L’Altare del Purgatorio, posto nel transetto di fronte all'altare del Crocifisso (vedi 1 nella pianta a sinistra), è della stessa epoca (seconda metà del XVIII secolo). Anche quest'altare è di stile barocco ma è molto più suggestivo e ricco di decorazioni dell'altare prospiciente del Crocifisso. Anche qui la cornice architettonica si snoda, forse con meno eleganza, con quattro colonne tortili adorne d’elementi floreali dorati che sostengono un’alta cornice con cimasa di folto fogliame. Al centro un bellissimo dipinto (autore D. Antoninus Spano’ anno D. 1719), raffigurante la Vergine che intercede per le anime purganti presso il Padre e il Figlio; sotto un tronetto per esposizione dell'Eucaristia ed un altare. Fra le colonne, in apposite nicchie, sono posizionati scheletri umani a grandezza naturale di notevole effetto plastico e di grande interesse. Il tutto è un insieme coordinato e ben riuscito di vari materiali e tecniche costruttive: - la grande cornice architettonica (quattro metri per sei di altezza) è in stucco modellato, dipinto e dorato; - l’altare, con il bassorilievo posto sul fronte con la raffigurazione dell’Anime del Purgatorio ed il tronetto per l'esposizione eucaristica, (altezza cm. 160) è costruito con marmi policromi scolpiti e intarsiati; - la mantovana e la cornice, (2,70 metri di altezza per 4 di larghezza), sono in legno intagliato, dorato e dipinto e racchiudono un tempera su tela larga 2,26 per 3,40 di altezza. L'insieme, alla fine, risulta un vero capolavoro di tecnica della comunicazione. Rappresenta la Madonna che intercede presso la Trinità per le anime del Purgatorio, disegnate in basso fra le fiamme, e riporta con chiari messaggi la vanità di tutte le cose della vita e la realtà che si nasconde dietro gli orpelli del potere. Questi messaggi sono ricordati ai colti con iscrizioni sacre e diciture varie: - un verso di Orazio, dipinto in alto al centro dell’arco della cornice architettonica, in uno scudo sorretto da due puttini recita che «decidunt turres feriuntque summos fulmina montes»(4); - più giù, in un altro scudo anch'esso tenuto da due angeli reggicartella, con il versetto «Viator in arena et stigmate consilium capit» (5) - ed infine sopra la mantovana che sovrasta il quadro, in legno intagliato e dorato, ancora una iscrizione sacra rivolta a Gesù recita «Pie Iesu Domine dona eis requiem» (6)) Le tre scritte erano rivolte ai colti ed ai potenti, ma per comunicare il messaggio della vanità e brevità della vita ai brontesi illetterati del Settecento, l’autore inventa una scena veramente spettacolare e terrificante. Trasporta la vita terrena nell'aldilà (il Purgatorio, che l'artista con il quadro pone al centro del palcoscenico) dove scheletri, scolpiti in grandezza naturale tra le quattro colonne, rappresentano tutta la gerarchia ecclesiastica e politica, dal papa (col triregno in testa e manto) al re, all’imperatore, al cardinale e al vescovo. Tutto ciò per ricordare agli uomini una verità sempre attuale e sempre dimenticata: la fugacità della vita e la vanità delle cose terrene e che su tutti gli sforzi e le passioni degli uomini, al di sopra di tutto, domina l'ombra della morte con la sua forza livellatrice.
Note:
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