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3 Maggio 2004 Il mercato per gli ambulanti e per la vendita dei prodotti tipici locali La Regione: “Se spostate la sede del mercato di via Mosè si perde il finanziamento” Il finanziamento è di undici miliardi delle vecchie lire E’ la Regione siciliana ha fugare ogni dubbio sulla possibilità di spostare l’area in via Mosè destinata a sede del mercato coperto. In riscontro alla richiesta dell’Amministrazione comunale, una nota, della Regione ha comunicato, infatti, che “il cambio del sito per la realizzazione delle opere comporterebbe una sostanziale modifica delle stesse stravolgendo le originarie previsioni progettuali poste a base del finanziamento e determinando la perdita dello stesso”. In effetti già il sindaco aveva invitato il Consiglio Comunale ad adottare la variante urbanistica relativa al progetto. Ma il Consiglio comunale non ha ritenuto ancora di esaminare lo schema di variante urbanistica appunto per verificare la possibilità di spostare l’opera da via Mosè in un’area ritenuta più idonea. Il progetto, ricordiamo, era stato finanziato dall’Assessorato Regionale alla Cooperazione Commercio Artigianato e Pesca con decreto del 1992 e successivamente revocato nel 1999. Ma l’Amministrazione precedente, guidata dal sindaco dott. Mario Zappia, ricorrendo al TAR Sicilia aveva riottenuto la disponibilità del sopra citato finanziamento regionale. Adesso Leanza ha rielaborato il progetto, il cui importo ammonta ad 5.681.025,89 euro, pari a undici miliardi delle vecchie lire, acquisendo anche il parere dell’Ufficio del Genio Civile di Catania. “L’esecuzione dell’opera - afferma - comporta non soltanto la possibilità di realizzare un mercato da destinare agli ambulanti ed alla esposizione e vendita dei prodotti tipici locali, ma rappresenta anche la opportunità di procedere al risanamento ambientale di un’ampia area posta nelle immediate adiacenze del parco urbano che sarà realizzato sotto la Chiesa della Madonna del Riparo, ed i cui lavori saranno appaltati nel prossimo mese di Giugno. E’ un’occasione - conclude il Sindaco - che il Comune di Bronte non deve lasciarsi sfuggire ed è questo il senso dell’invito rivolto al Consiglio Comunale di procedere con immediatezza all’approvazione della relativa variante urbanistica”. Al sindaco le deleghe di Nino Currao Riguardano Agricoltura, Demanio e Forestazione, Zootecnia, Autoparco, Mattatoio, Verde Pubblico ed Arredo Urbano, Elettrificazione Rurale E’ morto l’assessore Nino Currao La notizia, diffusasi in un baleno nella mattinata di oggi, ha suscitato nel paese profondo cordoglio e stupore. Il decesso è avvenuto ieri notte nella sua casa di abitazione a causa di un improvviso malore, probabilmente un collasso cardiocircolatorio. Nessun sintomo faceva presagire la morte; fin oltre le dieci di ieri sera aveva partecipato alla seduta del Consiglio Comunale. Era alla sua prima esperienza amministrativa: privo di tessere di appartenenza partitica non aveva infatti svolto mai attività politica. Di animo affabile, generoso e disponibile si era subito imposto all’attenzione di tutti. Recentemente gli erano stati affidati la presidenza del Consorzio ortofrutticolo “Alcantara-Simeto” e la responsabilità per l'avvio delle procedure di costituzione del Consorzio di Tutela della DOP “Pistacchio verde di Bronte”. L’ex sindaco di Randazzo ora direttore generale nella «città del pistacchio» «Ho usato l’auto blù per lavorare» Bronte «processa» Angela Vecchio «Anziché assentarsi perché impedita dalle condizioni atmosferiche o dalle particolari condizioni fisiche, qualche volta ha chiesto di essere accompagnata da Randazzo a Bronte e viceversa». E’ questa una sintesi della lettera chiarificatrice che il Direttore Generale del Comune di Bronte, Angela Vecchio (ex sindaco di Randazzo) ha trasmesso alla “Commissione d’Inchiesta” istituita dal Consiglio Comunale per verificare l’eventuale uso improprio dell’auto blù. Nella sua “confessione” la dottoressa Vecchio ha precisato: «Da circa un mese si discute dell'uso “fuorviato" che in particolare il Direttore Generale avrebbe fatto degli automezzi di servizio, fino ad arrivare all’istituzione della Commissione d'inchiesta. All'inizio - ha continuato Angela Vecchio - sembravano "chiacchiere di corridoio " ma vista la rilevanza che l'argomento ha assunto, la sottoscritta sente il dovere di fare chiarezza. Premesso che gli automezzi dell'Ente devono essere utilizzati - ha puntualizzato il Direttore - per fini istituzionali da parte degli organi istituzionali dell'Ente (Amministratori e Funzionari), e che in sede di conferimento dell'incarico di Direttore Generale, la scrivente avrebbe potuto chiedere anche l'assegnazione di un automezzo di servizio con relativo autista, poiché la prestazione in "re ipsa" è legittima (richiesta che come è noto non è stata fatta); tutto ciò premesso la sottoscritta "confessa" di avere due "handicap ": non sa guidare sulla neve e sul ghiaccio; ha il buon senso di non guidare quando si trova in condizioni fisiche e di salute “particolari… ». In questi casi, «di fronte ad impegni ed incontri prefissati, anziché assentarmi, qualche volta ha chiesto di essere accompagnata da Randazzo a Bronte e viceversa. Se questo è l'uso “fuorviato" degli automezzi di servizio, di cui la Commissione cerca "le prove ", può benissimo chiudere l'inchiesta avviata poiché con la presente nota la sottoscritta si assume la piena responsabilità dei fatti sopra citati, certa e convinta di non aver violato alcuna norma di legge e di non aver abusato della carica ricoperta per godere di privilegi non dovuti». Il presidente della commissione Alfredo Pinzone ha preso atto della lettera, riservandosi di trasmetterla alla autorità competenti. Stupore fra i cittadini invece ha destato il volantino del locale coordinamento di “Nuova Sicilia”, che con toni ironici ha diffuso la lettera del Direttore, fornendo spunti di approfondimenti e chiedendosi, per esempio, come mai la lettera sia stata inviata anche ai presunti accompagnatori e quali leggi giustificherebbero le circostanze. «Come il Direttore Generale crediamo che la Commissione possa benissimo chiudere l’inchiesta avviata ma informando, immediatamente, Carabinieri e Procura della Repubblica». [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia] | |||||
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«Non sono un gattopardo» Prima di Tangentopoli era un politico famoso, dopo era dato per finito. Adesso Turi Leanza è risorto alla grande La Sicilia come metafora di un'Italia che si "sicilianianizza", dove tutto coesiste col tutto e dove il tutto diventa spesso il suo contrario, dove l'Uno diventa Nessuno e il Nessuno si trasforma in Centomila. Per spiegare questa strana sindrome, questo "caos" tipicamente siciliano, uno dei luoghi più adatti - fra i tanti nell'isola - è Bronte, dove sembrano ancora echeggiare i tumulti delle rivolte contadine e le fucilazioni ordinate da Bixio, e dove il clima gattopardiano dell'Unità d'Italia sembra soffiare ancora dopo oltre centoquarantanni, con i suoi rivoluzionari e i suoi trasformisti. Questa cittadina di oltre 20mila abitanti situata quasi al confine fra le province di Catania e di Messina, fra i monti Nebrodi e l'Etna, oggi è amministrata da un sindaco che, in nome di una sbandierata legalità, si è messo contro il maresciallo dei carabinieri, il comandante dei Vigili urbani, ed una parte del clero locale. La stessa legalità che spesso negli anni della Prima Repubblica veniva messa sotto i piedi da un sistema politico del quale lo stesso primo cittadino era uno dei protagonisti indiscussi. Lui è Turi Leanza, 57 anni, una laurea in legge, famoso fino ad una decina di anni fa per essere stato vice presidente della Regione siciliana, nonché assessore e deputato - sempre della Regione - per diverse legislature, famoso per le processioni alla sua segreteria di povericristi che chiedevano un posto, una casa popolare, un sussidio, famoso anche per essere caduto in disgrazia (politicamente parlando) per diversi anni dopo una serie di vicende giudiziarie. Bene: quest'uomo adesso si è risollevato alla grande diventando sindaco ulivista della sua città, quota Ds, dopo una lunga militanza nel Psi di Bettino Craxi. Vincendo contro ogni pronostico nella "patria" degli uomini più potenti del centro destra siciliano, il senatore di Forza Italia, Pino Firrarello, e il genero Giuseppe Castiglione, vice presidente della Regione. Con i quali - soprattutto con quest'ultimo (Firrarello ormai è troppo occupato altrove) -, il primo cittadino è in lotta da almeno due anni: "Castiglione", dice sibillino, "usa la sua carica per screditarmi sia a Bronte che fuori". La storia che lo vede contrapposto alle più importanti autorità del paese è inquietante e al tempo stesso complicata, e merita di essere approfondita con delle interviste con i personaggi tirati in ballo. Cosa che non escludiamo di fare in futuro. Adesso ci interessa soffermarci su questo personaggio che dall'immaginario collettivo non brontese viene considerato una sorta di Giano Bifronte, da un lato simbolo della Prima Repubblica, dall'altro "alfiere della legalità" (come si definisce) negli anni della Seconda, uomo politico scampato dieci anni fa ad un ordine di arresto grazie ad una provvidenziale fuga in Bulgaria "perché mi sentivo perseguitato", da dove minacciava il suicidio se non lo avessero fatto tornare in Italia; imputato in ben trenta processi dai quali "sono uscito indenne, a volte con assoluzioni in fase istruttoria, altre volte con assoluzioni in primo o in secondo grado". "E' sempre lo stesso Turi Leanza", risponde pacatamente. "Uno che esce indenne da 30 processi è da considerare innocente. La verità è che siccome facevo parte di quel sistema, ricoprendo cariche molto alte, si pensava che fossi partecipe della situazione di illegalità che ha ammorbato gli anni della Prima Repubblica". Insomma, una vittima. "Esattamente. Ho avuto piena fiducia nella magistratura e alla fine la mia posizione è stata chiarita. Errori? Certamente. Il più vistoso quello di non avere capito in anticipo certe trappole".
Con quale stato d'animo ha vissuto gli anni del declino?
E stato il centro sinistra a proporre la sua candidatura o e stato lei a proporsi?
Signor sindaco, lei politicamente era considerato un uomo finito. Come è riuscito a vincere?
Leanza, perché ha deciso di aderire all'Ulivo?
Cosa pensa di Craxi?
Il Consiglio boccia la richiesta di variante urbanistica e chiede l'invio del carteggio relativo all'acquisizione dell'area alla Procura della Repubblica. 4 Maggio 2004 UN ESPOSTO E' STATO INVIATO DALL'OPPOSIZIONE AI MAGISTRATI E ALLA CORTE DEI CONTI Finisce in procura la «battaglia» sull’area che ospiterà il nuovo mercato Sotto accusa il sindaco Leanza: «Ha avviato lavori in una zona ancora non acquisita» «Nel comportamento dell'amministrazione del Comune di Bronte si potrebbero ravvisare estremi di reato e di responsabilità per illeciti esborsi di denaro pubblico». Con questa motivazione, la vicenda del nuovo mercato settimanale di Bronte finisce alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti di Palermo. L'invio del carteggio lo aveva deciso il consiglio comunale nella seduta del 29 marzo scorso, quando la maggioranza di centrodestra depositò la richiesta in assemblea. Ora la trasmissione concreta degli atti da parte dei consiglieri della Casa delle Libertà: «La commissione urbanistica ha effettuato l'istruttoria relativa all'area ubicata in via Pergolesi (vedi foto a destra), da adibire a mercato settimanale. Da detta relazione, nella parte che riguarda il rispetto delle procedure previste dalla legge e in particolare il rispetto del potere deliberante del consiglio comunale, emerge che l'amministrazione comunale ha sottoposto al Consiglio Comunale la variante, per l'approvazione, solo dopo che erano già stati spesi soldi pubblici per effettuare lavori su un terreno che al momento non risulta né di proprietà del Comune, né regolarmente espropriato, né con adeguata destinazione urbanistica». Oltre al mancato rispetto della procedura relativa alla variante, i consiglieri ritengono che «l'amministrazione ha stipulato con dei privati un preliminare di vendita, per l'area di cui sopra, obbligando a versare delle somme ancor prima che il Consiglio ne deliberasse la variante. E che, illegittimamente, l'amministrazione ha dato corso a lavori che hanno comportato ingenti spese a carico delle casse comunali e, sempre illegittimamente, ha assunto obblighi nei confronti di privati, non tenendo conto di un eventuale utilizzo di aree già di proprietà del Comune». Nella sostanza l'esposto rispecchia il contenuto della lettera depositata in consiglio a fine marzo, quando il sindaco Turi Leanza in risposta alla bocciatura della variante il 1° aprile dispose di «procedere con urgenza alla sistemazione definitiva delle aree di via Pergolesi per l'utilizzo immediato per Protezione Civile e mercato settimanale».
La replica del sindaco affidata ad un comunicato | |||||
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L’ex sindaco: «Non è colpa nostra» Leanza: «Troppi i debiti fuori bilancio» Annuncia difficoltà nella gestione del Comune il sindaco Turi Leanza. Ad incidere negativamente sul bilancio sarebbero l’aumento della spesa per il servizio di nettezza urbana, rate di mutui e vecchi contenziosi. Una brusca inversione di rotta sembra quindi interessare le casse comunali, ma la notizia desta stupore, considerato che appena lo scorso novembre la giunta chiedeva al consiglio il consenso alla stipula di nuovi mutui per un importo di 5.393.296 euro. Che com’è noto venne bocciata insieme ad altri 2.993.044 euro di variazioni di bilancio. Leanza, nel comunicare la trasmissione del bilancio preventivo di quest’anno ai revisori dei conti e consiglio comunale, spiega: «Trattasi di un bilancio tecnico che garantisce tutte le spese obbligatorie, comprese quelle per il nuovo contratto dei dipendenti comunali. Il bilancio risulta molto appesantito per il consistente incremento degli oneri per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani che dovrebbe invece diminuire dal momento che il Comune ha superato la percentuale del 13 per cento per la raccolta differenziata, nonché il pagamento di rate relative alla stipula di mutui, come quello per la costruzione del parcheggio di Viale Catania, ed infine per la eliminazione del notevole contenzioso ereditato dalla precedente amministrazione. Per quest'ultimo, si è reso necessario impegnare tutto l’avanzo di amministrazione, anche per i prossimi anni, il che renderà in futuro difficoltosa la gestione dell'ente». Ma l’ex sindaco Mario Zappia in modo perentorio rispedisce al mittente l’accusa: «Non è assolutamente vero, non è colpa nostra». [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia]
Al Consiglio lo schema di bilancio 2004 II sindaco Leanza comunica di avere trasmesso al Collegio dei Revisori ed al Consiglio Comunale lo schema del bilancio per l'anno 2004 approvato dalla Giunta Municipale nella seduta del 9 marzo 2004. «Trattasi di un bilancio essenzialmente tecnico, ha dichiarato il Sindaco, nel quale sono garentite tutte le spese obbligatorie, comprese quelle per il nuovo contratto dei dipendenti comunali. Il bilancio risulta molto appesantito, continua il Sindaco, per il consistente incremento degli oneri per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani che dovrebbe invece diminuire dal momento che il Comune di Bronte ha superato la percentuale del 15% per la raccolta differenziata, nonché per il pagamento di rate relative alla stipula di mutui inutili, come quello per la costruzione del parcheggio di Viale Catania, ed infine per la eliminazione del notevole contenzioso ereditato dalla precedente Amministrazione Comunale». Per quest'ultimo adempimento si è reso necessario impegnare tutto l'avanzo di amministrazione, anche per i prossimi anni, il che renderà in futuro difficoltosa la gestione dell'Ente.
Bronte, nuova dura polemica fra il Sindaco e il Consiglio Non si affievolisce la tensione a Bronte fra il Consiglio comunale e il sindaco dott. Salvatore Leanza. Il primo cittadino, infatti, ha affisso in città, ed inserito nel sito internet del Comune di Bronte, un manifesto accusando il Consiglio comunale di inerzia per non aver discusso i piani di lottizzazione urbanistica ed il Piano regolatore generale trasmesso a gennaio. Leanza, inoltre, ha elencato tutte le presunte inefficienze del Civico consesso, comunicando di aver chiesto un incontro con il Prefetto perché «l'attività amministrativa avviene come se nell'Ufficio del Sindaco sia presente l'occhio del grande fratello», ed accusando che qualche consigliere della Cdl «di aver utilizzato impropriamente il collegamento internet». Il presidente del Consiglio comunale, Aldo Catania, ha assicurato, di contro, l'utilizzo del computer solo per i fini istituzionali e per evitare equivoci ha chiesto di scollegare il terminale incriminato dalla rete telematica. Poi sul manifesto ci ha risposto: «Non sono d'accordo con il sindaco. Il Consiglio comunale nella sua Interezza ha sempre lavorato con impegno ed onestà per il bene del paese». (Fonte La Sicilia) Accuse ed allusioni in un lungo ed articolato manifesto del sindaco Lo sfogo di Leanza Un lungo sfogo, una richiesta di aiuto ("il sindaco chiede solidarietà umana") ed una sfilza di accuse (ed anche qualche "censura") al Consiglio Comunale, reo di inerzia, ignoranza degli atti, di perdere tempo "a discutere sulla stesura di un Regolamento" (su come utilizzare i fondi delle royaltes metanifere) ed anche (ma solo "qualche consigliere comunale") di utilizzare "a volte" i computer del Comune per collegarsi a "siti di intrattenimento ludico e di carattere pornografico". Un manifesto, maxi formato, stampato a caratteri minuscoli, che è una pagina di giornale, un lungo "servizio" zeppo di informazioni, allusioni, segnali e dichiarazioni a volte a dir poco sorprendenti. Il sindaco, fra l'altro, sembra quasi dettare l'agenda del Consiglio e ci informa anche del trasferimento del comandante della Polizia municipale (per "incompatibilità ambientale"), torna sul ricorso presentato al Tar per chiedere lo scioglimento del Consiglio, e scrive che, lui stesso, ha dovuto avviare procedure amministrative atte a "garantire la dignità istituzionale" dello stesso Organo "per la mancata reazione da parte di alcuni consiglieri" accusati in maniera provocatoria di "inconsistenza politica, ...perfidia... e codardia" in uno scritto apocrifo circolato negli uffici comunali. Insomma la guerra, ormai è scontro senza esclusione di colpi, tra Sindaco e Consiglio continua oltre che nei tribunali anche sulle piazze, anche a colpi di manifesti che, quanto a politica, richiamano forse quella ...del cortile.
Leanza, nuovo attacco al centrodestra: troppe emergenze e si perde tempo (lpu) Il sindaco Turi Leanza attacca nuovamente la maggioranza di centrodestra del consiglio, rea a suo dire di perdere tempo nella stesura del regolamento per i fondi delle royalties e tralasciare argomenti importanti come: ordine pubblico, aumento della spesa della nettezza urbana, contenzioso, inagibilità della caserma dei Carabinieri e, dulcis in fundo, accusa pure «qualche consigliere di centrodestra» di usare il computer del comune per fini non istituzionali. Leanza ha reso nota la complessa vicenda con un comunicato e in sintesi sostiene che: «Alcuni consiglieri della Casa delle Libertà dimostrano di non conoscere il bilancio da loro approvato a maggio 2003 e di impegnano il tempo a discutere un Regolamento per l'impiego dei fondi royalties in larga parte già destinate a: risanamento ambientale e occupazione, oltre che per le riprese televisive dei lavori consiliari». Continuando ha precisato anche: «Sarebbe opportuno - ha comunicato Leanza - che il Consiglio si confrontasse sulle cause dell'aumento degli oneri di smaltimento dei rifiuti, dell'accumulo di contenzioso legale-amministrativo. E ancora sull'inagibilità dell'Ufficio del lavoro e della caserma dei Carabinieri, sul mercato settimanale, sulla disoccupazione e sull'urgenza aule per i licei». Ha concluso il su lungo sfogo elencando le attività che la sua amministrazione ha portato a buon fine. Aver risolto il problema dell’acqua, eseguito numerosi lavori pubblici, aver dato corso alla bonifica delle aree degradate della Sciarotta, messa in sicurezza di edifici scolastici, nuovi alloggi popolari, tanti progetti. (Giornale di Sicilia) | |||||
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