Di questa chiesetta non è cenno alcuno, nè nella visita pastorale del 1574, nè nei riveli. La contrada Zenia, era tutta intorno vigneti, pometi, irrigati da perenni acque, ora scomparsi. Fu dunque questa lava del 1651 che seppellì la chiesa di S. Antonino il Vecchio e di S. Pietro, come più tardi scrisse il Musumeci sopra l'eruzione del 1832, e non mai l'eruzione del 1536, come scrive il P. De Luca nella sua storia di Bronte, nella quale eruzione del 1536 perì forse la chiesa del Purgatorio, della quale s’ignora il sito. La calata della lava del 1651 si distese dal SS. Cristo al Brignolo e scese giù per S. Nicolò fino al Ponte Sciara. Questa eruzione atterrì talmente i Brontesi, che decisero di emigrare; ma vi si opposero i Rettori dell’Ospedale, temendo lo spopolamento della terra e offrirono loro il feudo Gollìa. I Brontesi non accettarono». La Ven.le Chiesa di S. Nicolò di Bari figura in un elenco nel 1794 del Notaro D. Giuseppe Spitaleri, Razionale dello Stato di Bronte, per censi dovuti all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo per il possesso di una chiusa a S. Nicola (Arch. Nelson vol. 103, pag. 162). E in questo terreno fu ricostruita la piccola chiesa coperta dalla lava del 1651, successivamente distrutta dai bombardamenti dell'agosto 1943 e poi ancora ricostruita nella forma attuale. «Nel 17 ottobre del 1814 - continua il Radice - i Giurati e il Parroco di Bronte fecero istanza di erigersi una novella chiesa nel quartiere Sciarone, trasferendo in essa il culto e le rendite della chiesa di S. Nicolò. Questo desiderio sanzionava il Re con reale dispaccio del 12 ottobre 1814 e ne avvertiva Monsignore arcivescovo di Messina. Il bramato e concesso trasferimento pero non ebbe luogo e lo Sciarone è rimasto senza chiesa. La statua di S. Nicolò è di legno ed ha questa iscrizione: Ex charitate fidelium et ex industria Mr. Marii Messina anno 1793. La piccola campana è del 1722.» Nessuna notizia, invece, ci da l'altro storico brontese, padre Gesualdo De Luca, che della "Chiesa di S. Nicolò di Bari fuori città" così scrive: «Non si hanno scritture, niuno sa dirmene cosa, io non ho che notare. La statua fu fatta in questo secolo dal maestro Vincenzo Modica.» |