Si dormiva con le porte aperte!? Ai nostalgici d’annata
“Io non sono fascista, ma quando c’era Mussolini si dormiva con le porte aperte!” Questa frase ancora oggi circola e chi “ai tempi” non era ancora nato si chiede: ma veramente si dormiva con le porte aperte? In estate si, ma in inverno perché? I termosifoni non c’erano e 'a conca sutta u ciccu, a stento, riscaldava il letto umido fumante di chi, rannicchiato, vi entrava. La pesantezza ra cuttunìna, differente dal soffice piumone, manteneva costante l’umidità anche se impediva l’ingresso d’aria fredda ‘nde carni e ‘nd l’ossa. La maglia interna di lana grezza provocava il prurito e “il morto di freddo” dopo una convulsa grattata, riattivava la circolazione del sangue. Un aiutino provvidenziale proveniva dalla cena consumata, a base di fave, col rilascio di gas caldi dei quali, uno per tutti e tutti per uno, godeva la famiglia che, allora, esisteva! E le porte aperte? Facevano corrente distribuendo il “calore”. Ma mi facciano il piacere! Ma chi teneva le porte aperte? Non i ricchi, possessori di massicce porte di legno e robuste ringhiere, ma i poveri! E di quali beni avrebbero potuto essere derubati? La fame era a portata di tutte le tasche bucate e si tagghjàva cu cutellu. L’arredamento era minimalista: a tavàcca, l’ammùarru, a càscia, a buffètta, i seggi, a maìlla, u stipu e
'u cori 'i Gesù. I figli erano a iosa in tutte le famiglie. Non si desiderava neppure la minorenne, già
fuiùta e con figlio a carico. La fede nuziale, semmai fosse stata d’oro, se l’era presa la patria e il capo famiglia, se per sventura aveva rubato na dumundèlla ri favi, non perché facesse il ladro di professione ma per sfamare e “scaldare” la sua famiglia, dormiva fuori casa: nelle patrie galere. E ci mancava anche che dormissero con le porte sprangate! Che i nostalgici se la cantino fra di loro! Se incontro un altro rimbambito che parla di porte aperte gli dirò che se vuole cambiare la “sua aria” esistono oggi, in democrazia, i climatizzatori a riciclo d’aria che funzionano anche a porte chiuse! Febbraio 2011 |