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IL FORUM CATANESE INTERVIENE DOPO LA SOSPENSIONE DELLE AUTORIZZAZIONI AI NEGOZI «L'acqua di Bronte non fa male» Anche il Forum catanese per l'acqua pubblica interviene nel «caso vanadio» per il quale a Bronte sono state sospese le autorizzazioni sanitarie ai negozi del settore alimentare. «E' quanto meno sospetto - scrivono Bonforte e Pulvirenti - che l'unico paese a essere interessato da multe sia Bronte, mentre nessun timore e, dunque, nessuna multa interessa gli altri paesi, che pure si riforniscono della stessa acqua e per i quali i controlli degli stessi dirigenti dell'Asp risultano quiescenti. La soluzione che sta per delinearsi, ovvero l'idea di un potabilizzatore dell'acqua, risponderebbe a questa logica emergenziale, ma ancora una volta si userebbero, malamente, risorse regionali, circa 2 milioni di euro, per non risolvere il problema (solo a Bronte) e, anzi, peggiorarlo in quanto, come è noto, l'osmosi inversa producendo il 70 % di acqua non potabile che in questo caso probabilmente risulterebbe ad altissima concentrazione di vanadio e se allo scarico superasse i limiti di legge, a conti fatti, verrebbe considerata un rifiuto speciale e, dunque, si aggiungerebbe al danno la beffa degli ulteriori costi di smaltimento per la cittadinanza». La ricerca. Studio pubblicato a Oxford: ferro e radon oltre i livelli massimi L' Etna che fa ammalare «Troppi metalli nell'acqua» La media più alta al mondo di tumori alla tiroide. Le cifre. Nella zona si ammalano 31 donne su 100 mila. Più del doppio rispetto al dato italiano Catania - Ci si ammala di tumore alla tiroide a Catania, più che ogni altra parte del mondo e una delle causa potrebbe essere l'acqua potabile che arriva dall'Etna, ricca di metalli pesanti potenzialmente pericolosi. È stata accertata la presenza di ferro, boro, manganese e vanadio oltre che di radon con livelli spesso al di sopra della massima concentrazione ammissibile. Che Catania detenesse il primato per un tumore che colpisce soprattutto le donne si era capito da tempo. Ma finalmente si riesce a scoprire il motivo. Sul Journal National Cancer Institute di Oxford, una delle più importanti riviste internazionali di oncologia, è stata pubblicata una ricerca realizzata dagli istituti di endocrinologia siciliani in collaborazione con l'osservatorio epidemiologico e l'Arpa, l'Agenzia per l'ambiente. Nel periodo 2002-2004 i ricercatori hanno accertato che l'incidenza di tumori alla tiroide in provincia di Catania è stata di 31,7 casi ogni 100 mila abitanti nelle donne e di 6,4 per gli uomini. Contro una media della metà nel resto dell'isola (simile a quella italiana): 14,1 casi per le donne e 3 per gli uomini. Nell'area etnea quindi c'è qualche fattore di rischio. Altre ricerche avevano evidenziato che questa zona dell'isola e le Hawaii sono accomunate dall'alto numero di tumori della tiroide ed era stato immediato il collegamento con l'unica cosa che hanno in comune, cioè un vulcano. Ma se fino ad ora si era data molta importanza alle emissioni di vapori lo studio pubblicato sulla rivista americana analizza anche la qualità dell' acqua. Per una ragione. «Ci siamo accorti - spiega Riccardo Vigneri, direttore dell' istituto di Endocrinologia di Catania - che l'incidenza di tumori alla tiroide in provincia di Catania è alta anche nei comuni che sono lontani dal vulcano. Mentre non è così in aeree della provincia di Messina che sono più vicine all'Etna. Da qui gli accertamenti sull'acqua che è l'unico elemento che accomuna i residenti della provincia». Ma cosa c'è di pericoloso nell'acqua dell' Etna? Le analisi hanno accertato livelli di metalli pesanti e radon troppo spesso al di sopra del cosiddetto mac (massima concentrazione consentita). Così per il vanadio in 193 campioni d' acqua sui 280 esaminati, per il boro in 131 campioni su 468, fino al Radon che supera il Mac in 48 campioni su 119. E questo per un bacino idrico enorme: ben 1.700 milioni metri cubi d'acqua utilizzata da 750 mila persone. Ecco perché gli stessi ricercatori vogliono evitare allarmismi. «Nell' acqua ci sono metalli pesanti potenzialmente pericolosi - spiega Gabriella Pellegriti, responsabile esecutivo della ricerca - ma attenzione: non abbiamo la dimostrazione scientifica di un rapporto causa-effetto tra queste sostanze e l'insorgenza dei tumori. C'è invece una linea di ricerca sulla quale occorre continuare a lavorare». Lo studio ha accertato l'aumento di un particolare tipo di tumore alla tiroide cosiddetto «papillifero». «Spesso - spiega la Pellegriti - l'insorgenza di questo tumore è correlata ad una mutazione genetica di un gene chiamato braf. Nei tumori tiroidei di Catania questa alterazione è più frequente che altrove ed è possibile che sia dovuta alla presenza di un carcinogeno ambientale di natura vulcanica presente nell'aria o nell'acqua». La ricerca sta suscitando grande interesse nella comunità scientifica soprattutto in altre aree del mondo in cui ci sono vulcani attivi. [Alfio Sciacca -Corriere della Sera del 9 novembre 2009] | |||||
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Il problema maggiore rimane la condizione precaria della rete idrica Problema acqua risolto: arriva tutto il giorno Così almeno si afferma in un comunicato del sindaco E’ grazie al secondo pozzo Musa, all’utilizzo dei serbatoi “Stazione, Annunziata, Sant’Antonio e Salici”, all’individuazione di alcune perdite nella rete idrica, ed alla sostituzione di parte della stessa, se a Bronte quest’anno l’acqua arriva nei rubinetti per quasi l’intera giornata. La storica emergenza idrica, che ha visto il momento peggiore nel 2002, sembra, infatti, un lontano ricordo, grazie alle ricerche e gli studi del dott. Giovanni Cavallaro, incaricato dal sindaco a trovare le soluzioni più ottimali per dare più acqua ai brontesi. “L’attività svolta - ha affermato Leanza - ci ha consentito di erogare un servizio idrico in tutto il centro urbano nella maggior parte delle ore diurne. Questo - continua - per buona parte grazie allo scavo del secondo pozzo Musa, che ha consentito di ottenere una portata utile da entrambi i pozzi Musa di circa 45 litri al secondo”. “Poi - continua l’assessore Salvatore Pizzuto - abbiamo provveduto a rendere efficienti i serbatoi che ci hanno permesso accumulare le acque nelle ore notturne per erogarle in quelle diurne”. Ma il problema maggiore rimane la condizione precaria della rete idrica: “Infatti - continua Leanza - stiamo cercando le perdite. 46 sono state individuate e 9 già riparate, recuperando oltre 5 litri al secondo e 15 alla fine del lavoro”. A ciò si aggiungono le sostituzioni di tratti di rete in Viale Sardegna (intervento già finanziato e realizzato), in via Duca degli Abruzzi (intervento già finanziato, appaltato ed in fase di realizzazione) ed il viale Indipendenza (intervento in corso di finanziamento) che andranno a risolvere annosi problemi grazie a parte di fondi comunali e parte di risorse del commissariato per l’Emergenza idrica. Ma ci domandiamo: i problemi nelle zone di campagna come saranno risolti? “Anche qui siamo intervenuti. - risponde Leanza - Abbiamo attivato nel periodo estivo un’erogazione del servizio con turnazione settimanale al fine di limitare al minimo le dispersioni idriche e garantire il servizio per le utenze residenziali”. Insomma la sete estiva a Bronte sembra ormai alle spalle. EMERGENZA IDRICA. Trenta litri al secondo in meno dai pozzi Musa e Ciapparazzo. Il presidente del Consorzio: abbiamo agito in linea con l'Istituto idrografico regionale Bronte, la falda acquifera si abbassa L’«Acoset» dimezza la portata Il Comune interviene con quattro progetti per rifare le condotte Paradossale per quanto possa apparire la Capitale del pistacchio pure essendo circondata da sorgenti, è costretta ad elemosinare acqua. Alla sorgente Musa dopo i recenti disagi causati da un abbassamento del primo pozzo, a causa del pompaggio più massiccio dal secondo (scavato alla profondità di 200 metri, 50 in più rispetto all'altro), è intervenuta la squadra dei tecnici del comune che ha proceduto a sincronizzare il sollevamento dei due pozzi tarando la pompa da 80 cavalli del primo a 12 litri, per cui otto in meno rispetto ai 20 precedenti. Mentre la pompa da 125 cavalli del secondo, per evitare che prosciugasse il primo, o comunque che ne facesse abbassare il livello del battente, è stata predisposta per sollevare 28 litri, anche qui 8 in meno rispetto alla portata che è appunto di 36 litri al secondo. Attualmente pertanto nella rete cittadina da Musa si immettono circa 40 litri al secondo, visto che si sollevano circa 16 litri meno; infatti in base alla singola portata da quei bocchettoni sulle falde dell'Etna, ne sarebbero dovuti sgorgare 56. I disagi più significativi attualmente riguardano la parte del centro abitato servita dall'Acoset tramite la sorgente di Ciapparazzo. Il consorzio infatti da mercoledì scorso - ha confermato il geometra Giuseppe Greco dell'acquedotto comunale - ha fatto scendere l'approvvigionamento per la cittadina etnea portandolo esattamente da 41 a 27 litri al secondo, come ha rilevato lo strumento installato al sollevamento di contrada Rinazzo. E ai 14 litri in meno, si aggiunge la riduzione di 16 da Musa, in una rete decrepita non sono pochi. Ma sulla rete fatiscente bisogna ricordare che l'amministrazione comunale per tamponare i casi più gravi ha presentato 4 progetti da 60.000 euro ciascuno, per rifare parte della condotta, e che questi si trovano già all'attenzione del Commissario per l'emergenza idrica a Palermo in attesa del finanziamento. | |
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L’amministrazione comunale non ridurrà le tariffe, anzi potrebbero aumentare - Iniziati gli scavi per il secondo pozzo in contrada Musa, le trivelle già a quota 195 metri Bronte, poca acqua e pure al vanadio An chiede la riduzione del canone Alte concentrazioni di ferro nel pozzo di Piano dei Grilli - vietano l'uso potabile Il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Antonino Petronaci ha depositato due interrogazioni relative alla carenza d'acqua chiedendo chiarimenti se l'Amministrazione comunale intende procedere alla riduzione del canone e quali accorgimenti adotta per la potabilizzazione dell'acqua erogata ai brontesi e, se è stata immessa nella condotta l'acqua di «Piano dei Grilli», con quali accorgimenti per evitare rischi per la salute dei cittadini. L’avviso del sindaco Turi Leanza alla cittadinanza «Poca acqua, evitate gli sprechi» Manifesti murali e avvisi per invitare i cittadini ad evitare sprechi e ad utilizzare l'acqua solo per scopi igienico sanitari. Una necessità l'ha definita il sindaco Turi Leanza nel manifesto a causa dei «lavori di scavo del secondo pozzo in contrada Musa, poiché è diminuita la erogazione del quantitativo di acqua assegnato dal consorzio Acoset al comune di Bronte». Ma al disservizio «giustificato» si è aggiunto il problema di vedere scorrere dai rubinetti delle proprie abitazioni un liquido che a tutto sembrerebbe assimilabile tranne che ad «acqua per fini igienico-sanitari» e per capirlo basta saper aprire un rubinetto e vedere scorrere quel refluo torbido color marrone. L'acqua che non c'è Uno dei malesseri di Bronte è proprio la mancanza dell'acqua. Non solo essa scarseggia ma continua a tutt'oggi a non essere potabile. Qualche anno fa il sindaco comunicò che l’acqua non si poteva bere, poi non se ne è saputo più nulla. Qualche consigliere comunale ha cercato di insistere sull'argomento ottenendo la solita risposta: siamo in attesa delle analisi. I brontesi sono dunque costretti a fare la fila nelle pubbliche fontane. Qualcuno può comprare acqua minerale, ma la maggior parte non se lo può permettere perché il disagio dura da anni. A questo punto, se si accertasse che anche l'acqua delle fontane, poiché mancano le analisi, fosse non potabile chi ripagherebbe questa povera gente per la loro salute? Inoltre la quantità di acqua che ci viene erogata oltre che non potabile è anche del tutto insufficiente per le quotidiane esigenze. L'estate è appena passata, tutto tace come sempre. (Ernesto Di Francesco, Lo Specchio e il Piacere, anno I n. 4, Settembre 1994) | ||||||
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