- La prima figlia, Nunzia Rosaria (n. progr. 1.1.1) nasce nel 1809 e in prime nozze sposa Matteo Carrubbo ma non ha figli; morto il primo marito, sposa in seconde nozze Vito Scoglio e ha sei figli. - Placido (il quarto figlio, n. progr. 1.1.4) sposa nel 1838 Rosalia Camano; ha una sola figlia Nunzia (1.4.1) che nel 1858 sposa Francesco Mirenda e nascono altri otto bambini. - La quinta figlia, Santa Nunzia (n. progr. 1.1.5), sposa Antonino Mannino in prime nozze e nascono due figli (Concetta e Illuminata); similmente alla sorella Nunzia Rosaria, morto il marito, in seconde nozze sposa Nunzio D’Errico ma la coppia non ha figli. - Il sesto figlio di Paolo Di Bella, Rosario Giuseppe Illuminato (n. progr. 1.1.6), nel 1842 sposa la sedicenne Nunzia Calanna. La coppia ha due figli: Anna e Giuseppe che nel 1869 sposa la coetanea Maria Schilirò che gli dà sei figli: Angela, Giuseppe (sposa Maria Cirritto), Luigi, Rosario, Biagio (sposa Maria Caterina Gaios) e Vincenzo. - La settima figlia di Paolo, Giuseppa Nunzia (n. progr. 1.1.7) si unisce in matrimonio con Salvatore Gorgone ed ha quattro figli (Rosario, Carmela, Nunzia e Domenico). - La sorella, Francesca (n. progr. 1.1.8) sposa Paolo Bonaventura e genera otto figli (Maria, Francesco, Salvatore, Venerando, Giuseppa, Grazia, Nunzio e Nunzia). I discendenti di Giuseppe Salvatore Basilio e Innocenza Pace
Del terzo figlio del capostipite Rosario di Bella, Giuseppe Salvatore Basilio (progr. 1.3), che ha dato vita al ramo brontese più consistente e sviluppato dei Di Bella, abbiamo molte più notizie tanto da poter arrivare dalla fine del 1700 all’attuale ottava generazione. Nato nel 1791, all'età di ventisette anni, Giuseppe Salvatore Basilio nel 1818 sposa la diciassettenne Innocenza Pace. Dal 1820, due anni dopo il matrimonio, al 1845, dalla coppia nascono 9 figli: Antonino (1820, si sposa con Concetta Amato, n. prog. 1.3.1), Rosaria (1823), Maria (1827), Giuseppe Pietro (1830), Carmela (1833, a diciassette anni sposa Nunzio Vincenzo Camuto, progr. 1.3.5), Nunzio (1836, sposa Maria Rosa Salanitri, n. progr. 1.3.6), Rosaria (1839), Luigi (1843) e Rosaria (1845). Il sesto figlio di Giuseppe Salvatore Basilio e Innocenza Pace, Nunzio Di Bella (n. progr. 1.3.6, vedi foto 1) sposa Maria Rosa Salanitri anche lui con un ottimo risultato: la coppia genera ben quindici figli ed una miriade di nipoti. Tralasciando quest’ultimi, vogliamo elencare di seguito i quindici nati (quattro maschi e undici femmine) dal matrimonio tra Nunzio e Maria Rosa: - Salvatore (1859, sposa Nunziata Patti), - Giuseppa (1860, morta un anno dopo), - Innocenza (1861), - le gemelle Maria (1863, morta due anni dopo) e Giuseppa (1863, sposa Antonino Mavica), - Rosa (1864, sposa nel 1885 Salvatore Russo, labbruni, n. progr. 1.3.6.6), - Maria (1866), - Giuseppa (1868), - Giuseppe (1869, morto nel 1880), - Salvatore (1871, sposa Clorinda, vedi foto 2), - Maria Giuseppa (1873), - Angela (1874, nel 1892 sposa Nunziato Meli, n. progr. 1.3.6.12), - Maria Cristina (1876, diventata monaca di clausura, col nome di suor Maria Annunziata), - Giuseppa (1881, sposa Antonino Mavica) e l'ultimo(2), nel 1882, - Alessandro (n. progr. 1.3.6.15) che sposa Carmela Barbaria. Vale la pena qui ricordare Angela (la dodicesima figlia, n. progr. 1.3.6.12), che sposa Nunziato Meli dandogli sei figli e, soprattutto, il quindicesimo, Don Alessandro Di Bella (n. progr. 1.3.6.15, vedi foto 3), noto a Bronte per aver diretto il Macello comunale per molti anni fino al suo ritiro, che imparenta i Di Bella con la famiglia Barbaria. Nel 1908 sposa, infatti, Carmela Barbaria (n. progr. 1.1.7.2.5 della genealogia della famiglia Barbaria) e ai discendenti di Rosario e Rosaria si aggiungono altri sei figli (vedi foto 3) quattro maschi e due femmine: - Nunzio (1909), - Giuseppe (1911), - Maria Rosa (1913), - Vincenzo (1919), - Salvatore (1920) e - Clorinda (detta Linda, 1923). Il primo di questi sei figli, Nunzio (n. progr. 1.3.6.15.1) sposa nel 1947 Giuseppa Ignazia Misuraca. Dal loro matrimonio (vedi foto 5) nascono Alessandro (1.3.6.15.1.1) e Nicola. I nipoti di Alessandro, Leonardo figlio di Francesco e Carlotta figlia di Nunzio, sono fra gli ultimi arrivati nella famiglia e rappresentano, con i progressivi 1.3.6.15.1.1b.4.3 e 3.1, l'ottava generazione dal capostipite Rosario. Il secondo, Giuseppe (n. progr. 1.3.6.15.2) sposa Concetta Battiato e nascono Alessandro e Vincenzina (vedi foto 4). La terza è Maria Rosa (n. progr. 1.3.6.15.3) sposa nel 1937 Angelo Romeo (nascono Emerenziana, Alessandro e Michele). Il quarto, Vincenzo (n. progr. 1.3.6.15.4) nel 1950 sposa Maria Rosa Mavica. Il quinto figlio, il nostro carissimo Salvatore (uno dei quattro soci fondatori dell’Associazione Bronte Insieme, n. progr. 1.3.6.15.5), dopo aver girato il mondo finisce in Australia dove diventa ben presto un affermato e noto costruttore edile dando vita alla generazione australiana dei Di Bella. In Australia Sam, così è chiamato dagli amici, incontra Maria Catena Lo Blanco e nel 1953 la sposa; dalla coppia nascono due figlie (foto 6): Sandra Carmel (n. progr. 1.3.6.15.5.1, sposa Stephan Fiztsimons e genera Sarah, Nicole e Thomas) e Marilyn Rose, 1.3.6.15.5.2, che sposa Roger Sewell e gli dà un figlio dal nome Luke Matheu. Sam non ha resistito alla nostalgia del paese natio e da circa un ventennio è ritornato a Bronte dove vive circondato dagli amici tra Circolo di Cultura (di cui è stato presidente), siti web e collegamenti video con l’Australia. Nunzio Longhitano Agosto 2009
Note: (1) Sul registro matrimoniale della Matrice (fine 1700) è segnato che Paolo sposa a vent'anni e la moglie Maria a sedici; facendo i conteggi, ho ricavato l'anno di nascita. In altri fogli ho scoperto invece che la moglie è nata nel 1806 e quindi i conti non tornano più, mancando l'esatta data di nascita di Paolo che, molto probabilmente può essere nato ad Acireale, come sostiene "la zia monaca", visto che prima di quel matrimonio non esistono altre nascite se non successiva nel 1795. (N. Longhitano) (2) Non era l’ultimo. Io so di un mio zio Antonino piu’ giovane di mio padre che abitava a Sortino. (Sam Di Bella)
Un commento da parte di Salvatore (Sam) Di Bella
Io, discendente di Rosario di Sam di Bella Mi è stato chiesto di dire qualcosa circa l’eccellente lavoro compiuto da Nino Liuzzo e Nunzio Longhitano nel compilare l’albero genealogico della famiglia Di Bella. Bene! A dire la verità per me questa è stata una piccola disillusione. Ero stano sempre ben convinto di discendere da antenati espatriati da Acireale, secondo una storiella che ci aveva sempre raccontato la mia zia monaca, Suor Maria Annunziata (Maria Cristina Di Bella, vedi foto 2). E devo aggiungere che anche mio padre, probabilmente influenzato da sua sorella, ci diceva spesso che tutti noi eravamo “teste di iacitani”. Alcuni di voi ricorderanno quel Peppino Di Bella, detto “Maccattìu”, al quale, durante i miei anni universitari, ero molto amico. Lui era un calzolaio brontese dotato di uno straordinario senso dell’umorismo e di una permanente ed autentica allegria e perciò molti di noi studenti lo frequentavamo per ascoltare le sue simpatiche battute. Un giorno mentre ero in balcone con la mia zia monaca, passa davanti a casa mia Peppino con dei suoi amici, e mi saluta, portando la mano alla fronte come fanno i militari, e dicendo “- Signor cugino!” Mia zia rientra in casa borbottando “Cugino un corno! Loro sono “Cichitabèlla”! E giù a raccontarmi ancora dei quattro fratelli che lasciarono Acireale per stabilirsi, tre a Bronte ed uno a Regalbuto, ed uno di questi dovrebbe essere mio nonno o bisnonno. Questa la favola che ci raccontava da quando ero un bambino e parlava sempre dei suoi cugini i “Cuttunara”, donna Concettina Di Bella, il notaio Di Bella, don Giulio e don Pio Di Bella ed il loro fratello Giuseppe, detto don “Peppe Mazza”. Da parte mia ricordo benissimo lo zio Pio che, tornato dall’America, spendeva quasi tutto il suo tempo al Circolo di Cultura giocando a carte o a biliardo. E’ famoso un curioso aneddoto che si racconta di lui. Intorno agli anni 1939-40 si era stabilita una regola nel Circolo per la quale chiunque avesse detto una parola volgare o blasfema avrebbe dovuto pagare al cameriere sordomuto Rappazzo, una penale di due soldi per parola. |