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Rosetta Zingale, pittrice

Personaggi illustri di Bronte, insieme

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Amò la sua Terra e la dipinse

Rosetta Zingale

Rosetta Zingale (autoritratto)Rosetta Zingale,  pittrice e docente, è nata a Bronte il 7 agosto 1916 ed è morta, ottantenne, a Milano il 10 ottobre 1996.

Ha studiato con il professor Carpi all’Accademia di Brera (Milano), città dove ha vissuto e lavorato parteci­pando attivamente alla vita artistica nazionale dal 1956. Milanese d’ado­zione, ma profondamente legata al suo paese d'origine, ha espresso sempre nelle  sue opere la propria sicilianità. Il suo modo pittorico è rimasto decisamente mediterraneo con i suoi imponenti alberi solitari, le rocche massicce e impenetrabili, i paesi aggrappati alle pendici laviche dell’Etna o nascosti negli anfratti d’uno sperone roccioso, i fiori, la natura con i suoi colori solari.

Sue opere sono presenti nelle maggiori collezioni italiane e in molte città straniere (New York, Buenos Aires, Parigi, Londra, Bruxelles, Helsinki).

Ha avuto al suo attivo numerose "personali" in Italia ed all’estero nonché le partecipazioni al Prix Signature (Parigi, 1969), Salon de l’Art libre (Parigi, 1961) e a tantissime mostre d’arte italiane ed estere dove è stata apprezzata e premiata.

Nel 1972, «per i meriti conseguiti con la sua feconda e tenace opera» è stata chiamata a far parte, quale accademico di merito, dell’Ac­cademia de "i 500".

Sulla sua arte hanno scritto, fra gli altri, Leonardo Borgese, Dino Buzzati, Gino Traversi, Mario Monteverdi e Dino Villani. Nel 1962 Carlo Carrà, la elogiava come "meritevole di essere segnalata per la serietà tonale e il valore compositivo".

Rosetta Zingale è morta ottantenne a Milano nel 1996.

Dopo la sua morte ha voluto lasciare alla sua città natale, donandoli con pubblico atto al Real Collegio Capizzi, numerose sue opere, una grossa somma di denaro per creare una borsa di studio intitolata allo zio sac. Anselmo Di Bella (Bronte 25.2.1882 - Milano 2.3.1973, rettore dello stesso Collegio dal 1936 al '41) a favore degli studenti meritevoli del R. C. Capizzi ed anche oggetti suoi personali (fra i quali anche un antico lampadario della sua casa).

E' sepolta nella cappella di famiglia del cimitero di Bronte.

Molte opere donate dalla pittrice alla sua città natale dovevano fare parte della Pinacoteca Nunzio Sciavarrello. E' la colloca­zione appro­priata per un artista brontese di respiro nazionale ed era naturale e giusto riconoscere anche a lei un posto nel panorama artistico siciliano del 900 e dedicarle quindi un piccolo spazio.
La Pinacoteca brontese
viene infatti presentata come «preziosa te­stimo­nian­za del panorama artistico siciliano e nazionale fra secon­do e nono decennio del ‘900» o «documentazione dell’attività arti­stica in Sicilia e in particolare nella zona etnea nel periodo che va dagli anni ‘30 agli anni ‘60».

Stranamente, però, fra le opere dei molti pittori e scultori del pano­rama artistico siciliano non si vede un quadro di una pittrice bron­tese del nome di Rosetta Zingale.

La Zingale è sconosciuta ai cura­tori della Pinacoteca, per loro non fa parte del "panorama artistico siciliano" e non trova posto nella pina­coteca della sua città natale.
Nessuno può ammirare i suoi quadri rimasti relegati e “secretati” nelle poco accessibili stanze di quella che fu un tempo la direzione del Collegio. E non si riesce a capirne il motivo.
Un pò più di attenzione o riconoscenza in questo caso non guaste­rebbe. E' proprio vero, nemo propheta in patria!

(nL, Giugno 2011)


ROSETTA ZINGALE

di Mario Monteverdi

«Direi che la componente poetica essenziale della pittura della Zingale è il senso della solitudine.
Nei suoi paesaggi quasi pietrificati in una visione, che l’accalora­mento d’un tessuto cromatico denso, profondo, riscatta dall’immo­bilità emotiva e trasferisce, per contro, in un’eccitata tensione espressiva, manca, solita­mente, l’elemento umano.

I fiori e le nature morte, pur compo­nendosi con estremo rigore in una scansione di spazi paralleli, posseggono fremiti nutriti dal macerarsi dell’impasto in una ricerca di modulazioni sempre più calde. Le figure si stagliano nelle loro vesti di lutto su pareti di tuguri isolani o sullo sfondo di città vuote e drammaticamente silenziose. (…)

 
La madre, di Rosetta Zingale

Nell'ovale a sinistra, un autori­trat­to di Ro­set­ta Zingale e, so­pra, una tela della pittrice bron­te­se che ritrae la ma­dre Nunzia Di Bella; sotto, il suo stu­dio di Mila­no (olio su tavo­la, f.to cm. 13x18).

LO STUDIO, di ZINGALE ROSETTA

L'attestato rilasciato dalla Ac­ca­de­mia de "i 500": «Roset­ta Zin­ga­le, pittrice, docente, per i me­riti conseguiti con la sua fecon­da e tenace opera è sta­ta chia­mata a far parte del­l'Acca­de­mia de "i 500" in qua­lità di acca­demico di merito».

Nelle foto sotto il lampadario do­na­to dalla pittrice al Real Col­legio Capizzi.

Quadro di Rosetta Zingale

Tutti i quadri di questa pagi­na (sopra e a destra) do­nati con molti altri, con atto pubblico do­po la sua morte, dal­la pit­trice al Real Collegio Ca­piz­zi, in me­mo­ria del­lo zio sac. Prof. Ansel­mo di Bella già Ret­tore dello stesso Istituto (dal 1936 al 1941), so­no di pro­prie­tà del Real col­legio Capizzi e attual­men­te espo­sti negli uffici della Dire­zione.

Le verduraie, di Rosetta Zingale
Quadro di Rosetta Zingale
Zingale Rosetta, Bronte
Quadro di Rosetta Zingale
Quadro di Rosetta Zingale (particolare)
Quadro di Rosetta Zingale
Quadro di Rosetta Zingale


VEDI ANCHE:
Nunzio Sciavarrello, Lino Ciraldo,
Domenico Girbino, Ninetta Minio,
Altri artisti brontesi

Nelle foto sopra alcune opere ed oggetti personali che la pit­trice brontese ha donato al Real Collegio Capizzi, e quindi alla sua Città natale. E' inutile però andare a cer­care i suoi quadri nella locale Pina­coteca intitolata ad un altro artista bron­tese, Nunzio Scia­var­rello. I quadri della Zingale so­no rima­sti custo­diti e relegati nella "se­gre­te" stanze della direzione del R. C. Capizzi e non si riesce a capirne il motivo. 

La pittura di Rosetta Zingale rifugge in maniera assoluta dalla crona­ca, è contemplazione proiettata in uno spazio temporale che esula da una definizione contingente poiché vuol appartenere a tutti i tempi, vuole soprattutto, ricuperare quei valori eterni, che solo una natura posta al di fuori dell’avvicendarsi delle stagioni ci può offrire, una natura antica per intenderci.

Milanese di adozione, Rosetta Zingale è siciliana per nascita e per ceppo. Ed è proprio codesta sua «sicilianità» - da intendersi alla stregua di quella d’un Salvatore Fiume, per fare un esempio illustre - che ne determina le scelte, gli orientamenti, l’ispirazione.suo mondo pittorico è decisamente mediterraneo: i suoi imponenti alberi solitari (un ulteriore richiamo ad una situazione interiore), le rocche mas­sicce e impenetrabili, i paesi aggrap­pati alle pendici laviche del Mongibello, quelli arroccati su ambre desolate o nascosti negli anfratti d’uno sperone roccioso. (…)

«L'impasto cromatico assume per la Zingale un'importanza deter­minante in quanto è non solo dai valori tonali, peraltro essenziali, ma persino dagli spessori, dalla consistenza delle sovrapposizioni che deriva quello spe­cifico valore cui l'artista può conferire una determinante funzione plastica.»

 

Massimo Becattini, autore e produttore di film documentari, ci ha fatto notare come in un suo documentario "Una Rosa di guerra" (distribuito da Cinecittà-Luce e dall'Editore Gallucci insieme al film originale) raccontando la storia del film d'animazione La rosa di Bagdad (1949), di Anton Gino Domeneghini, il primo film d'animazione in Italia ed anche il primo film italiano in assoluto girato in Technicolor, nel corso delle sue ricerche sugli artisti che avevano lavorato al film, si è imbattuto nel nome di Rosetta Zingale, che tra il 1940 ed il 1945 collaborò al film in qualità di "Aiuto animatore e scompositore". Il suo nome compare anche nei titoli di testa del film.

«Gli "aiuto animatori" - ci dice il registra Beccattini - hanno il compito di "animare" (cioè far muovere) i personaggi secondari e i dettagli di una scena (fiori, foglie, elementi di contorno).

Il lavoro di Rosetta Zingale al film La Rosa di Bagdad consisteva, con molta probabilità, in tutto questo, ma dato che il suo nome figura nei titoli - mentre non è così per altri "aiuto-animatori" o "scompositori"- è probabile che il suo ruolo non fosse puramente meccanico, ma che la sua abilità pittorica le consentisse anche un lavoro in parte creativo.»


Mario Lepore
, pittore e critico d'arte, così scriveva il 2/3 Febbraio 1960 sul «Corriere d'Informazione» (dal 1945 al 1981 ha sostituito testata e denominazione del «Corriere della Sera»):
«Rosetta Zingale, siciliana di Milano (ha studiato con Carpi a Brera) è una pittrice di temperamento autentico. Ha una tavolozza un poco cupa, ma con dei bei toni caldi, una succosa pennellata, una robusta e semplice maniera di costruire. Il suo mondo ha un che di drammatico e di romantico espresso con forti accenti.»ROSETTA ZINGALE, "FANCIULLA"

E 8 anni dopo, il 21/22 Febbraio 1968, sullo stesso quotidiano, in occasione di una mostra d'arte in una Galleria milanese, lo stesso Lepore non si smentiva:
«La pittrice, ben conosciuta e apprezzata dal pubblico e dalla critica, espone una serie di dipinti di vario tema e dei ritratti. Solida nella forma, equilibrata nella composizione, la Zingale ha un bel colore tonale, che predilige le note calde e vibranti, tuttavia non alte, cui efficacemente contrappone dei "freddi".
La materia è densa ma limpida, la pittrice ha senso della struttura, dello spazio dell'aria e interpreta i suoi temi con casta ma intensa emozione, schiva da facili effetti.»


In questo riquadro, altri tre quadri di Rosetta Zingale (di proprietà privata): a sinistra "Fiori" (olio su tela, cm 79x37); a destra "Paesaggio con casa e alberi" (olio, cm 60x80, collocazione a Palazzo Contarini detto “Palazzo d'Oro”, collezione della Fondazione Friuli) e "Fanciulla".

Artisti brontesi tra sette e ottocento

Uomini illustri di Bronte

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