Lino Ciraldo Un chimico con l'amore per l'arte Lino Ciraldo, nato a Bronte nel 1926, pittore, ha vissuto ed operato a lungo a Bari ed in Toscana. Ha studiato nel Collegio Capizzi dove ha conseguito il diploma di maturità classica. Laureatosi in chimica nel 1950 all'università di Catania, ha lasciato Bronte nella ricerca di uno sbocco professionale ad alti livelli soggiornando prima a Bari e poi a Firenze. Per la sua arte ha ricevuto i consensi più vasti dalla critica e dal pubblico di tutta Italia e dell’estero. Ha effettuato sue mostre personali, negli anni, in molte parti d'Italia riscuotendo positive recensioni da parte di numerosi critici d'arte italiani e stranieri. Ha partecipato fin dagli anni Settanta a rassegne nazionali ed internazionali e tenuto numerose mostre personali tra le quali ricordiamo quelle a: La Cooperativa Esperienze Culturali, Bari; Istituto Italiano di Cultura, Bruxelles; La Nuova Sfera, Milano; Ca' Rezzonico, Venezia. La sua è una pittura tutta visiva, delle foglie colte nelle loro stilizzazioni essenziali, di nuove ricerche espressive, nelle quali il disegno geometrico, la tessitura, le variazioni cromatiche, le contrapposizioni tonali si intersecano con preciso rigore progettuale. Sulle sue opere e la sua arte hanno scritto, fra gli altri, Michele Campione, Carlo Munari, Bruno Pompili, Giorgio di Genova, Pierre, V. Scheiwiller, D. Villani ed altri. Una esposizione di suoi “quadri e sequenze/moduli” fatta, su invito del Comune di Bronte, nei locali del Collegio Capizzi nel Maggio-Giugno 1983, e che Lino Ciraldo ha voluto dedicare al suo paese natale, riscosse un notevole successo. I visitatori apprezzarono la sua ultima produzione artistica, le sue «trame cromatiche» che Ciraldo condensa nella formula «sequenze/moduli». «Il modulo – scrisse allora il trimestrale comunale “Bronte Notizie” -, basato su una rappresentazione rigorosamente geometrica del reale, è costituito da una serie di «segmenti cromatici», rapportati l’uno all’altro secondo le regole elementari di multiplo e sottomultiplo. La risultante è tutt’altro che «arte figurativa» (“non ho portato barchette e paesaggi “, proclamò, allora, sdegnato Ciraldo), bensì un campione dell’universo che ne deriverebbe se ripetessimo i suoi processi stilistici all’infinito: per dirla in breve "trame cromatiche", che costituiscono nella loro realizzazione il momento lirico della creazione artistica. Lavorando sui segmenti di un medesimo modulo, aumentando progressivamente l’intensità del colore dominante, si realizza la "sequenza", che è la dimostrazione estetica nonché lirica di come, pur mantenendo costante il modulo, possa variare nei diversi momenti della sequenza stessa l’opera risultante. L’effetto lirico, in questo caso, deriva dalla contemplazione globale del complesso costituente la sequenza». Dal carattere eccentrico ma schietto e istintivo, Lino Ciraldo ha svolto l’attività di chimico ma il suo sincero e profondo amore per l’arte l’ha accompagnato per tutta la sua esistenza. Qualcuno gli ha detto che visitando la Sicilia ha capito perché usa quei colori. Gli è stato chiesto anche cosa c’è di Bronte nelle sue opere e senza pensarci troppo ha risposto: «I colori di questa terra: non ci può essere altro!». |