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Iniziando il Sesto Libro del suo esposto l’Autore si pone e ci pone questa domanda: “Se è vero che la Religione Cristiana è la più sicura custode dei Diritti dell’Uomo ed il più saldo sostegno della Società Civile, …come si spiega che alcuni Popoli, che hanno la Religione Cristiana a base delle loro Costituzioni Nazionali, si trovano oggigiorno in una situazione che fa spavento?” Quando Nicola Spedalieri scrisse queste parole, era il tempo, in cui nella Cattolica Francia soprattutto, il sistema sociale andava disgregandosi provocando ferocia inaudita. L’anarchia e il dispotismo si contenevano il potere. Il Filosofo considera questo caos una prova lampante di quanto ha esposto, che cioè il Cristianesimo “è il più saldo sostegno della Società Civile.” La causa del male di allora, e pure di oggi, va cercata nella Miscredenza. C’è un mutamento nel modo di pensare della gente nei riguardi della Religione Rivelata. I Filosofi del nostro tempo pretendono spiegare tutto senza Dio, e con metodicità discreditano la Rivelazione e le verità fondamentali. Questo, all’epoca della Rivoluzione Francese, ha portato allo snaturamento del concetto di Autorità, dell’Autorità Religiosa prima e dell’Autorità Civile poi. Ha promosso ancora la negazione del Diritto di Proprietà, ha fatto man bassa dei beni ecclesiastici, ha oppresso gli istituti religiosi e ha perseguitato la Religione Cristiana. Le leggi in favore della tolleranza religiosa e la promozione del Giansenismo furono adottati con lo scopo preciso di abbattere il potere religioso Cristiano. L’ipocrisia, l’inganno e l’ostilità aperta dei mezzi di informazione pubblica hanno fatto il resto. “È stato il collasso della Religione che ha provocato la caduta dello Stato Civile.” asserisce Nicola Spedalieri. Ma gli ipocriti Razionalisti e gli Atei attribuiscono alla Religione Cattolica la responsabilità del caos in cui è piombata la Nazione Francese e propongono come rimedio l’abolizione assoluta del Cristianesimo. “Ipocritamente, afferma lo Spedalieri, essi propongono come rimedio ciò che di fatto è la causa di tanto male!” “La filosofia degli empi sta spingendo tutta l’Europa verso il baratro!” avverte, accorato, il Filosofo. La pretesa libertà assoluta non è che una chimera che non potrà realizzarsi in nessuna Società Civile. Non si può mai avere una Società senza Padroni. Se i Popoli si ribellano per massima, i Principi diventeranno tiranni per necessità. E se i Principi si fanno tiranni per sistema, i Popoli diventeranno ribelli per disperazione. Il rimedio al male presente lo propone ancora il Filosofo Brontese: “Si ristabilisca la Religione e cesseranno tutte le tempeste!” Si ristabilisca la Religione Cristiana in tutta la sua essenza ed il suo vigore restaurando la giurisdizione dei Vescovi. La religione Cristiana? La perfezione? Sembrerebbero fattori estrinseci al convivere umano. Ebbene, no, non sono fattori estrinseci al vivere civile. la convivenza presuppone la virtù. L’uomo virtuoso rispetta gli altri senza bisogno di costrizioni. È proprio per la mancanza di virtù fra gli uomini che si fa necessaria e si impone l’Autorità. Il principio della convivenza risiede nella lotta ai nostri desideri scorretti: il desiderio del bene materiale degli altri e del bene personale degli altri. E questi, in fondo sono i due ultimi Comandamento del Decalogo Cristiano. La convivenza vuole che l’uomo sia veritiero, che rispetti la persona degli altri e la roba degli altri, che rispetti sè stesso, la propria salute corporale, mentale e spirituale, che rispetti l’Autorità, e siamo saliti al quarto Comandamento. L’uomo giusto non può non riconoscere l’Autorità Suprema di Dio, e non mancherà di onorare Dio e sottomettersi al suo Volere. Dio, di fatto, è il movente della convivenza e del progresso dell’uomo: Progresso Sociale e Progresso Spirituale. Dice differentemente Nicola Spedalieri? Dov’è la sua eresia e dov’è il suo liberalismo? Il Filosofo Brontese Nicola Spedalieri deve essere ristudiato e proposto agli atenei degli studi in tutte le università del mondo specialmente a quelle università che si fregiano del titolo di Cristiane e Cattoliche. Nicola Spedalieri chiude il suo eminente scritto con la seguente encomiabile dichiarazione:
Guardando sinteticamente all'opera Spedalieriana noteremo come l'Autore abbia presentato l'Autorità purificata dell'aura di divinità in cui era stata avvolta, ma purtanto voluta da Dio e degna di rispetto. Ha confermato l'esistenza dei Diritti Umani del Cittadino ma li ha giustamente ripuliti di quel liberalismo di cui erano stati rivestiti da spiriti agitati e anarchici. Meglio ancora, ha dato loro la guida saggia dei Doveri Umani. L'Autore ha affrontato con animo sereno e logico altri importanti fattori della convivenza umana. Parlando dell'intolleranza religiosa, lo Spedalieri non lo fa da discriminatore delle minoranze, ma da difensore dei Diritti e dei Doveri della Società. Una data Società cresce e si sviluppa secondo leggi storiche e culturali che diventano il suo tesoro. Un tesoro da difendere e da conservare caramente. I nuovi membri e le minoranze vanno rispettati nei loro diritti, ma questi non possono avanzare diritti sulla cultura che trovano nei paesi in cui vanno o che è detenuta dalla maggioranza; e non possono certo essere lasciati liberi di turbare il bene e la pace della Società Civile pretendendo che questa adotti la loro cultura e le loro vedute. Queste affermazioni chiarificano quale posizione si debba attenere nei riguardi di immigrati di altra cultura e religione. Questa è la posizione che si sarebbe dovuto tenere in Ofena. Il problema degli Omosessuali è pure affrontato dallo Spedalieri. Certo che questi hanno il diritto di vivere come credono meglio, ma non hanno il diritto di forzare le vedute della maggioranza e le vedute della religione. La natura non ha dato loro questo privilegio, conseguentemente la loro unione non può essere un'unione matrimoniale e non possono creare famiglia. Il diritto di rivolta contro il Principe Tiranno, la natura lo ammette, dice l'autore, ma deve essere calcolato e ben guidato dalla ragione per evitare un danno maggiore alla Società. Stiamo vedendo con i nostri occhi quello che succede in Iraq; quanto sangue e quanta sofferenza sta provocando l'intervento militare per la detronizzazione del tiranno Saddam Hussain. La pena capitale? Questo provvedimento, rientra nei poteri del Principe, ma provoca disgusto ed è da usare solo in casi estremamente eccezionali. L’autorità dei genitori verso i figli, pure è stata chiarificata dall’autore come pure la relazione di uguaglianza tra marito e moglie. Sono tutti problemi di oggi come lo erano di ieri. E l’Autore con lungimiranza e con spassionato ragionamento li ha affrontati e ne ha dato chiare vie d’uscita e soluzione. Va giustamente notato che la veduta dell’origine divina dell’Autorità è riproposta al mondo d’oggi dagli Islamici. I Mussulmani sostengono fermamente che ogni Autorità viene da Dio. Il Corano, in quanto Parola rivelata di Dio, va osservato alla lettera. Nessuno può farsi interprete della Parola di Dio. Solo gli Scolari possono illustrarla in base alle fonti storiche ed ambientali, possono rivelare tutto quanto sta dietro ad ogni sentenza del Libro Sacro. Il problema quindi si ripresenta. Quella Islamica, iniziata in Iran nel 1979 con Ayatollah Ruhollah Khomeini, è di fatto una vera Controrivoluzione se paragonata alla Rivoluzione Francese. Questa Controrivoluzione, come la Rivoluzione Francese, trascina con sè un fardello di violenza e di sofferenze. Il Filosofo Brontese, col suo prezioso esposto, mostra la via della Convivenza Civile: Il rispetto dei Diritti Umani nell’adempimento dei Doveri Umani. La sua veduta è altamente bilanciata e può essere di ispirazione pure per coloro che non sono Cristiani. Nicola Spedalieri merita di essere rivalutato. Gli va riconosciuto il suo genio, la sua lungimiranza e la sua saggezza. Il Monumento eretto in suo onore tra tante controversie, dovrebbe essere ri-eretto con tanti applausi e tante lodi. Bruno Luigi Spedalieri Sydney, 11 Ottobre 2005 La Libertà si protegge con la Sicurezza, e la Sicurezza si assicura con la Legalità. (Enrico De Nicola, Procuratore di Bologna, 25 Ottobre 2005)
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