La figura acquista la sua corposità pittorica sul lucente brillare del fondo d’oro. Il velo racchiude il piccolo volto con il panneggio ritmato; le mani esili e bellissime sorreggono il lattante privo di peso avvolto nel fitto intreccio della veste. Nel contesto estremamente composito della cultura siciliana del XII e XIII secolo, quest’opera assume una importanza particolare in quanto documenta la vitalità e la viva presenza dei canoni figurativi bizantini nel campo della pittura, proprio in quella fase di transizione artistica che perdurerà fino alle soglie del rinascimento nell’opera di artisti locali. Il trittico, del XIV secolo, dipinto su tavola in stile gotico, è posto sull’altare maggiore sopra l'icona di santa Maria. Raffigura al centro la Madonna in trono che allatta il Bambino e sui pannelli laterali i padri del monachesimo occidentale ed orientale: a sinistra San Benedetto in cocolla, piviale, mitra pastorale e libro delle (con l'iscrizione Sanctus Benedictus) regole nella mano sinistra; a destra, è raffigurato San Basilio (per il Radice trattasi di S. Antonio abate) in abito monacale con cappuccio da cenobita e pastorale a Tau e un libro in mano. Nel triangolo superiore, in alto nel fastigio centrale è la crocifissione di Cristo, con la Vergine e San Giovanni ai piedi della croce. Nelle lunette laterali è rappresentato (a sinistra ) in abiti pontificali alla maniera greca un vescovo, con pastorale e libro (San Nicola) e, a destra, un guerriero con corazza, scudo crociato e lancia (San Giorgio o Guglielmo II, il Buono). Le figure dei pannelli spiccano su fondi dorati e dimostrano tratti realisticamente umani, pur conservando una forte carica simbolica. Evidenti analogie stilistiche e compositiva suggeriscono l’ipotesti, che anche la pala posta sulla navata di sinistra, raffigurante Santa Lucia con gli attributi del suo martirio, e nelle lunetta l’Arcangelo Gabriele, appartenesse al polittico dell’altare maggiore. La pala a forma piramidale (del XI secolo), facente parte originariamente di una composizione a più sezioni dipinte su tavola, rappresenta Santa Lucia con gli attributi del suo martirio e, nella parte triangolare in alto, l’arcangelo Gabriele con in mano un nastro portante il saluto Ave gratia plena ed alcune lettere dal significato indecifrabile (I.S.A.Q.H.Th.H.). L’immagine della Santa, delimitata in alto da una cornice tribolata, risalta sul fondo d’oro brillante. La figura eretta, variamente mossa da un voluminoso manto che l’avvolge fino ai piedi, prende fisicità e forza nei tratti umani e ben modellati del volto. Il dipinto, indicato di scuola bizantina, sembra eseguito con una certa autonomia artistica, specie nell’uso del colore: infatti, un’alta carica vitale ed un marcato spessore umano modificano qui gli schemi compositivi ed i modelli iconografici tradizionali. Evidenti analogie stilistiche e compositive suggeriscono l'ipotesi che anche questa pala appartenesse al polittico dell'altare maggiore. Sulla parete di fondo della chiesa, ai lati dell'altare, si trovano due piccole sculture in marmo bianco: sono il gruppo dell’Annunciazione ed i frammenti dell’originario altare maggiore, costituiti dal paliotto con al centro l’Agnus Dei e dal leggio, decorati a racemi. Pregevole esempio di sculture romaniche del XII secolo, lavorate a bassorilievo, le due statue rappresentano l’Angelo Gabriele con un giglio in mano e la Vergine Annunziata. Nelle ali dell'angelo, ma specialmente nel volto della Vergine e nel rigore geometrico della sua veste, che annulla qualsiasi senso di fisicità, accentuando la carica simbolica, si individuano tratti stilistici e figurativi tipici dell'arte medievale europea. Il corpo della Vergine, senza alcun accenno di fisicità sotto la veste che cade giù dritta, perde ogni importanza, annullato nel simbolo che rappresenta. Sull’altare della navata destra è posto il dipinto della Vergine della Seggiola, su tavola di cm. 80x100 (probabilmente del XV secolo). Rappresenta la Vergine Maria seduta con il Bambino in braccio, ambedue in posizione dritta con lo sguardo in avanti. In alto due angeli che rimuovono una cortina. |