Disciplinare di produzione
"Pistacchio Verde di Bronte" Denominazione d'Origine Protetta
Art. 1 - DENOMINAZIONE
DEL PRODOTTO
La DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA “Pistacchio Verde di Bronte” è
riservata alle drupe di pistacchio che devono rispondere alle
condizioni ed ai requisiti stabiliti dal Reg. (CE) 510/2006 ed
indicati nel presente disciplinare di produzione.
Art. 2 - PIATTAFORMA VARIETALE
La DENOMINAZIONE DI. ORIGINE PROTETTA “Pistacchio Verde di Bronte” è
riservata al prodotto, in guscio, sgusciato o pelato, delle piante
della specie botanica “Pistacia vera”, cultivar “Napoletana”, chiamata
anche “Bianca” o “Nostrale”, innestata su “Pistacia terebinthus”.
E’ ammessa una percentuale non superiore al 5% di piante di altre
varietà e/o di porta innesti diversi dal P. terebinthus. Tale
percentuale è riferita all’insieme di tutte le piante presenti negli
impianti. In ogni caso il prodotto derivante dalle piante di altre
varietà, non appartenenti alla cultivar “Napoletana”, sarà escluso
dalla certificazione.
Art. 3 - ZONA DI PRODUZIONE
La zona di produzione del “Pistacchio Verde di Bronte”, ricade nel
territorio dei comuni di Bronte, Adrano, Biancavilla (Provincia di
Catania). In particolare i confini sono cosi individuati:
BRONTE - ad Ovest lungo il fiume Simeto, ad Est fino a quota 900 m
s.l.m., a Sud con il Comune di Adrano ed a Nord lungo la strada Bronte
- Cesarò;
ADRANO - a Nord con il confine del Comune di Bronte, a Sud con il
centro abitato e la S.S. 121 ed a Est con la lava “Grande” del 1595 e
con il Comune di Biancavilla, ad Ovest lungo il fiume Simeto fino alla
summensionata S.S. 121;
BIANCAVILLA - a Nord con il territorio di Adrano, a Sud con il centro
abitato e la S.S. 121, a Est con il confine comunale di S. M. Licodia,
ad Ovest con il confine del Comune di Adrano.
La zona di produzione deve essere compresa tra i 400 e i 900 m s.l.m.
Art. 4 - ORIGINE DEL PRODOTTO, CENNI STORICI, IMPORTANZA,
DIFFUSIONE
Origine del Prodotto
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per
ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso
l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di
controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la
produzione degli agricoltori e dei condizionatori, nonché attraverso
la denuncia alla struttura di controllo dei quantitativi prodotti, è
garantita la tracciabilità del prodotto.
L’iscrizione nell’elenco dei
produttori comporta l’assegnazione di un codice di identificazione
individuando univocamente il conduttore e il pistacchieto associato
allo stesso. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei
relativi elenchi, sono assoggettate al controllo da parte della
struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di
produzione e dal relativo piano di controllo.
Cenni storici, importanza, diffusione
La coltura del pistacchio dalla Siria sarebbe passata in
Grecia a seguito delle conquiste di Alessandro Magno (III secolo a.C.).
In Italia la pianta fu introdotta dai Romani sul finire dell’impero di
Tiberio - tra il 20 ed il 30 d.C. - ad opera di Lucio Vitellio
Governatore della Siria (Plinio “Naturalis Historia” Cap. X e XIII):
In Sicilia, la coltivazione in forma diffusa, si fa risalire al
Periodo della dominazione araba (VIII e IX secolo d.C.). Sono di
origine araba i termini “frastuca” e “frastucara” per
indicare il frutto e la pianta (termine arabo “fustuq”). La
coltura in Sicilia è circoscritta alla provincia di Catania (Bronte,
Adrano e Biancavilla).
Numerosi autori riportano l’importanza
storico-culturale ed economica della produzione del Pistacchio verde
di Bronte, citiamo ad esempio, Denis Mack Smith – “A History of Sicily
Medieval Sicily 964” - 1713. Quando l’Impero Romano si disintegrò
sotto l’impatto delle invasioni barbariche, la Sicilia fu conquistata
dagli Arabi. Tra gli invasori si trovavano Berberi della Tunisia,
Musulmani, Spagnoli e forse Negri del Sudan. Gli arabi descrivono la
Sicilia come “il giardino del paradiso “.
Gli arabi in Sicilia,
in agricoltura, hanno introdotto la coltivazione dei limoni, delle
arance, della canna da zucchero, del cotone, delle palme, del papiro,
delle melanzane, del pistacchio, del melone... ecc., nonché
l’attitudine all’utilizzazione massimale delle acque e delle tecniche
di coltivazione. Ancora oggi il Pistacchio Verde di Bronte
caratterizza e tipicizza i dolci siciliani ed in particolare quelli
dell’area catanese. Al riguardo si ricordano il famoso gelato di
Pistacchio Verde di Bronte, i torroncini, nonché i pasticcini secchi a
pasta di Pistacchio Verde di Bronte.
Legame con l’ambiente geografico
La zona di produzione risulta caratterizzata da terreni di
origine vulcanica e da un clima mediterraneo subtropicale,
semiasciutto, con estati lunghe e siccitose, piovosità concentrata nel
periodo autunnale ed invernale e notevoli escursioni termiche tra il
giorno e la notte.
I terreni che si sono originati da formazioni laviche (andosuoli),
aventi buona fertilità e pH neutro, risultano idonei per lo sviluppo
vegetativo del pistacchio, cosi come i terreni limitrofi di natura
autoctona. In riferimento agli aspetti climatici, tipicamente
mediterranei, la zona in esame presenta escursioni termiche e
precipitazioni con medie annuali più elevate rispetto ad altre zone
agricole della provincia etnea.
Le peculiarità pedoclimatiche e la tecnica della degemmazione,
praticata nella zona di produzione, consentono di accentuare la
naturale alternanza della specie e di trarre vantaggi nella difesa
fitosanitaria.
Questi fattori pedoclimatici insieme al terebinto (Pistacia
terebinthus) antropizzato in tale area, conferiscono al frutto
particolari caratteristiche di qualità (colore verde intenso
tipico del territorio, forma allungata, sapore aromatico e alto
contenuto di acidi grassi monoinsaturi dei frutti), difficilmente
riscontrabili in altre aree di produzione e nello stesso massiccio
Etneo, che differenziano il “Pistacchio Verde di Bronte” DOP dagli
altri pistacchi derivanti da altre aree geografiche.
Art. 5 - TERRENI - IMPIANTI - TECNICHE COLTURALI - RACCOLTA -
LAVORAZIONE
Terreni
La zona delimitata è caratterizzata da suoli che evolvono su
substrati di origine, vulcanica.
Preparazione dei terreni
Nei nuovi impianti, nella preparazione dei terreni, devono
essere previsti il livellamento delle superfici, per facilitare il
deflusso delle acque, le operazioni colturali e le concimazioni di
fondo.
Impianti
Gli impianti possono essere sia specializzati che consociati, con
densità di piantagione variabile in dipendenza della tipologia di
impianto e della natura del terreno. In abbinamento alle forme libere
di allevamento delle piante “ceppaia”, “vaso libero”, è ammesso anche
l’allevamento “monocaule”, per agevolare la raccolta e le operazioni
colturali. Nel territorio i pistacchieti insistono su terreno lavico,
con limitatissimo strato arabile. Su tale tipo di substrato il
terebinto (Pistacia terebinthus) cresce spontaneo e costituisce
il principale portinnesto della specie “P. vera”.
Le piante di pistacchio ottenute da innesto su terebinto sono definite
“naturali”.
Norme colturali
Le peculiarità pedoclimatiche e la tecnica della degemmazione,
praticata nella zona di produzione del “Pistacchio Verde di Bronte”
DOP di cui all’art. 3, consentono di accentuare la naturale alternanza
della specie e di trarre vantaggi nella difesa fitosanitaria.
Raccolta -Immagazzinamento e lavorazione
Le operazioni di raccolta del prodotto al corretto grado di
maturazione, in relazione alle zone di produzione e all’andamento
climatico, si svolgono dalla seconda decade di agosto alla prima
decade di ottobre.
La raccolta avviene manualmente mediante bacchiatura sulle reti o per
brucatura, utilizzando panieri avendo cura di impedire che i frutti
cadano per terra.
I frutti devono essere smallati meccanicamente, per ottenere il
prodotto in guscio, entro le 24 ore successive alla raccolta, onde
evitarne l’imbrunimento e l’eventuale contaminazione.
Successivamente alla fase di smallatura, il prodotto in guscio deve
essere immediatamente essiccato alla luce diretta o con altri sistemi
d’essiccamento, mantenendo la temperatura del prodotto compresa tra i
40 ei 50°C, fino ad un’umidità residua del seme di pistacchio compresa
tra il 4 ed il 6%, In questa fase, soprattutto nel sistema
tradizionale alla luce diretta, è alto il rischio di contaminazione
del prodotto.
Il prodotto essiccato deve essere messo in contenitori nuovi di juta,
carta o polietilene ed evitare il contatto con pavimenti o muri, in
idonei locali ventilati ed asciutti.
Lo stoccaggio può durare fino a 24 mesi dopo la raccolta.
E’ possibile sgusciare e/o pelare meccanicamente il pistacchio.
E’ assolutamente vietato utilizzare prodotti chimici per la
conservazione del “Pistacchio Verde di Bronte” DOP.
Nel periodo marzo-ottobre, in funzione dell’andamento climatico, il
prodotto nelle diverse tipologie, in guscio, sgusciato o pelato, deve
essere conservato a temperatura compresa tra 13 e 17°C, oppure in
confezioni sigillate sottovuoto o in atmosfera modificata.
Art. 6 - CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
Il “Pistacchio Verde di Bronte” DOP all’atto dell’immissione al
consumo deve rispondere, oltre alle comuni norme di qualità, alle
seguenti caratteristiche fisiche ed organolettiche:
colore cotiledoni: verde intenso, rapporto di clorofilla a/b
compreso tra 1,3 e 1,5;
sapore: aromatico forte, senza inflessione di muffa o sapori
estranei;
contenuto di umidità compreso tra 4% e 6%;
rapporto lunghezza/larghezza del gheriglio compreso tra 1,5 e 1,9;
alto contenuto di grassi monoinsaturi nei frutti (presenza
predominante dell’acido oleico con il 72%, seguito dal 15% del
linoleico e dal 10% del palmitico).
Art. 7 - CONTROLLI E VIGILANZA
(1)
Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare è
svolto da una struttura di controllo, conformemente a quanto
stabilito dagli articoli 10 e 11 del Reg. (CE) n. 510/2006. Tale
struttura è l’organismo di controllo CORFILCARNI-GCC, Polo
universitario dell’Annunziata, 98168 Messina, telefono 090353659,
fax 0903500098, e-mail: stefano.simonella corfilcarni.it.(1)
Art. 8 - CONFEZIONAMENTO ED ETICHETTATURA
Il prodotto viene immesso al consumo in imballaggi nuovi di diversa
tipologia conformi alla normativa vigente, entro due anni dalla
raccolta.
Il “Pistacchio Verde di Bronte” può essere immesso al consumo solo con
il logo della DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA figurante su ogni
confezione commerciale prima definita e confezionata nel rispetto
delle norme generali e metrologiche del commercio stesso.
Sulle confezioni deve figurare, in caratteri chiari, indelebili e
nettamente distinguibili da ogni altra scritta, la denominazione
“Pistacchio Verde di Bronte”.
Debbono inoltre comparire gli elementi atti ad individuare nome,
ragione sociale, indirizzo del confezionatore, nonché l’eventuale nome
delle aziende da cui provengono i frutti, il peso lordo all’origine e
l’anno di produzione. E’ facoltativa l’indicazione della settimana di
raccolta del prodotto.
Il logo d’identificazione è rappresentato dalla dicitura DENOMINAZIONE
D’ORIGINE PROTETTA D.O.P., dalla sottostante raffigurazione del
vulcano Etna, dal pistacchio e dalla sottostante scritta Pistacchio
Verde di Bronte.
Il logo d’identificazione è rappresentato dalla dicitura
DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA D.O.P., dalla sottostante
raffigurazione del vulcano Etna, dal pistacchio e dalla sottostante
scritta Pistacchio Verde di Bronte.
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