La copia della traduzione del testamento di Nelson Nei giorni scorsi su alcuni organi di stampa (1) (2) è stato dato risalto al ritrovamento presso l’archivio di stato di Palermo di una traduzione in italiano del testamento di Orazio Nelson.
Non ci meravigliamo se, come crediamo, il documento sia emerso durante una ricerca fra i faldoni dall’Archivio Privato Nelson a suo tempo trasferito a Palermo dopo l’acquisto da parte del Comune di Bronte del castello di Maniace. Se è così si tratta, con ogni probabilità, di un documento che sarà servito nel corso della vita della Ducea a sostegno di qualcuna delle numerose liti giudiziarie, che i suoi proprietari hanno iniziato o cui sono stati costretti per difendere i propri diritti o quelli ritenuti tali. Altra scoperta sarebbe stata quella del testamento originale anche se in inglese! Ma accontentiamoci di questa e del contesto cui è legata, tutto da approfondire, convinti che le numerose tesi di laurea degli studenti del Dipartimento di Storia Moderna dell’Università di Palermo renderanno disponibili nuove fonti di notizie sulla Ducea per rendere possibile vieppiù la costruzione “dell’identità storica e culturale attorno alla Ducea”(2) della comunità brontese. Titoli nobiliari e autografi
Nel rallegrarci e ringraziare giornalisti e studiosi per questo nuovo e meritato palcoscenico culturale offerto a Bronte ed alla sua storia è, tuttavia, utile a nostro avviso una osservazione che potrà sembrare pignoleria ma che in definitiva ci permette di testimoniare tutta la nostra attenzione. Scrive Rossana Campisi sul Venerdi di Repubblica del 23 febbraio 2007(1) che Orazio Nelson “Lontano per tutta la sua vita dalla piccola Bronte, vi si legò per sempre quando in calce al suo testamento… si firmò “Nelson of Bronte”. Quanto onore per Bronte e noi brontesi sentire l’ammiraglio come uno dei nostri! Non conosco il documento ritrovato a Palermo ma ritengo comunque poco probabile, se si tratta come sembra di una traduzione letterale, che sia sottoscritto con Nelson of Bronte. Ritengo più verosimile Nelson and Bronte o Nelson&Bronte come del resto si legge sugli originali del testamento del 10 maggio 1803 e
degli otto annessi Codicilli, fra i quali l’ultimo è datato 21 ottobre 1805, giorno della battaglia di Trafalgar. Se non è così deve concludersi che il documento è affetto da errori di traduzione letterale che ne sminuiscono il valore di testimonianza storica. I modi di firmare di Orazio Nelson sono stati in realtà molteplici e si sono modificati nel tempo per lo più al crescere dei titoli ricevuti. Nel tempo le investiture nobiliari dell’Ammiraglio sono state:
6 novembre 1798 , dopo la battaglia di Abukir del 1 agosto 1798, «Baron Nelson of the Nile and of Burnham Thorpe» (Peerqage U.K.); titolo estinto con la sua morte.
10 ottobre 1799, «Duca di Bronte» nel Regno delle Due Sicilie.
22 maggio 1801, dopo la battaglia di Copenhaghen del 2 aprile 1801, «Viscount of the Nile and of Burnham Thorpe» (Peerage U.K.); titolo estinto con la sua morte.
18 agosto 1801, «Baron Nelson of the Nile and of Hilborough», titolo tramandabile anche al padre, ai figli maschi di quest’ultimo ed in mancanza agli eredi maschi della sorella Susannah e dopo agli eredi maschi dell’altra sorella Catherine.
Conseguentemente egli, che sino all’agosto del 1798 sottoscriveva come «Horatio Nelson» documenti e corrispondenza, provvide a cambiare, appena ricevuto il primo titolo, il suo autografo da «Horatio Nelson» in «Nelson» e probabilmente anche «Nelson of the Nile».
Continuò poi ad adottare questa firma sino all’agosto 1799 quando scelse, dopo l’investitura a Duca di Bronte, «Bronte Nelson of the Nile» o «Bronte Nelson» o «Nelson and Bronte» o «Nelson & Bronte» o «Nelson Bronte» con preferenza per «Nelson and Bronte» ma mai naturalmente «Nelson of Bronte».
Lo stesso Nelson a tal proposito emanò il 21 marzo 1800 da bordo della Foudroyant, ancorata a Palermo, un memorandum diretto ai suoi subalterni e firmato «Bronte Nelson of the Nile» con il quale informava che il suo cognome sarebbe stato seguito, data l’investitura ricevuta, dal predicato “of The Nile”.
Ma come è testimoniato dalle raccolte della sua corrispondenza preferì sempre «Nelson and Bronte» o «Nelson & Bronte» o «Nelson Bronte». In realtà per completezza è da precisare che Nelson aggiunse al suo autografo «Nelson» il predicato «Bronte» nella corrispondenza con inglesi e negli atti ufficiali inglesi solo dopo il 9 gennaio 1801(3), data della patente reale che lo autorizzava a fregiarsi in Inghilterra del titolo di Duca di Bronte, mentre nei rapporti con i non inglesi aggiunse nella firma sin dall'investitura al suo cognome il predicato «Bronte». "Nelson Bronte", così firma l'ammiraglio sull''ultima pagina dell'VIII codicillo al testamento scritto di proprio pugno il 21 ottobre 1805, alcune ore prima della battaglia di Trafalgar quando morì.
La foto delle ultime due pagine è stata fatta nel 1996 da Mario Carastro al National Maritime Museum di Greenwich. La parte finale del testo così recita: «(omissis) ...Io affido Emma Hamilton al mio Re ed alla Patria, così che loro possano assicurarle di mantenere in vita il suo rango sociale. Io affido anche alla benevolenza della mia Patria la mia figlia adottiva Horatia Nelson Thompson, e io desidero che ella usi in futuro il mio nome Nelson. Questi sono i soli favori che chiedo al mio Re ed alla mia Patria in questo momento quando mi accingo a combattere per loro. Dio benedica il mio Re e la mia Patria e tutti quelli che io ho cari. E' superfluo che io menzioni la mia famiglia; ad essa naturalmente sarà provveduto generosamente» Nelson Bronte (testimoni: Henry Blackwood. T. M. Hardy) Le investiture cavalleresche
Nelson oltre alle sopra ricordate investiture nobiliari aveva ricevuto altre onorificenze con la nomina a: Cavaliere dell’Ordine del Bagno dopo la Battaglia di Capo Saint Vincent del 14 febbraio 1797;
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di S. Ferdinando ed al Merito nel giugno 1800; Membro dell’Ordine Ottomano della Mezzaluna nell’agosto del 1799; Cavaliere Gran Comandante dell’Ordine Equestre Germanico di S. Gioacchino nel settembre 1801. L’Ordine di S. Ferdinando era stato creato da Ferdinando IV di Borbone per Nelson ed i suoi ufficiali dato che le insegne degli altri ordini del regno delle Due Sicilie, cioè Ordine di S. Gennaro e Sacro Militare Ordine Costantiniano di S. Giorgio, non potevano essere concesse a non cattolici; per statuto poi i Cavalieri di Gran Croce di S. Ferdinando dovevano essere al massimo solo 24, mentre non vi erano limiti per i Cavalieri semplici. Anche l’Ordine Ottomano della Mezzaluna era stato istituito dal Sultano Selim III nel mese di agosto 1799 proprio per onorare Nelson; poi fu creato nel 1801 un secondo grado da concedere anche ad altri militari non musulmani. Per accettare e portare le insegne straniere sulla divisa era necessaria una autorizzazione del Re e la loro registrazione presso il College of Arms. Queste patenti furono regolarmente ottenute: il 7 gennaio 1801 per l’Ordine di S. Ferdinando; il 20 marzo 1802 per l’Ordine Ottomano ed il 15 luglio 1802 per l’Ordine di S. Gioacchino. Al Museo Navale di Greenwich è conservata una divisa di Orazio Nelson con appuntate le insegne di queste onorificenze anche se solo in copia, stante che gli originali furono per lo più trafugati dal Greenwich Hospital insieme ad altri cimeli nel 1900. In realtà già lo stesso Nelson portava tutti i giorni copie delle onorificenze, riservando gli originali all’alta uniforme. Nella foto a destra, la divisa di Lord Nelson con le insegne degli ordini cavallereschi: (1) Ordine del Bagno; (2) Ordine di S. Ferdinando; (3) Ordine della Mezzaluna; (4) Ordine di S. Gioacchino. Delle quattro firme dell'ammiraglio Nelson, la prima è anteriore al 1778; la seconda del 1800, l'ammiraglio firma come «Bronte Nelson of the Nile». L'ultima è dell'Aprile 1804, un anno prima della morte. Gli stemmi di Orazio Nelson
La onorificenza di Cavaliere del Bagno (KB) era la più importante per un comandante militare.
Sino al 1815 l’Ordine contemplava solo 35 cavalieri; le insegne dovevano essere restituite alla morte del cavaliere ma sembra che Nelson condivise con il Duca di Wellington il privilegio di farle pervenire agli eredi, che comunque penso non potevano ovviamente più fregiarsi del titolo. La concessione dell’Ordine del Bagno comportava l’appellativo di “Sir” e l’assegnazione da parte del College of Arms di uno stemma. Lo stemma concesso a Nelson si basava sull’originario stemma di famiglia e fu modificato per esaltarne le vittorie marinare. In particolare lo scudo sul quale è riportata una croce e una fascia trasversale con tre bombe è sostenuto a sinistra da un marinaio armato con in mano le insegne di commodoro ed a destra un leone con in bocca un’asta porta bandiera spezzata da cui fluisce un vessillo spagnolo; è sormontato da un elmo e dalla poppa di un battello spagnolo (San Joseph). Attorno il motto dell’ordine: Tria Juncta in uno; sotto il motto di famiglia: Faith and Works. Lo stemma fu successivamente ancora adeguato alla concessione dei titoli nobiliari con l’aggiunta del motto Palmam qui meruit Ferat (Porti la palma chi l'ha meritata) e pervenne infine ancora con delle aggiunte anche al fratello William I° Earl Nelson of Trafalgar and of Merton. In particolare una Concessione Reale dell’11 gennaio 1806 (3) decretava l’aggiunta allo stemma di William Nelson di Trafalgar and Merton di una fascia riportante la parola Trafalgar. Uno stemma simile lo troviamo anche alla Ducea. Mario Carastro Bronte, Marzo 2007 |