Il 19 settembre 1837 sposa Maria Palermo (1919) e va ad abitare in Via Firenze (allora Via Fiorenza), dove ancora rimane un bel cancello in ferro battuto su cui è scritto “M. R. 1865”, ossia Mariano Russo e la data in cui il cancello fu realizzato, forse a conclusione della costruzione o della ristrutturazione dell'intero caseggiato (oggi in abbandono e quasi in rovina). Mariano sicuramente frequentò alcune classi di un istituto di scuola media superiore, secondo l'organizzazione scolastica d'allora, e, giunto a maturità, fu un amministratore di aziende agricole, professione alla quale indirizzò i numerosi figli maschi, che fece tutti studiare, mentre le femmine, secondo l'uso dei tempi, furono destinate a fare le casalinghe. Dei sei figli nati dal matrimonio di Mariano Giuseppe Serafino con Maria Palermo rimane ricordo, anche per l'attività dei discendenti, di Anna (n. progr. 1.5.2.5.), Giuseppe (n. progr. 1.5.2.5.) e Antonino (n. progr. 1.5.2.6). A) Anna Russo (1842 - ?, terza figlia di Mariano Giuseppe Serafino e Maria Palermo, n. progr. 1.5.2.3) sposa nel 1867 Mariano Lupo (1837 - ?), che apparteneva ad una famiglia di abili artigiani, in prevalenza falegnami e carpentieri, generando cinque figli, tra cui Nunziata, Placida e Gaetano. Nunziata Lupo (1868 - 1955, n. progr. 1.5.2.3.1) sposa nel 1885 Vincenzo Serravalle di Mangone della provincia di Cosenza (1851 - 1921), che fu per molti anni capo officina presso la Ducea dei Nelson. Dei nove figli le sopravvivranno Nunzia Serravalle (1893 – 1982, n. progr. 1.5.2.3.1.4), che, sposando Giuseppe Russo (1895 – 1971, n. progr. 1.5.2.6.6), figlio di Antonino, fratello della nonna materna Anna, e quindi cugino della madre, riunirà due rami dei Russo collegandoli a quelli dei Lupo e di Mariano Serravalle (1904 – 1970, n. progr. 1.5.2.3.1.8). Placida Lupo (1871 - ?, n. progr. 1.5.2.3.3) sposa nel 1890 Nicola Destro (1866 - ?). Due dei loro otto figli, Luigi Destro (1902 - 1982) e Nunzio Destro (1899 - 1970), saranno i primi Brontesi ad emigrare a Sidney, in Australia, dove creeranno importanti attività imprenditoriali e si distingueranno, coi loro discendenti, nelle organizzazioni degli italiani ivi emigrati. Fino a poco prima di morire la nostalgia della loro terra li indusse a viaggi quasi annuali dall'Australia a Bronte. Gaetano Lupo (1876 - ?, n. progr. 1.5.2.3.5), soprannominato Santamatta per la frequente intercalazione di questa parola nei suoi discorsi, sposa nel 1903 Agata Schilirò (1879 - ?), generando nove figli: Mario (1904), Anna (1910), Santo (1915), Francesca (1921) ed altri. Tra tutti si distinse Mario Lupo (1904 - 1986), che oggi Bronte annovera tra i suoi uomini illustri. Chimico, pubblicista, politico innamorato della sua terra, fu il primo a parlare di petrolio e di gas a Bronte, e dedicò tutta la sua vita con un’attività febbrile alla promozione economico-sociale e culturale della sua patria. Ricordo con commozione quando nel 1961 invitò me, suo “caro cugino”, a dargli una mano nella revisione linguistica del suo importante libro “Idrocarburi in libertà”, che doveva andare alle stampe. Allora insegnavamo insieme al Collegio Capizzi. Prima di morire volle farmi avere i suoi ultimi manoscritti che custodisco gelosamente. B) Giuseppe Russo (1847- ?, quinto figlio di Mariano Giuseppe Serafino e Maria Palermo, n. progr. 1.5.2.5.) sposa nel 1871 la diciassettenne Elisabetta Calì dalla quale ebbe i tre figli Francesco Paolo (1872), Maria Giuseppa (1874) e Mariano (1877). Oltre che amministratore di un feudo, fu anche piccolo proprietario terriero, e si preoccupò di far studiare fino alla laurea i figli più inclini allo studio, tra i quali Mariano (1877- ?) sacerdote, professore di lettere e Rettore del Real Collegio Capizzi dal 1941 al 1946, e Teresa, professoressa di lettere in un liceo di Catania. C) Antonino Russo (1850 – 1926, n. progr. 1.5.2.6), il più piccolo dei figli di Mariano Giuseppe Serafino Russo e Maria Palermo, sposa nel 1879 Maria Favazza (1959 - 1925), appartenente ad una famiglia di artigiani con diversi familiari e parenti professionisti. Dalla loro unione nacquero sei figli: Nunzio (1880), Concetta (1883), Nunzia (1887), Nunzio (1890), Francesca (1892) e Giuseppe ( 1895 – 1971, n. progr. 1.5.2.6.6.). Concetta (n. progr.1.5.2.6.2), sposata nel 1902 a Salvatore Zerbo (1786 - ?), morì giovane di Spagnola, lasciando tre figli. Nunzia (1887 – 1960, n. progr. 1.5.2.6.3), sposa nel 1805 Vincenzo Spitaleri (1870 - ?), ebbe cinque figli, che ebbero discreta fortuna, prima lavorando la terra da piccoli proprietari terrieri, poi emigrando in Piemonte, dove trovarono lavoro nelle industrie. Nunzio (1890 - 1960), dopo aver seguito le orme degli avi, facendo anche lui il fattore, si trasferì a Casanova Lerrone in provincia di Savona, dove divenne impiegato comunale e dove sposò una donna del luogo, dalla quale ebbe i figli Renato (1920 - 1995) e Lidia (1924 - 1978). Giuseppe, l’ultimo dei figli, quasi da autodidatta ottenne un diploma equivalente a quello odierno di perito agrario, e tutta la vita fece l'amministratore di grosse aziende agricole: prima dei feudi del cavaliere Pace, poi delle campagne di un proprietario di Catania, estese quanto la vasta piana di Agnone di Siracusa, dove impiantò e curò vigneti pregiati e agrumeti. Sposò, come detto sopra, Nunzia Serravalle, figlia della cugina Nunziata Lupo, dalla quale ebbe sei figli (una morta dopo pochi mesi di vita). I cinque rimasti Maria (1922, n. progr. 1.5.2.6.6.1), Nunzia (1929, n. progr. 1.5.2.6.6.3), Lina (1931 n. progr. 1.5.2.6.6.4), Anna (1935, n. progr. 1.5.2.6.6.4), e Nino (1938, n. progr. 1.5.2.6.6.5), il sottoscritto, seppe guidarli tutti fino alla laurea e al loro proficuo inserimento nel mondo del lavoro. Essi ne hanno seguito l'esempio coi loro discendenti. Secondo legge e consuetudine antica il cognome si eredita dal padre, donde il titolo che ho dato, seguendo il mio punto di vista, ai presenti appunti: “La famiglia Russo”. Uno scrivente diverso da me, sempre nell’ambito della stessa progenie, potrebbe intitolare “La famiglia Palermo”, o “Favazza”, o “Lupo”, o “Calì”, o “Destro”, ecc.. Così fitto, anche ad una superficiale lettura dell'albero genealogico, risulta l'intreccio di matrimoni e parentele che fa quasi tutti i Brontesi ignari parenti di tutti. Ovviamente da un’altra angolazione parentale molto probabilmente sarebbero messi in rilievo, almeno in parte, personaggi diversi. Comunque tutti meritevoli, perché si può generalmente dire dei Brontesi, che sono lavoratori intelligenti e attivi, creativi, e tutti legati alla loro terra, anche quando le vicissitudini della vita li hanno condotti a vivere lontano. Nino Russo Febbraio 2009 |