A mo’ di attenuante al mio amico “seceliano” Alga marina bianca, alga marina bianca siccome un seno adolescente, sulla mia bocca s’indugiò il ponente e mi portò il ricordo di Taormina, e l’ho pensata in nebbia cilestrina distendersi così, languidamente come sbadiglia voluttuosamente Frine nuda nel sol della mattina, e nella mente il verde fu già lieve luce di sole che attraversa l’onda e luce non fu ancor nel mio pennello, e fu,quel fianco candido di neve il supercilio di una donna bionda, dolce come un profilo di Antonello. (Bari, 8 Marzo 1950) Gli avevo regalato una scatola di colori e mi aveva promesso il suo primo quadro riproducente una veduta dell’Etna dal San Domenico di Taormina, che ora fa parte della mia piccola pinacoteca. (n. l.) Er probblema de fonno
Al congresso dei sorci, trattannose la “crisi della scola”, ebbe la precedenza e ottenne la parola, un vecchio sorco che bazzicava ne la presidenza: “Per me, fece, sarebbe sortanto ‘na questione de didattica e me spiego; (per cui pronunciò ‘n’ orazione con tanta passione, con tanta competenza e precisione che nun ce capì gnente manco lui. “Io, disse mamma sorca, so’ ‘na mamma, dunque penso che er dramma stia tutto nel latino, per cui, se nun dispiace, proporrebbe de levallo un tantino! Co’ sti lumi de luna, me parrebbe che per mejo servì la civiltà è il caso de abbolì l’ umanità; e giiacchè poi ce semo lascerebbe, al postremo, un po’ de geografia, er canto, la ginnastica, e, se proprio la voi, l’ economia. “Voi sete troppo bbona, sorca mia, intervenne Battista, er sorcio riformista che s’ entendeva de psicologia, per me, nun ve nasconno, che er problema de fonno consiste proprio ne li professori, sicchè la soluzione sarebbe “incrementà l’emigrazzione“, mannalli fora, a faticà nel monno!” ‘Nsomma, batti e ribatti, chi strillava de qua, chi zompava de là parevano li matti in parlatorio e quasi se credevano de stà a Montecitorio, e tutto a un tratto, ecchete er finimondo; tonfi, resucchi, carcinacci, tuoni, travi, vetri, mattoni, ferri, pezzi di scale; ‘na specie de giudizzio universale! Viceversa, era stato che l’antico palazzo der congresso che, manco a fallo apposta, era ‘na scola in quer momento istesso a sentir ‘sti discorsi, s’era scosso, insomma, s’era commosso, e, stanco de sta’ su, s’era seduto. E quanno fu cessato er polverio de quell’iradeddio, giocanno co’ la coda de velluto der povero Battista (er sorcio riformista): “Però, concluse er micio, me sa che questa “crisi de la scola” è tutta ‘na questione d’edificio”. (1965) “Nel bel Paese là dove il sì suona“
(Al signor Gerry (?) Scotti e a chi come lui…) Contro la violenta invasione di voci, modi e costumi anglo-americani nella lingua italiana: e non si salvano nemmeno i testi di letteratura classica in uso nei nostri licei. Come se non si sappia che cosa ci sia dietro l’imponere linguam. (cfr. Bilinguismo al Nord n. 140) O padre Dante, se il gravoso carco in quel primo giron meno vi pesi(5) e men l’andare con le spalle ad arco tra gli spirti che son lassù sospesi, se tosto giunga il sospirato varco dove a voi i cieli si apriran distesi quando per voi fu assunto l’alto incarco di dar lingua agli italici paesi, di dar voce all’italico sermone e nacque la più bella e melodiosa e dolce lingua che nel mondo sia, dite, qual pena meritar dovrìa lui che la rende squallida e fangosa pur con gli osceni miagolìi di Albione? (Bari, Ottobre 2003) Note: (1) Edito da Schena di Fasano (BR) 1993 (L. 25.000). (2) Vedi Radici 1 n. 180 (3) Vedi “La giornata dell’ orgoglio gay “ n. 102 (4) Foscolo, I Sepolcri (5) Dante, Purgatorio, canto XIII, verso 138. (6) Dante, Purgatorio, VI – 120 (7) Dante, Paradiso, XXII _ 151
| A Michele Mirabella (a proposito dei congiuntivi dell’on. Bossi) Michè, forse te sbaj: nun è questo er punto; nun se tratta d’ignoranza! Lui te minaccia tutto ‘sto dissesto e tu je dai buffetti su la panza. Quello già se scatena nella danza de guera, cor kalasnicoffe e il resto e tu me parli de dimenticanza der congiuntivo che gli è un po’ indigesto. Ma forse ci hai raggione; chè, ‘n sostanza la lingua unisce er Piemontese ar Sardo, chi nacque in ‘n Puja e chi lassù, ‘n Brianza. Chi così disse era anche lui Lombardo come Bossi: ma c’è carciofo e cardo, pesce bbono e fornaccio de paranza, e nun me meravijo si manco lo conosce e la distanza tra loro è tanta: c’è tra loro un Mijo. (Marzo 1993) Il bimbo d’oggi e gli esempi della televisione
E’ in corso di svolgimento presso la Facoltà di Pedagogia dell’Università di Bari un seminario di studio sulla influenza del mezzo televisivo sulla formazione del bambino. Vorrei proporre questi miei versi in romanesco: La nipotina mia, che ci ha quattr’anni, è ‘na pipetta bella come un fiore, tutta sincerità, tutta candore, tutta grazia e mossette e ameni inganni; me ruzza attorno attorno a tutte l’ore, me zompa addosso, me rovina i panni e a me me ÿ quama dentro ar petto er core e me scordo dell’anni e dell’affanni. Ma proprio nun me va, quanno de botto me dà de tajo che me mozza er fiato ar gargarozzo,come fa er campione de karatè, né quanno sur barcone se sente d’esse’ er Supermascherato e vorrebbe buttasse giù de sotto. (Bari, Gennaio 1982) Radici 2 (2)
Le affermazioni di Rocco Bottiglione, aspirante poco gradito agli omosessuali ad un importante seggio del governo dell’Europa unita, hanno destato fortissime proteste da parte della sinistra. Pasìfe, fosti grande e ognor lo sei Come modello di comportamento per chi, pur di raggiungere il suo intento non bada a nulla (come fece lei) perché ognuno è padrone a qu anto sento come fu detto nel novantasei nella “giornata dell’orgoglio gay” (3) di dare forma e corpo al suo talento: chè gay vuol dire ad un attento esame “libero e sciolto da ogni legge o norma” ed io propongo loro una bandiera che illustri a tutti la natura vera del modo di pensare, ed abbia forma di un grosso vaso pieno di letame. (Novembre 2004) Halloween
Ormai la cosiddetta “festa di halloween”, imbevuta di nordico squallore si è introdotta nelle nostre scuole. Ugo!(4), è pur vero! Ai suburbani avelli trasser prime le vergini britanne convenute da ville e da castelli da città popolose e da capanne onde da lor, tra i canti degli uccelli fluisse a genti italiche e alemanne la rimembranza dolce dei fratelli scomparsi e di tutti i cari estinti. E ben venga il ricordo! Ma la indegna gazzarra di Halloween con le sue streghe e gli zuccotti sforacchiati e stinti se tanto Albione ad esportar s’impegna stian lontani da noi le mille leghe. (Bari, novembre ’04) Democrazia Il Sud secondo Mediaset
Palermo è mafia, Napoli è camorra, la Puglia è sol “sacra corona unita” e, un po’ più giù, c’è il rischio che tu incorra nella potente ‘ndrangheta gestita da Reggio, sì che par che, al Sud, la vita fra droga e clans in lotta e la zavorra di una prostituzione bene assortita or si proponga Sodoma e Gomorra. In quanto al Nord, non c’è che la follia delle sette sataniche, e il dileggio di una allegra giustizia che non c’è, onde ancor piange Mirko e Desirèe e penso: E’ tempo di democrazia: quanto era meglio quando stavo peggio! (Novembre 2004) Pasqua 2007
O padre Dante, tu che sei vicino tanto al Padre Celeste, che talvolta parla con te nel corso del divino viaggio tra terra e ciel parla e t’ascolta, se tal felicità non ti sia tolta e possa ancor segnare il tuo destino pregaLo che riguardi anche una volta(6) su questa nostra aiuola(7) il cui declino più non si arresta tra violenza e guerra ed odio tra gli uman. L’augurio mio è che il Cristo risorto porti pace vera dovunque e in ogni tempo, in terra né più vi sia chi all’armi altrui soggiace ma regni ovunque pace e amor di Dio. |