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Castiglione |
Il principe del Foro che amava
la Politica
Luigi Castiglione
Talento straordinario per l'oratoria e la notevole cultura
Luigi
Castiglione, acutissimo avvocato del Foro di
Catania di cui fu principe a tutti gli effetti, fu il quarto
deputato brontese a sedere fra i banchi di Montecitorio.
Nacque a Bronte il 21 giugno 1881 da una famiglia di modeste condizioni
economiche, anche se la madre (Nunzia Tirendi) aveva un rapporto di
parentela col card. Antonio De Luca.
Rimasto orfano del padre Francesco a sette anni, fu ammesso a studiare
nel prestigioso collegio Capizzi (allora gestito dai Padri Salesiani),
dove frequentò le scuole elementari e ginnasiali e, successivamente,
continuò gli studi in un seminario di Roma.
Qui, per gli ottimi risultati raggiunti, fu chiamato all’Università
Pontificia Gregoriana, ove conseguì la laurea in Teologia («probatus
magna cum laude»). Il giovane Luigi però non volle farsi sacerdote; aveva già deciso la
strada da percorrere nella vita: la professione d'avvocato. Con questa determinazione torna in Sicilia e nonostante la laurea in
teologia, priva di riconoscimento statale, deve riprendere gli studi medi
ed iscriversi alla prima classe del Liceo Spedalieri di Catania. Due anni dopo consegue da esterno la maturità classica e torna a Roma per seguire i
corsi della Facoltà di Giurisprudenza. Superato il primo biennio rientra
a Catania dove, il 20 novembre 1909, consegue la laurea ed inizia
l'attività professionale. Dotato di un
talento straordinario per l'oratoria al quale si accompagnava una
notevole cultura e un timbro di voce estremamente modulabile e potente
ebbe subito un grande successo.
Incomincia anche ad avviarsi alla carriera politica abbracciando gli
ideali del Partito Socialista. Per sensibilità e preparazione culturale
Luigi Castiglione non può non aderire agli ideali del socialismo e lo
fece, com’era nella sua natura, totalmente. |
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A destra, Luigi Castiglione in una caricatura di A. Mazzola
tratta da "Il Ciclope"
(anno I, numero 1 del 14 luglio 1946).
Nella didascalia che accompagnava il disegno, L. Margaglio scriveva:
«A Luigi Castiglione che la mano non pretende
per aver da demiurgo, la medaglia o le prebende» |
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Quando Castiglione si candidò alle elezioni dell'aprile 1947,
che doveva eleggere la prima Assemblea regionale siciliana, lo stesso giornale
così lo presentò: «Un socialista: Luigi
Castiglione
Gran
cuore, grande mente, cultura vasta e profonda: maestro di diritto,
avvocato magnifico, di quelli che dopo aver difeso senza onorario
il cliente povero, gli danno per giunta i soldi per il viaggio. Con queste spiccate doti, Luigi Castiglione brontese di buon
sangue, scende in campo per il P.S.L.I., dopo aver costantemente
rifiutate le cariche in ogni tempo offertegli.» ["Il Ciclope", anno II, n. 7
del 13 Aprile 1947] |
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Nel 1910 fu consigliere comunale a Bronte
(sempre nel partito socialista).
Durante le numerose sedute alle quali partecipò, si battè strenuamente per la soluzione di annose questioni, quali la vendita dei boschi,
la costruzione dell'acquedotto, il ripristino della viabilità urbana, la
carente situazione igienico-sanitaria del paese, la costruzione
dell'ospedale, dell'edificio scolastico di piazza Spedalieri e tante,
tante altre che ancora oggi non hanno ancora trovato definitiva risoluzione. Dopo la parentesi del primo conflitto
mondiale, al quale partecipò assolvendo il dovere di soldato anche se
ideologicamente contrario all'interventismo, riprende la professione
forense e l'attività politica. Negli anni bui del fascismo non abiura i suoi principi democratici ed
assume la difesa di quanti vennero perseguitati per le loro idee. Caduto
il regime divenne prezioso il suo apporto per la ricostruzione del partito
socialista e per la formazione di una nuova società democratica. Il rigore morale e i meriti culturali fecero di Castiglione un personaggio
di grande notorietà e non a caso gli Alleati lo proposero come prefetto
della Provincia di Catania; alla fine del 1945 gli viene offerto il
delicato incarico di sottosegretario alla Giustizia. In entrambi i casi
Luigi Castiglione rifiuta. Nelle prime
elezioni regionali del 1947, eletto deputato alla prima Assemblea
Regionale Siciliana, non accetta nemmeno l'invito dell'on.
Alessi di assumere la carica di presidente nel primo governo regionale
siciliano. Dimissionario dalla carica di consigliere regionale (il 2
marzo 1948), nelle
elezioni del 18 aprile
1948 fu a 67 anni il quarto deputato brontese a sedere
fra i banchi di Montecitorio, eletto nella Sicilia orientale nella lista del
Fronte Popolare (racchiudeva il Partito Comunista ed il
Partito Socialista nenniano), iscritto nel Gruppo
parlamentare Unità socialista (prima legislatura della
Repubblica italiana). Fu componente della Commissione speciale per il controllo
delle armi (giugno 1948 - novembre 1949), della III Commissione Diritto, procedura e ordinamento
giudiziario, affari di giustizia ed autorizzazione a procedere
(giugno 1948 - luglio 1949) e della V Commissione Difesa (1 luglio -
18 novembre 1949). Ma
anche l’attività in questo mandato politico fu di breve durata in quanto si dimise il 18 aprile 1949, per motivi di
salute e per continuare la professione forense. La sua vera passione, infatti, più che l'attività politica, restò
sempre la professione di penalista dove con la sua straordinaria foga
oratoria e la sua preparazione giuridica non aveva rivali. Era benvoluto da tutti, non solo per la sua bravura professionale, ma
anche per il suo immenso cuore. Oltre che privo di ambizione Castiglione,
infatti, non era interessato al denaro. Gli onorari accettati dai clienti
rappresentavano sempre cifre modeste e ai meno abbienti, ma anche agli
amici e ai paesani, prestava gratuitamente la sua assistenza. Fece della sua professione un autentico momento d’incontro tra morale,
cultura e diritto. Straordinario e geniale penalista, partecipò ai più
importanti processi che si celebravano nella città etnea. Per il suo
aspetto ieratico e sofferente e la grande foga oratoria fu definito "l'apostolo".
Eppure, durante le orazioni giudiziarie, dimostrava una forza magnetica
che sublimava il ragionamento. Chi lo conobbe di persona, rammenta i confronti durissimi con Giovanni
Albanese (altro grandissimo penalista). Castiglione e Albanese
incrociarono spesso le loro spade dialettiche in modo veramente
memorabile. A quel tempo il processo veniva partecipato dal pubblico con un autentico
coinvolgimento emozionale e con passione oggi pressoché scomparsi. I
processi a cui partecipava Castiglione erano sempre affollati: molti
partivano da tutta la provincia (tanti anche i brontesi che si recavano
appositamente a Catania) per sentire la dolce melodia «dell'usignolo
del tribunale» o «dell’angelo
della parola» (così era chiamato). Negli ultimi anni di vita, ormai sofferente per due attacchi di trombosi,
si allontanò gradatamente dall'ambiente politico e forense per ritirarsi
a vita privata confortato dalla cognata Rosalia, dalla sorella Ignazia
(nonna dell’ex presidente della Corte Costituzionale Antonio La Pergola)
e dai nipoti. Stava scrivendo una "storia del socialismo in Sicilia" allorché
la morte lo raggiunse. Era la mattina del 19 giugno 1956. La
fine del grande giurista suscitò profonda emozione e smarrimento nei
numerosi amici, nei discepoli, nelle autorità e nel popolo catanese.
"Voce di tenore e di sirena"
dissero di lui durante la commemorazione funebre.
Per ricordare la grandezza e i meriti di Luigi Castiglione, Bronte gli ha
dedicato una strada (così come altri Comuni della provincia di Catania) e una scuola, Catania una strada, il Consiglio
dell'Ordine degli Avvocati di Catania ha istituito in suo onore una
borsa di studio.
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Lo
«zio Barba»
A destra, l'avv. Gigi Castiglione
ancora giovanissimo (nel 1904) e, a sinistra, in una foto dell'aprile
1924, conservata nella Biblioteca Comunale, con dedica autografa ad un
altro illustre e noto penalista brontese, Giovanni Gorgone, "perchè ricordi sempre
chi per primo l'addestrò all'arte forense godendo di essere ben presto
superato".
Nel 1987, un suo illustre nipote,
Antonio La Pergola (foto a
sinistra), giudice e Presidente della Corte Costituzionale
(1986-1987), Ministro delle Politiche
comunitarie nei governi Goria e De Mita (1987-1989) e parlamentare europeo (1989), nel
ricevere la cittadinanza onoraria di Bronte («Custodia legum Civilitatis
est indicium - La città di Bronte col cuore di madre elegge figlio tra i
suoi figli Antonio La Pergola, severo custode di Scienza e Diritto»,
questa la motivazione) ringraziando, rievocava i ricordi della sua
gioventù: il viso dolce della madre, la casa patema, i cari nonni, la
folla di amici e infine lo «zio barba», cioè lo zio Gigi Castiglione,
così chiamato per la caratteristica barbetta.
Da questa nobile figura
egli dichiarò di aver assimilato il senso cristiano della vita, della
libertà e del dovere, il culto e la pratica dell'onestà. |
Gigi Castiglione ringrazia Bronte
Dopo la sua elezione, Gigi Castiglione ringrazia il Sindaco per gli auguri rivolti allo stesso come neodeputato
all'Assemblea Regionale
Bronte, 12 maggio 1947
Illustre signor Sindaco,
La prego di accogliere le mie più vive grazie per il suo gentile telegramma di
cui ho avuto conoscenza ieri, dopo il mio ritorno da Roma. Le sue parole buone e
generose mi hanno commosso.
Certamente la mia cagionevole salute, la tarda età è
sopratutto la mancanza di ogni attitudine tecnica, non mi conferiscono la
necessaria preparazione al compito cui sono stato chiamato; ma posso assicurarle
che la fiducia accordatami dai lavoratori di Bronte avrà, con la mia imperitura
e doverosa gratitudine, il suggello del più scrupoloso adempimento dei miei
doveri verso la nostra cara terra.
Se il partito dona un orientamento spirituale
a guida di ogni azione politica, è pur vero che al di sopra di tutte le forme
ideologiche vi è la legge di probità che ha un valore di etica moderatrice ed
universale, che le armonizza e le sovrasta.
Con i più deferenti saluti
Luigi Castiglione |
"Non era una persona ambiziosa"
Perché Luigi Castiglione più volte rinunziò alle cariche politiche,
quando gli altri si tenevano con i denti la poltrona del potere?
L'avvocato Antonello Dato,
che per più di dieci anni esercitò la professione nello studio di Luigi Castiglione, suo discepolo e collaboratore e del cui culto è
custode,
ci ha
fornito la spiegazione per il rifiuto d’incarichi, per i
quali molti sarebbero disposti a qualsiasi compromesso:
«Castiglione non era una persona ambiziosa, aveva invece un profondo senso del dovere
che non gli permetteva di accettare impegno alcuno senza la
certezza di poterlo assolvere.
Aveva superato i 60 anni e le
condizioni di salute non buone non gli avrebbero permesso di far
fronte al duplice impegno professionale e politico. Costretto a
scegliere, optò per la professione forense che praticava con lo
spirito di missionario».
Nel Dicembre 2002, Bronte
ha concesso la
cittadinanza onoraria all'avv. Antonello Dato per «l'amore
da lui dimostrato nei confronti di un grande brontese: Luigi
Castiglione» |
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Giovanni Gorgone
L'avvocato
Giovanni Gorgone fu uno dei tanti discepoli dell'avvocato Luigi Castiglione,
emulandone la correttezza e la preparazione.
Era nato a Bronte il 23 dicembre 1895 ed iniziò la professione forense nel
1920. Nel 1943 riprese
l'attività politica che durante il periodo fascista aveva interrotta
militando nel Partito Socialista, al quale aveva aderito da studente
liceale. Quattro anni dopo, nelle prime elezioni regionali del 20 aprile 1947,
Giovanni Gorgone,
insieme con
Luigi Castiglione e Antonino Isola, si candidò nella lista del Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani (altri due brontesi il notaio Nunzio Azzia e l'avv.
Vincenzo Schilirò si presentarono nella Democrazia Cristiana). Giovanni Gorgone fu
componente del «Comitato di Liberazione Nazionale»,
redattore del giornale «Il Riscatto», consigliere provinciale e
consigliere all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Nel cinquantennio
di attività forense, molti sono stati i suoi scritti e le sue ricerche
pubblicate dalle più importanti riviste di diritto penale. Prima di morire, lasciando la professione di avvocato penalista e
ritirandosi ad una tranquilla vita privata ha donato tutti i suoi libri,
quadri e foto
alla biblioteca comunale «Deluchiana» di Bronte.
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