze che attualmente sorreg­gono Leanza - se Franco Catania fa parte di questa maggioranza, se Di Pietro conferma il suo appoggio al sindaco e se i Ds sono compatti, visto che in una prima fase alcuni esponenti, come l’ex segretario regionale Claudio Fava, avevano preso le distanze da Leanza». (Fonte: La Sicilia)

24 Agosto 2002: Rigettato il ricorso di Nunzio Calanna contro Leanza



Risultati elettorali
I COMMENTI DELLA STAMPA

11 Giugno 2002

Leanza, un sorpasso contro ogni previsione

L'ex deputato regionale ha staccato di nove punti il suo avversario

Gridano "Ha vinto Bronte" i sostenitori di Salvatore Leanza, lungo il corso Umberto, portando in trionfo il proprio candidato, oggi sindaco della Città del pistacchio. A Salvatore Leanza è riuscito quel sorpasso che alla vigilia era solo paventato dalle forze del centrodestra, forti del risultato del primo turno che lasciava intra­vedere una, anche se non facile, vittoria. Così non è stato, è Leanza ha staccato di più di nove punti percentuali il suo avversario, conquistando il 54,75% delle preferenze e quella carica di sindaco che determina ufficialmente il suo rientro nell'attività pubblico-amministrativa.

E' felice Leanza e non nasconde la sua gioia. Saluta tutti con entusiasmo e si gode il bagno di folla. «Non mi aspettavo una simile vittoria - ci dice -, anche se al primo turno avevo avuto un successo personale che testimoniava l'ottimo lavoro svolto all'assemblea regionale siciliana. Lavoro che ha portato benefici alla cittadinanza, e Bronte non lo ha dimenticato. Oggi vivo - continua - con uguale intensità il risultato elettorale del 1981, quando sono stato eletto alla Regione anche allora contro ogni previsione».

Attorno a Leanza vi sono alcuni suoi assessori che ascoltano le risposte che il neo sindaco concede senza indugi: «I cittadini - prosegue - hanno premiato la coerenza, l'intelligenza e la politica con la P maiuscola, mentre è stata sconfitta l'arroganza ed il trasformismo. Io sono soddisfatto perché con me ha vinto il popolo di Bronte e vi assicuro che sarò il sindaco di tutti». Certo il suo compito non è facile. Lo aspetta una dura opposizione in un Consiglio comunale dominato dalla Casa delle Libertà: «Ho già detto in campagna elettorale - risponde Leanza - che questo esalterà il ruolo del sindaco nel confrontare con i cittadini e con il Consiglio comunale l'adempimento dell'articolato programma elettorale che ho presentato. I consiglieri poi esplicano un mandato popolare, e anche se non sono dalla mia parte devono rispondere alla città delle scelte che fanno. Da premettere che se dall'opposizione dovessero giungere proposte positive queste saranno accettate, nel rispetto del confronto leale che rappresenta il trionfo della democrazia».

Il neo sindaco adesso guarda avanti e parla del futuro: «La prima cosa che farò - ci dice - mi siederò attorno ad un tavolo assieme ai rappresentati istituzionali del mio paese, della Provincia, della Regione e del Governo centrale, sicuro di aver avuto dal popolo l'autorità per far arrivare a Bronte ciò che Bronte merita. Insomma anche loro dovranno fare la propria parte. Farò anche un analisi - conclude - di ciò che è stato fatto in questi 10 anni per portare alla luce le cose buone ed anche eventuali responsabilità». Leanza poi non contesta le affermazioni di Calanna, pronto a dimostrare che la sua vittoria non è frutto dell'accordo con l'on. Franco Catania: «Sarei stato un ingenuo - risponde - a non attingere a quel bacino d'elettori in dissenso con Forza Italia nel nominare i nuovi tre assessori. Non si è trattato però di un "inciucio" con l'on. Catania, che talaltro è anch'egli una vittima della sopraffazione altrui. Ho soltanto scelto tre assessori nella sua area senza alcun accordo, scelta che la gente ha ricompensato, premiando me e anche l'on. Franco Catania».

Per Leanza è stata la Casa delle libertà a commettere gli errori più grossi, con Calanna che non è riuscito a monetizzare il patrimonio espresso dal centrodestra nel Consiglio comunale. Poi sostenuto dall'abbraccio dei suoi sostenitori è andato in testa al corteo per salutare Bronte che lo ha voluto primo cittadino. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]



Un giorno di rassegnato stupore

Calanna: “Il centrosinistra ha vinto con i voti di Fi”

Non nascondono lo stupore derivato da una sconfitta inaspettata nel quartiere generale della Casa delle Libertà. Tutti, compreso l'avv. Nunzio Calanna, mostrano un'aria rassegnata, convinti di aver fatto l'impossibile per andare al governo del paese; senza purtroppo riuscirci. Il risultato del primo turno e soprattutto il notevole distacco dal secondo, davano fiducia. I leader della coalizione alla vigilia sostenevano che mai l'elettorato di centrodestra avrebbe potuto spostarsi a sinistra e sostenere Leanza. Oggi invece, proprio Calanna, anche se con pacatezza, sostiene che a determinare la vittoria di Leanza è stato proprio quell'accordo che le forze dell'on. Franco Catania avrebbero fatto con il neo sindaco: «Io ho riconfermato il dato ottenuto al primo turno - afferma Calanna -. Oggi Bronte ha il sindaco che è stato scelto dalla sinistra con l'apporto determinante delle forze dell'on. Franco Catania.  La prova sta nel fatto che tre assessori sono tesserati in Forza Italia e appartenenti al gruppo di Catania. Mi conforta il fatto che in Consiglio comunale, dove abbiamo la maggioranza, alcuni punti del mio programma, attraverso il bilancio, potranno essere realizzati».

Poi Calanna si rivolge a Leanza augurandogli un buon lavoro, ed assicurando che la maggioranza del Consiglio comunale mai si cimenterà in un'opposizione strumentale: «La coalizione della Casa delle Libertà - afferma - non è mai stata contro Bronte e mai lo sarà nel futuro. Se Leanza proporrà al Consiglio idee interessanti non troverà certamente dei muri». Poi molti, pian piano, vanno via lasciando quella sede per più di un mese luogo di incontro e lavoro per la ricerca del consenso. [G.G.] 

, 11 giugno 2002

Sicilia, cadono le roccaforti della destra

In Sicilia i risultati dei ballottaggi sono lontani dal cappotto del 61 a zero, ed il centro-sinistra riesce ad espugnare roccaforti del centro-destra e città dove alle ultime nazionali il Polo aveva superato il 60%.

(...) A Bronte, roccaforte del centro-destra, nota per le sue industrie tessili, il candidato del poten­te senatore Pino Firrarello e del vicepresidente della Regione Giuseppe Castiglione, Nunzio Calan­na, è sta­to clamorosamente battuto, dal candidato del centro-sinistra Salvatore Leanza, che al secondo turno ha ottenuto quasi 25 punti, passando dal 30,4% al 54,8%.

Una spaccatura interna a Forza Italia, che ha portato al disimpegno la corrente degli azzurri, guidata da Franco Catania, che ha smentito il suo appoggio al centro-sinistra, ma ha dichiarato: «È stata punita l’arroganza di chi ha voluto imporre dall’alto la candidatura di Calanna». (...) ] Salvo Fallica]

11 Giugno 2002

Leanza strappa Bronte a Forza Italia

Forza Italia litiga e Turi Leanza vince. Nella città del pistacchio, ma soprattutto del senatore di Forza Italia Pino Firrarello, del vice presidente della Regione Giuseppe Castiglione, anch'egli di Forza Italia e del deputato regionale Franco Catania, anch'esso di Fi (messi insieme i tre rap­pre­sentano una valanga di voti), la contesa del ballottaggio, era tra due socialisti doc, entrambi ex deputati regionali.

L'uno, Salvatore Leanza, già assessore regionale e vice presidente della Regione, schierato con il centro-sinistra; l'altro Nunzio Calanna gettato nella mischia dalla Casa delle libertà, ma soprat­tutto da Firrarello. E su questa scelta non è stato d'accordo l'on. Franco Catania, che aveva proposto un suo candidato il quale è rimasto fermo al 12% delle preferenze, suscitando l'ilarità di Firrarello: «l'hanno votato" i dipendenti della fabbrica di Franco Catania», aveva detto a commento del voto di primo turno.

Politica paesana, dunque, fatta di dispetti vicendevoli ed ecco che Salvatore Leanza sbaraglia il campo con il 54,8% e torna in auge. Lo era stato anche nella Prima Repubblica e lo era stato per il suo dinamismo, il suo saper fare politica tra la gente e per la gente, con una fantasia che ha precorso i tempi. Ma, ahilui, è rimasto coinvolto nelle vicende buie di quell'èra che sembra lontana e che non è mai finita. Era il periodo delle tangenti ai partiti e Leanza, si battè (minac­ciando pure il suicidio) per invocare una modifica della norma che trasformasse le dazioni di danaro in finanziamento ai partiti per quei costi esagerati- che la politica aveva. E ha ancora. (d. c.)

11 Giugno 2002

Rimonta irresistibile per Leanza

Salvatore Leanza è il nuovo sindaco di Bronte. Questo il verdetto definitivo delle urne dopo il ballottaggio elettorale, nelle elezioni amministrative del dopo Zappia. Leanza, appoggiato da un cartello di centro sinistra composto da Democratici di sinistra, rifor­misti di centro, Primavera Siciliana, Bronte dei valori, Socialisti riformisti e dalla civica Evoluzione e Benessere, vince e batte, a sorpresa, il candidato della Casa delle Libertà Nunzio Calanna, che al primo turno aveva ottenuto il primato col 44 per cento dei voti. E invece il ballottaggio ha letteralmente ribaltato la situazione, con Calanna che non ha neanche riconfermato il trend del primo turno con 5128 voti ottenuti nei confronti degli oltre 5500 del 27 maggio (anche se in percentuale ha ottenuto un punto in più col 45,25%) contro i 6205 voti di Leanza (quasi tremila in più rispetto al 27 Maggio) con il 54,75 in percentuale. Hanno votato in 11.815 (130 sono state le schede bianche e 352 le nulle).

Una disfatta, per la Casa delle Libertà, che certamente ha pagato a caro prezzo la scissione in casa forzista con il gruppo dell'onorevole Franco Catania (deputato regio­nale all'ARS che al primo turno aveva portato un suo candidato, il medico Carmelo Indriolo, fermatosi al 20%) che ha “tradito” Calanna. E d'altro canto lo stesso neoelet­to Leanza ammette di aver sfruttato al meglio la situazione nominando assessori tre uomini (Antonino Leanza, Rosaria Costanzo e Francesca Reale) vicini alle liste civiche che avevano appoggiato al primo turno Indriolo e che si aggiungono ai nominati al primo turno (Vincenzo Sanfilippo dei Riformisti, Antonello Caruso dei Ds, e Alfio Paparo). «In certi casi conta l'esperienza, e non c'è bisogno di inciuci, tutto è stato fatto alla luce del sole», dice il nuovo primo cittadino. Aggiungendo che sarà «il sindaco di tutti», e che cercherà la collaborazione del senatore Firrarello e del vicepresidente della Regione Castiglione, i primi “supporter” dello sconfitto Calanna. Il quale ovviamente ammette la sconfitta e si duole dell'«ibrido connubio» - così lo chiama - tra Leanza e l'onorevole Catania. «Il feeling tra loro due è cosa nota da tempo, dal voto di Palermo. E d'altra parte anche io personalmente in queste due settimane ho cercato Catania, ma non si è mai fatto trovare...».

Finisce così, quindi, a Bronte, con i festeggiamenti in casa Leanza (nel pomeriggio subito dopo i risultati ufficiali, si è creata una lunga sfilata in corso Umberto con il neo sindaco in corteo sostenuto dai suoi elettori) e con un inevitabile amaro in bocca in casa Calanna anche se, come ha commentato lo stesso esponente della Casa delle Libertà, che ha mancato un obiettivo che sembrava già raggiunto, si è trattato comun­que di «un grosso risultato personale e politico per la coalizione». [Orazio Longo - Luigi Putrino].



Domenica, 9 Giugno 20022

I candidati dei due grandi schieramenti cercano disperatamente alleanze e consensi - Dai comitati elettorali in pieno corso Umberto è scattata la caccia agli indecisi - La frangia del deputato forzista Franco Catania potrebbe fare da ago della bilancia

Brontesi alle urne per il sindaco

Tra Calanna e Leanza sfida all’ultimo voto

C'è un'unica grande strada, a Bronte, che percorre la città dall'inizio alla fine attraversando il centro storico e la periferia: Corso Umberto. Con i suoi balconcini ornati e con il manto stradale ancora in basole di pietra lavica. È qui, in questo meraviglioso scorcio di città, che si svolge per lo più la vita del paese. Ed è proprio qui che si trovano dislocati, quasi gli uni di fronte agli altri, i vari comitati elettorali, dei due candidati a sindaco di Bronte, Nunzio Calanna e Salvatore Leanza, che oggi e domani si sfideranno fino all'ultimo voto per centrare l'obiettivo dell'elezione finale. Uno scrutinio che potrebbe camminare sul filo del rasoio fino all'ultimo minuto. Di apparentamenti non ce n'è, e questo si sa, ma l'attenzione è tutta puntata verso quella grossa frangia di elettori che al primo turno hanno votato Carmelo Indriolo: come si muoveranno adesso? Appoggeranno il candidato della Casa delle Libertà, Nunzio Calanna, o alimenteranno la frattura col gruppo del senatore Pino Firrarello andando a votare il candidato del centro sinistra Salvatore Leanza? Tra un bar e l'altro (col pistacchio sotto il naso) c'è qualcuno, altezzoso e depositario della "verità", che cerca di spiegarci manovre e manovrine secondo cui la tornata elettorale premierà l'uno o l'atro candidato; altri ancora, col nostro quotidiano sotto braccio, ci chiedono, in disparte, se in effetti non ci siano chiavi di lettura sotterranee sconosciute magari ai più. La verità è che nessuno ne sa effettivamente molto.

I cosidetti "grandi" stanno abbottonati, mentre i "piccoli" vantano accordi sotto banco probabilmente mai realizzati. Certo è che la frangia che fa capo all'onorevole forzista Franco Catania potrebbe fare da ago della bilancia, e portare il conteggio conclusivo a una volata finale, mentre a sinistra il gruppo di Maurizio Gorgone (quarto arrivato alle elezioni di quindici giorni fa) non pare essere intenzionato a votare per Leanza optando invece per la scheda bianca. Venerdì sera gli ultimi comizi hanno visto i due candidati, uno dietro l'altro, davanti ai propri elettori in piazza Spedalieri per l'ultimo comizio elettorale. E ieri mattina la gente era tutta in piazza ad affrontare discussioni su discussioni, fino alle undici del mattino però, quando in campo è scesa l'Italia, quella vera dei mondiali di calcio, che ha portato tutti dentro davanti al televisore con la politica che, mestamente, si è messa da parte, almeno per una volta. [Orazio Longo, Giornale di Sicilia]




8 Giugno 2002

E Catania guarda a sinistra

La tessera di Forza Italia continua a tenerla in tasca, per il momento a mettere in mostra sono i fac-simile del centro sinistra. E' la doppia personalità dell'onorevole Franco Catania, presidente dei questori all'Ars ed esponente del partito di Berlusconi nel catanese. A Bronte, infatti, dopo avere spaccato il Polo candidando a sindaco il medico Carmelo Indriolo, e avere racimolato appena duemila voti, si é schierato con l'esponente di centro sinistra Salvatore Leanza che ha ricambiato con la nomina di tre assessori in giunta: Nino Leanza, Sara Costanzo e Franco Reale. Il ballottaggio si preannuncia più agguerrito che mai. La Cdl schiera Nunzio Calanna, supportato dall'onorevole Giuseppe Castiglione, dal coordinatore nazionale dell'Udc, Raffaele Lombardo e dal presidente della provincia Nello Musumeci. Qualcuno parla di provvedimenti disciplinari. «Approfondiremo la situazione dopo il voto - dice Pippo Fallica, responsabile per gli Enti Locali di Fi - purtroppo nel piccoli comuni non sempre si riesce ad avere un quadro chiaro degli schieramenti». (Fonte: Centonove)



7 Giugno 20022

Gli ultimi appelli di Calanna e Leanza

I due candidati sindaco hanno ufficializzato la squadra degli assessori

Oggi è l'ultimo giorno di campagna elettorale nella cittadina del pistacchio. Domani i brontesi rifletteranno se eleggere il candidato della Casa delle Libertà, Nunzio Calanna, oppure quello del centrosinistra, Salvatore Leanza. Il primo è forte del 44%

delle preferenze raccolte al primo turno, che lo ha visto arrivare davanti agli altri tre concorrenti, mentre il secondo al ballottaggio cerca il sorpasso. Questi gli assessori scelti dai candidati.

Nunzio Calanna agli assessori già designati Nuccio Biuso, Giuseppe Di Mulo e Salvatore Gullotta ha scelto Alfredo Pinzone (primo degli eletti nella lista dell'Udc), Aldo Catania (primo degli eletti non solo in Forza Italia ma anche rispetto ai candidati di tutte le altre liste) e Vittorio Triscari.

Salvatore Leanza, invece, ai già scelti Alfio Paparo, Vincenzo Sanfilippo e Antonello Caruso, ha aggiunto Francesca Reale, Antonino Leanza e Rosaria Zammataro Costanza.

La città ormai attende soltanto che le urne rendano pubblico il proprio verdetto. I comizi, i dibattiti televisivi ormai hanno trasmesso alla gente gli ultimi messaggi agli elettori che domani sceglieranno il loro sindaco. Intanto se è vero da una parte che nessuno dei candidati ufficialmente ha effettuato apparentamenti con altre liste e che il deputato regionale, Franco Catania, (che al primo turno ha sostenuto il dott. Carmelo Indriolo) ha dichiarato di disinteressarsi al ballottaggio e lasciare liberi i propri elettori, parte della Giunta di Leanza è costituita proprio da suoi sostenitori.

Decisa la posizione del gruppo «Sinistra brontese» che al primo turno ha sostenuto come sindaco Maurizio Gorgone. Questa, infatti, non appoggerà né Calanna, né Leanza. Voterà, come ci hanno dichiarato, scheda bianca per senso civico e rispetto delle istituzioni. L'avvocato Antonio Petronaci, candidato nelle liste che al primo turno sostenevano il dott. Carmelo Indriolo, invece, ha deciso di appoggiare Calanna sostenendo di far parte di An e per questo motivo di appoggiare il candidato del Polo. Lo stesso Petronaci, però, ha dichiarato di non riconoscere l'assessore designato da Calanna, cioè Giuseppe Di Mulo a causa di dissidi interni precedenti, ma solo di natura politica. [Fonte: La Sicilia]



5 Giugno 2002

Calanna senza Catania
e Leanza lancia la sfida

di Andrea Lodato

Sorride il senatore Pino Firrarello, mentre passeggia tra le vie di Bronte. Sorride il vicepresidente della Regione Giuseppe Castiglione, genero del senatore. Sorridono alla vigilia del ballottaggio con cui Bronte eleggerà il suo sindaco. Dal primo turno è stato spazzato via il candidato presentato dall'on. Franco Catania. Il derby tutto interno a Forza Italia è finito prima di cominciare. Nunzio Calanna ha stravinto ed è volato al ballottaggio, l'on. Catania è andato in tv a spiegare che quella partita era persa e che per il futuro si sarebbe visto. Nessun accordo con Calanna, in sostanza e, nemmeno, apparentamenti con Salvatore Leanza candidato del centrosinistra.

La prima bufera ha lasciato questo, su Bronte. Poi l'incontro chiarificatore mancato tra Firrarello e Catania, una "pace armata" che non s'è potuta chiudere, neanche con i tentativi di seminare serenità e nuove prospettive da parte di Giuseppe Castiglione.

Insomma, ai vincitori Catania ha ribadito il suo no. E se non ha detto, di certo, sì a Leanza, resta il fatto che con il candidato del centrosinistra sono finiti tre degli uomini che stavano al primo turno con Franco Catania. Questo che significa? Che sotto sotto il deputato che marca la sua distanza dall'area Firrarello tira la volata a Leanza? Ufficialmente no, con i fatti e con i voti alla fine si vedrà. E i due candidati? Calanna sino a qualche giorno fa sperava ancora di presentarsi unito e compatto con tutto il partito al ballottaggio. Si è rassegnato, e attacca le sue argomentazioni con la forza del Consiglio Comunale conquistato con 13 consiglieri. «Lavoreremo in sinergia con Provincia, Regione e Governo nazionale, ma penso anche alla maggioranza che vede il nostro schieramento politico protagonista a Bruxelles. Abbiamo grandi progetti per Bronte, e questi collegamenti, così come la maggioranza in Consiglio, saranno fondamentali».

Ma il ritorno di Turi Leanza è una sorpresa per Calanna? Magari si aspettava un ballottaggio tutto interno al centrodestra. «Leanza non è una sorpresa, certo. E' un personaggio che ha fatto politica per tanti anni a Bronte, ed è stato sostenuto dalla sinistra storica di questo centro. Adesso vedremo che accadrà al ballottaggio». Potrebbe prendere i voti dell'area di Franco Catania, dicono i maligni, dicono gli accordi chiusi da Leanza, dicono le voci di corridoio. O no? «Secondo me, se l'on. Catania fosse arrivato ad un appoggio del candidato del centrosinistra, avrebbe davvero creato un incrocio innaturale. Impossibile. E poi non si possono dire certe cose agli elettori un giorno e cose esattamente contrarie il giorno dopo».

Calanna frena sulle posizioni ideologiche l'eventuale rischio di veder transitare a sinistra consensi di Catania. Turi Leanza si sarebbe accontentato, forse, alla vigilia di immaginarsi proiettato al ballottaggio. Oggi scalpita. «Che ci fossero molte difficoltà lo immaginavo, che ci sperassi è altrettanto vero. Qui, tra l'altro, non esiste attualmente una configurazione tradizionale di centrosinistra. C'è il sostegno dei partiti di quest’area, ovviamente, ma soprattutto la forza di liste civiche che hanno creduto nel mio progetto e nella mia scommessa».

Leanza torna in sella, si ripropone, riprende la sua corsa politica. Ed ha creato, per uscire da una posizione defilata, una sorta di "uno contro tutti", senza cercare amici eccellenti che venissero a Bronte a sostenere la sua candidatura. Ha superato così il primo turno e così cerca di battere Calanna? «Ho lottato con le mie forze e con quelle di chi ha ritenuto di non dovere accettare situazioni di fatto che sembravano intoccabili. Del resto avevo contro il centrodestra che pensava di portare i suoi due candidati al ballottaggio, c'era contro l'amministrazione uscente, sindaco in testa, Adesso ci presentiamo con questa Giunta che è una composizione non opportunistica, ma equilibrata, delle forze, delle idee, della voglia di lavorare per Bronte». Calanna, a questo punto, tira fuori anche i suoi argomenti. «Per me in testa a tutto c'è il problema dell'acqua, che crea problemi alla nostra agricoltura. E partiremo con il rifacimento della rete idrica e con il Prg e con la riqualificazione del centro storico».

L'elenco è lungo. Leanza non sciorina idee e progetti. Parte dalla base. «Dovremmo ricominciare a fare politica seriamente, uscendo dalle logiche dei partiti e delle sponsorizzazioni che nulla hanno a che vedere con le realtà che bisognerà amministrare. E se il mio avversario ricorda che il centrodestra ha già la maggioranza in Consiglio, io non trascurerei il particolare che in queste condizioni avere il sindaco che non ha la maggioranza è una doppia garanzia. Per il lavoro della Giunta, per il potere di controllo dei consiglieri. Il tutto a beneficio del paese e dei cittadini». Insomma ognuno la gira come gli va. L 'importante è vincere, qui, non partecipare! E, poco più avanti, ogni promessa si dovrà trasformare in realtà. Sino a domenica è consentito quasi tutto E ogni verità prima del voto, ha ancora cento interpretazioni. Ovviamente.  (Fonte: La Sicilia)

Calanna, l'uomo del Polo

Nunzio Calanna, candidato sindaco per il centrodestra, è sposato e ha due figlie. E' avvocato penalista e nel suo passato politico è stato deputato regionale, ricoprendo anche la carica di componente di diverse commissioni regionali e di vice presidente della Commissione antimafia. E' stato anche consigliere provinciale nel 1994, eletto nella lista civica Cartello '94. Al primo turno per l'elezione del sindaco di Bronte la coalizione cui fa riferimento ha ottenuto 13 consiglieri comunali, quindi la maggioranza. Ed è questo uno degli argomenti con cui il candidato sta conducendo la sua campagna per il ballottaggio. Inutilmente, invece, è stato cercato un riavvicinamento con l'on. Franco Catania, uno degli esponenti di punta di Forza Italia, che al primo turno, in rotta con il gruppo Firrarello, aveva presentato come candidato Carmelo Indriolo.

Calanna: «Ma anche senza l’accordo con il deputato di Forza Italia, abbiamo già la maggioranza e grandi progetti per il paese»

Leanza, feeling allargato?

Salvatore Leanza è il candidato delle liste di centrosinistra e delle liste civiche che si sono riconosciute nel suo progetto politico. Cinquantacinque anni, sposato, padre di due figli, è imprenditore e dirigente d'azienda. Vanta un lungo curriculum politico, essendo stato consigliere comunale dal '73 al '92 e vicesindaco di Bronte dal '79 all'81. Eletto deputato regionale dall'81 al '96, ha ricoperto la carica di assessore regionale al Commercio, Artigianato, Cooperazione, Pesca, insieme a quella di vice presidente della Regione. Dal 1991 al 1992 è stato assessore regionale ai Lavori pubblici. Non ha concluso l'apparentamento con la liste che avevano sostenuto al primo turno il candidato Indriolo, ma alcuni degli uomini scelti per la sua squadra provengono proprio da quell'area.

Leanza: «Senza sponsorizzazioni eccellenti, contiamo su programmi chiari con cui ricominciare a fare politica seriamente»



Domenica, 2 Giugno 2002

Il sì delle liste civiche a Leanza

Bronte, niente accordo tra Calanna e Indriolo

Era nell'aria e così è stato. Niente accordo tra Nunzio Calanna, candidato sindaco della Casa delle libertà, e Carmelo Indriolo (pupillo del Deputato Regionale di Forza Italia Franco Catania, e terzo arrivato alla conta del 27 maggio scorso). E così al ballottaggio elettorale di domenica prossima per l'elezione del nuovo sindaco brontese, l'azzurro Calanna si presenterà al voto con l'appoggio delle sole cinque liste di centrodestra già presenti al primo turno (Forza Italia, An, Cdu, Cde e Calanna per Bronte). Tra gli assessori, oltre ai già designati Nuccio Biuso (Cde), Giuseppe Di Mulo (An) e Salvatore Gullotta (Fi) entrano nella squadra anche Alfredo Pinzone (Udc), Aldo Catania (Fi) e Vittorio Triscari (Fi). Niente apparentamenti neanche per Salvatore Leanza, candidato sindaco del centrosinistra, che però ottiene di fatto (anche se non ufficialmente) il favore delle liste civiche che in prima battuta avevano sostenuto il medico brontese Carmelo Indriolo.

Leanza (appoggiato da Ds, Riformisti, Socialisti, Bronte dei Valori e "Evoluzione e Benessere") che al primo turno aveva ottenuto il 30 per cento delle preferenze contro il quarantaquattro di Calanna, ha nominato assessori anche Franca Reale (vicina alla lista Veri Forzisti), Nino Leanza (in orbita a Sviluppo e Libertà) e Rosaria Costanzo (oltre ai già designati Vincenzo Sanfilippo dei Riformisti, Antonello Caruso dei DS e Alfio Paparo). [Orazio Longo, Giornale di Sicilia]



1° Giugno 2002

Indicati gli assessori

I due candidati al ballottaggio per la carica di sindaco hanno oggi completato l'indicazione dei sei componenti la Giunta municipale:

Candidato sindaco

Assessori già indicati nel Programma elettorale

Completano la Giunta

Nunzio Calanna

Nuccio Biuso (Cde), Salvatore Gullotta (Fi), Antonio Di Mulo (An)Aldo Catania (Fi), Alfredo Pinzone (Udc), Vittorio Triscari (Fi)

Salvatore Leanza

Antonello Caruso (Ds), Alfio Paparo, Vincenzo SanfilippoSara Costanzo, Antonino Leanza, Francesca Reale



Dal Sabato, 1 Giugno 2002

Calanna o Leanza?

Su questi due nomi il prossimo 9 giugno i brontesi saranno ulteriormente chiamati ad esprimersi per eleggere il "primo cittadino". Il responso delle urne del 26-27 maggio ha voluto, infatti, che lo scontro finale avvenisse tra due "giganti" della politica brontese.
L’avv. Calanna sostenuto dal centrodestra (Fi, An, Calanna per Bronte, Cde, Udc) si è imposto con il 44,42% dei consensi pari a 5.552 preferenze contro i 30,37% dei voti del candidato Leanza sostenuto da una coalizione civica e di centrosinistra (Socialisti riformisti per Bronte, Evoluzione e Benessere per Bronte, Democratici di Sinistra per Bronte, Lista dei Giovani, Riformisti di Centro) che ha ricevuto 3.796 voti. Restano fuori dal ballottaggio gli altri candidati a sindaco: il dott. Carmelo Indriolo, sostenuto da una coalizione civica, ha ottenuto il 18,71% pari a 2.338 consensi e il prof. Maurizio Gorgone che, con la lista Sinistra Brontese, ha ottenuto il risultato elettorale di 6,50% con i suoi 812 voti di preferenza. Il centrodestra ha ottenuto 13 consiglieri, 4 la coalizione civica che sostiene Leanza, 3 i seggi attributi allo schieramento di Indriolo mentre nessun seggio è stato attribuito alla Sinistra Brontese di Maurizio Gorgone.

Due tendenze opposte hanno sancito il risultato dei candidati a sindaco che si schiereranno nel ballottaggio. Per il candidato Leanza vi è stato forte consenso di opinione elettorale in quanto sulla sua persona sono confluiti circa 1.600 voti in più rispetto ai voti dei partiti della coalizione che lo ha sostenuto. Segno di un affetto che i cittadini brontesi gli hanno voluto dimostrare nonostante la sua lunga assenza dalla politica della città. Le liste del centrodestra hanno avuto un consenso plebiscitario dall'elettorato con il 60% dei consensi, con Forza Italia primo partito con il 26% dei consensi, ma che non sono bastati all'avv. Calanna per superare al primo turno la sfida, poiché sulla sua persona sono confluiti il 44,5% delle preferenze, Senza le sue divisioni interne, quindi, la Casa della Libertà non avrebbe avuto avversari. Il neo-consigliere comunale più votato è stato Aldo Catania cui i cittadini hanno attribuito un vero plebiscito con ben 764 voti di consensi. Si siederà negli scranni del Consiglio comunale anche l'ex sindaco dott. Mario Zappia eletto con 141 voti di preferenza. Nel day-after i brontesi si chiedono come si risolveranno gli apparentamenti per la prossima tornata elettorale del 9 giugno. Calanna-Indriolo o Indriolo-Leanza?

Un ruolo chiave che determinerà il successo dei due contendenti sarà quello del dott. Carmelo Indriolo il quale, con il suo ottimo risultato elettorale, rappresenta l'ago della bilancia. Uno dei big della politica brontese, l'on. Franco Catania, ha adesso la pallina del gioco in mano. Nella fase pre-elettorale, l'on. Catania si rese protagonista di una rottura all'interno del Polo brontese e, dopo avere subìto la revoca della delega del simbolo di Forza Italia, in polemica con la corrente Firrarrello-Castiglione, decise di esprimere la autorevole candidatura del dott. Indriolo, sostenuto da tre liste civiche con riferimento localistico. Da parte sua l'on. Leanza, anch'egli sostenuto da uno schieramento civico, non ha mai nascosto il desiderio di poter raggiungere un accordo con il dott. Indriolo. In paese si parla già di un ticket Leanza-Indriolo, che potrebbe assumere la carica di vice sindaco.

Quindi Calanna o Leanza? Noi pensiamo che il destino non è rimasto a guardare nella scelta dei due contendenti. In passato i duce candidati di oggi alla carica di sindaco sono stati uniti dalla stessa appartenenza politica in quello che fu il Psi. Era il 1992 quando l'allora vice presidente della Regione Turi Leanza invitò l'avv. Calanna a scendere nell'agone politico, attribuendo a quello che era uno stimato professionista del foro la investitura di segretario locale del partito socialista italiano. Poi presero altre strade: l'on Calanna diventò deputato all'Ars dopo il declino politico dell'on. Leanza, grazie al sostegno dal gruppo socialista che oggi milita in buona parte nello Sdi brontese, partito di cui lo stesso Leanza è riferimento politico provinciale. Ma i tempi cambiano e i partiti pure. Oggi l'avv. Calanna milita in Forza Italia e da uomo delle istituzioni non ha mai perso come riferimento il vice presidente della Regione, che oggi è sempre un brontese ma non è più Leanza, bensì l'on. Giuseppe Castiglione, genero del senatore Firrarello.
Corsi e ricorsi storici! [G.D.G.]
 

 

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