Le didascalie della Santa Lucia L’affresco che raffigura santa Lucia con alcuni episodi della sua legenda e le didascalie poste a corredo, dipinti nell'ampia edicola incavata sulla parete destra dell’unica navata della chiesa di Santa Maria del Soccorso, subito dopo l’ingresso, sono stati oggetto di uno studio del prof. Ferdinando Raffaele avente titolo "Scritture esposte in volgare siciliano. IV. Le didascalie della Santa Lucia e storie della sua vita nella chiesa di Santa Maria del Soccorso a Bronte", pubblicato nel "Bollettino - Centro di studi filologici e linguistici siciliani" (Palermo, 2019). Nell'articolo l’Autore esamina l'affresco dedicato alla Santa alla quale un tempo l’antica chiesa era dedicata e, in particolare, ne studia e spiega le didascalie che corredano le «storiette» laterali ancora visibili. Dopo avere preliminarmente vagliato i contenuti del dipinto, posti in relazione con l’ambiente socio-culturale brontese nel quale ha visto la luce, procede alla ricostruzione del testo originale, all’esame linguistico delle varie scritture e alla messa a fuoco del loro rapporto con la figurazione del dipinto e con le fonti letterarie della legenda di Santa Lucia. «L’opera – scrive - pertiene a una tipologia figurativa di soggetto devoto particolarmente diffusa in Sicilia durante i secoli XV-XVII, il dipinto agiografico iconico-narrativo, in ordine alla quale l’immagine del santo da onorare – di grandi dimensioni e con i canonici attributi iconografici – occupa lo spazio centrale del dipinto, mentre sui lati sono disposti dei riquadri in cui sono raffigurati gli accadimenti salienti della sua vita». Nella sezione centrale è riprodotta l’immagine della Santa, assisa su di un seggio coperto dagli ampi panneggi del mantello, che reca nella mano sinistra un libretto e un piccolo ramo di palma, mentre con la destra sembra reggere qualcosa – verosimilmente il piattino sul quale sono posti due occhi, ossia il simbolo più noto della sua iconografia – che tuttavia non è visibile a causa della caduta del colore. Sollevata sulla sua testa, poi, si staglia una corona, icona di santità e di martirio, retta a due mani da un angelo. Della originaria narrazione figurata oggi si conservano soltanto tre “storiette” laterali – erano sei nella stesura originaria – le quali, pur essendo danneggiate in più punti per via di scalfitture e perdite di colore, risultano comunque ben decifrabili. Ciascuna di esse copre, inclusa la cornicetta laterale, un’altezza di circa 45 cm ed è sormontata da un campo epigrafico alto circa 12 cm contenente le didascalie. In due casi la loro scrittura deborda dai limiti del campo epigrafico. Nell'articolo vengono esaminati i contenuti di questi racconti per immagini e delle didascalie postevi a commento, fornita un’essenziale descrizione e approntate in sinossi, per ciascuna delle didascalie corrispondenti, l’edizione diplomatica e quella interpretativa. |